NICOLA da Otranto
NICOLA da Otranto. – Nacque a Otranto tra il 1155 e il 1160.
Era monaco basiliano (con il nome di Nettario) già nel 1205, quando funse da interprete per il legato Benedetto, cardinale di S. Susanna, seguendolo durante il suo viaggio a Costantinopoli (1205-07), allora capitale dell'Impero latino d'Oriente (1204-61). Vi ritornò come interprete per il cardinale Pelagio Galvani, vescovo di Albano, nel 1214. Conosceva infatti il latino, il greco e l’ebraico. Il suo ruolo culturale fu legato anche alla conoscenza sia del cattolicesimo sia dell’ortodossia: per questo tradusse in latino la liturgia di s. Basilio per volontà del vescovo Guglielmo di Otranto. Dopo essere stato grammatikos del monastero di S. Nicola di Casole nei pressi di Otranto, ne divenne abate nel 1219, non a caso dopo la morte di papa Innocenzo III nel 1216 e un anno prima dell’incoronazione dell’imperatore Federico II nel 1220.
La sua carriera sembra infatti essere suddivisa in due fasi: la prima fu quella in cui funse da interprete per i due cardinali; nella seconda scrisse contro le pratiche latine e fondò una scuola di poeti, il che indicherebbe il passaggio da una posizione filolatina a una antilatina. Ciò non implica che abbia rinnegato la propria religione, ma semmai che inizialmente fu favorevole alla politica di Innocenzo III e successivamente a quella filobizantina di Federico II. Fu anche amico e corrispondente di Giorgio Bardane metropolita di Cizico.
Nel 1223-24 compì un primo viaggio da abate, recandosi a Nicea al seguito di Federico II. Nel 1232 andò a Roma per discutere con il papa della validità del battesimo greco, una pratica diffusa nell’Impero latino d'Oriente tra la popolazione che non aveva accolto i nuovi riti latini imposti dopo la conquista di Costantinopoli. Modificò la regola del monastero in un solo punto, abolendo il canone che imponeva il digiuno ai monaci durante la pesca.
Viene ricordato come fondatore della scuola di poesia di Otranto, i cui esponenti più importanti, oltre a lui, furono Giovanni Grasso, protonotario e maestro imperiale (1219-36) che sottoscrisse inoltre il testamento di Federico II il 10 dicembre 1250, Giorgio di Gallipoli e Nicola di Giovanni da Otranto.
La scuola di Otranto ha la particolarità di aver prodotto poesie in greco, che rientrano nell’evoluzione della cultura bizantina del tempo, rispecchiandone gli schemi. I suoi poeti infatti furono principalmente al servizio di Federico II, di cui seguirono la politica culturale. Questo è uno dei motivi per la scuola risentì dell’influsso di Bisanzio, il cui imperatore era amico di Federico.
Di Nicola si hanno poesie scritte in metrica quantitativa e accentuativa (trimetri giambici bizantini). Tra le sue opere si ricordano: L’arte dello scalpello, scritta tra 1175 e 1200; la traduzione di testi liturgici, anteriori al 1198; il Dialogo contro i giudei, risalente all’incirca al 1220, in cui sono descritti il dogma trinitario, la cristologia, la questione del Messia, i profeti dell’Antico Testamento che hanno annunciato la venuta di Cristo, la Vergine Maria, la grande Chiesa; i Tre saggi contro i latini (1222-25), il primo dei quali tratta della processione dello Spirito Santo, il secondo contiene citazioni dei Padri della Chiesa e il terzo sillogismi riguardanti la teologia; un’appendice a questi scritti, composta tra il 1222 e il 1232; due lettere; frammenti di altre lettere; infine le poesie. Delle due lettere una è in greco e l’altra in latino, mentre i rimanenti testi, tranne le traduzioni della liturgia greca, sono tutti in greco. La cultura che emerge da queste lettere è puramente scritturale e canonistica, in ciò divergendo molto dalla gran parte dell’epistolografia bizantina, nella quale è presente la cultura antica. Il fatto che definisse «greci» i bizantini dimostra che, pur partecipando a una cultura di lingua greca, Nicola rappresentò una specificità locale della Puglia. Tuttavia, le sue 25 poesie, pur essendo scritte in un contesto italiano, riflettono la centralità della cultura letteraria bizantina.
