AVIANO, Nicola d'
Nacque a Vicenza da nobile famiglia nel 1509. Compiuti gli studi nella città natale, divenne presto un dottissimo giureconsulto. Sempre a Vicenza ebbe modo, nel 1540, di ascoltare le conferenze del barnabita Bartolomeo Ferrari, che lo spinsero ad abbracciare la vita ecclesiastica. Vesti l'abito della Congregazione da poco istituita, nel 1541, e l'anno seguente celebrò la prima messa nella chiesa di S. Paolo delle Angeliche. Subito dopo fu inviato a Roma, dove la sua esperienza nel campo delle leggi gli fu preziosa per trattare delicate questioni riguardanti un più organico ordinamento della Congregazione. Nel 1543 l'A. fu in missione a Venezia col p. Dionisio da Sesto, per stabilire i termini di una rappresentanza di padri barnabiti e di angeliche, richiesta dall'ospedale veneziano dei SS. Giovanni e Paolo. Nuovamente a Milano, l'A. diresse la casa delle Convertite dette del Crocifisso, ed alcuni anni dopo passò alla direzione della casa delle Convertite di Vicenza.
Di qui, nel 1552, ebbe incarico di istituire a Cremona scuole di dottrina cristiana: convinto assertore della necessità dell'istruzione religiosa, l'A. riuscì a raccogliere intorno a sé alcuni giovani volenterosi e riedificò la scuola che s. Antonio Maria Zaccaria e poi don Andrea Bava avevano fondato in S. Giroldo. Sorse così, ad opera dell'A., una confraternita, che unì al programma dell'istruzione religiosa la pratica e il perfezionamento delle virtù cristiane, e che si fuse, nel 1559, con un'altra confraternita, di S. Gerolamo, gravemente decaduta e prossima a estinguersi. La nuova confraternita, detta di S. Gerolamo, scelse l'A. come direttore e da lui ricevette un nuovo regolamento, che va sotto il nome di Regole della Compagnia della dottrina Cristiana di Cremona.
La confraternita si sviluppò rapidamente, come dimostrano le lettere dell'A. di questo periodo; e l'A. trovò un valido collaboratore nel p. Giovanni Scotti di Brescia, uno dei primi compagni di s. Gerolamo Miani. Ammesso nel 1555 alla solenne professione dei voti, l'A. fondò anche in Cremona un ricovero per le Convertite, simile a quello di Vicenza. Nel 1565 si dedicò, sempre a Cremona sotto la guida di s. Carlo Borromeo, e insieme a L. Bascapè, alla riforma dell'Ordine degli umiliati. La sua opera fu difficile, perché ebbe a lottare contro l'iniziale indifferenza del Bascapè e contro gli umiliati, la cui opposizione ai vagheggiati progetti di riforma fu quanto mai aspra; l'A. ed il Bascapè tuttavia ottennero qualche risultato, come la istituzione di due noviziati, ma di breve durata, perché nel 1571 l'Ordine fu soppresso.
Richiamato a Milano, l'A. fece parte, insieme con altri sei confratelli, di una commissione nominata per discutere e delineare le nuove costituzioni della Congregazione, dopo le Regole date all'Ordine dallo Zaccaria che costituivano più che una disciplina un indirizzo, e dopo che le norme stabilite nel 1552 si erano mostrate insufficienti in rapporto all'aumento ed alla diffusione della Congregazione. Nel 1578 era presente in una nuova commissione incaricata dello spoglio dei giudizi e del vaglio delle varie proposte di emendamento alle costituzioni, e diretta in quest'opera da s. Carlo Borromeo. Alla delicata opera di rinnovamento della Congregazione l'A. dedicò gli ultimi anni della sua vita. Morì il 12 ott. 1584 a Milano. Nell'Archivio milanese dei barnabiti sono conservate lettere da lui scritte.
Fonti e Bibl.: F. Barelli, Memorie dell'origine fondazione... della Congregazione de' Chierici regolari di S. Paolo..., I, Bologna 1703, pp. 132, 653 s.; G. A. Gabuzio, Historia Congregationis clericorum regularium Sancti Paulli, Romae 1952, pp. 71, 235 s.; I. Gobio, Vita del p. N. D'A., Milano 1858; O. M. Premoli, Storia dei Barnabiti nel '500, Roma 1913, passim; G. Boffito, Scrittori barnabiti, I, Firenze 1933, p. 60; L. Levati-G. Calzia, Menologio dei Barnabiti, X, Genova 1936, pp. 13-15, 357.