Morì il 9 febbraio 1235 a Casole.
Fonti e Bibl: L’arte dello scalpello si trova nei codici: Firenze, Bibl. Medicea Laurenziana, Laur. Gr. 86.14; Laur. Gr. 86.17; Madrid, Real Biblioteca de San Lorenzo de el Escorial, ΦII 14; Paris, Bibliothèque nationale de France, Paris. Gr. 2419, cc. 228r-241v; Città del Vaticano, Biblioteca apost. Vaticana, Vat. Palat. Gr. 312, ff. 214-243, edito in L. Delatte, Un traité byzantin de géomancie. Codex Parisinus 2419, in Mélanges Franz Cumont, Bruxelles 1936, pp. 575-658. Le traduzioni dei testi liturgici sono nel cod. gr. EM 6 della Badische Landsbibliothek di Karlsruhe. Il Dialogo contro i Giudei nel cod. Parisinus gr. 1255, edito in M. Chronz: Νεκταρίου, ἡγουμένου μονῆς Κασούλων (ΝικολάουὙδρουντινού): «Διάλεξις κατὰ Ἰουδαίων». Κριτική έκδοση, Athena 2009. I Tre saggi sono editi in Arsenij, Nikolaja Gidruntskago igumena grecčeskago monastyrja v Kasulach tri zapisi o soběsědovanijach Grekov s Latinjanami po povodu raznostei v věrě i obyčajach cerkovnych, Novgorod 1896. L’Appendice ai saggi è nel cod. Laur. Gr. 5.36. Le due lettere e i frammenti delle altre lettere sono editi in J.M. Hoeck - R.J. Loenertz, Nikolaos-Nektarios von Otranto Abt von Casole. Beiträge zur Geschichte der ost-westlichen Beziehungen unter Innozenz III. und Friedrich II., Ettal 1965, pp. 130-138, con alcune poesie a pp. 139-145. Le poesie sono edite da M. Gigante, Poeti bizantini di terra d’Otranto nel secolo XIII, Napoli 1979, pp. 73-84. Si vedano inoltre: L. Tasselli, Antichità di Leuca, Lecce 1693, pp. 503 ss.; Ch. Diehl, Le monastère de Saint Nicholas près d’Otrante, in Mélanges d’archéologie et d’histoire, VI (1886), pp. 173 ss.; H. Omont, Le typicon de S. Nicolas de Casole près d’Otrante, in Revue des Études Grecques, III (1890), pp. 381 ss.; G.N. Sola, Versi che illustrano la figura Niccolò-Nettario, in Roma e l’Oriente, XIII (1917), pp. 143 ss.; S.G. Mercati, Note critiche 7-14, in Studi bizantini e neoellenici, III (1931), pp. 297-299; A. Parlangèli - O. Parlangèli, Il monastero di S. Nicola di Casole, centro di cultura bizantina in terra d’Otranto, in Βollettino della Badia greca di Grottaferrata, V (1951), pp. 43-50, S.G. Mercati, Osservazioni intorno ai poeti italo-bizantini del sec. XIII di M. Gigante, in Byzantinische Zeitschrift, (1954), pp. 41, 45-48; H.G. Beck, Kirche und theologische Literatur im Byzantinischen Reich, München 1959, pp. 66 9ss.; F.M. Pontani, Sui poeti bizantini di Terra d’Otranto, in Bisanzio e l’Italia. Raccolta di studi in memoria di Agostino Pertusi, Milano 1982, pp. 322-330; C. Daquino, Bizantini in Terra d’Otranto: San Nicola di Casole, Lecce 2000.