CERBARA, Nicola
Nato a Roma il 29 febbr. 1796 dall'incisore Giovanni Battista e dalla seconda moglie di costui, Barbara Cappelli, romana, fu battezzato nella chiesa di S. Maria ad Martyres (Roma, Arch. stor. del Vicariato, S. Maria ad Martyres, Libro dei battesimi, V,1796, p. 288). Nel 1815 è detto per la prima volta "incisore" (Ibid., S. Andrea delle Fratte, Stato delle anime, 1815). Tra la Pasqua del 1818 e quella del 1819 sposò Luisa Capitani, romana, e andò ad abitare in via Felice (Ibid., ibid.,1819, fam. 435). Dal 1820 al 1824 abitò in piazza Barberini, al n. 60 (Ibid., S. Susanna, Stato delle anime, 1820-24). In quegli anni gli nacquero i figli Giulia (1819), Giovanni Battista (1821), Clotilde (1822) ed Enrico (1824), battezzati tutti, tranne il secondo, in S. Marcello (Ibid., S. Marcello, Libro dei battesimi 49, 1816-29, pp. 144, 252, 334). Nel 1825 si trasferì in via degli Angeli Custodi, casa n. 38 (Ibid., S. Andrea delle Fratte, Stato delle anime, 1825-26). Nel 1827 andò ad abitare nella contrada della Purificazione (Ibid., SS. Vincenzo e Anastasio in Trevi, Stato delle anime, 1827-30). Nel 1831 cambiò ancora una volta casa e il 28 ottobre di quell'anno il figlio Giovanni Battista figura tra i cresimati della parrocchia di S. Andrea delle Fratte. Nel 1835 ritornò in piazza Barberini (Ibid., ibid., 1835-61). Intanto, regnante Pio VIII, era stato nominato incisore di coni presso la zecca pontificia e lavorava con il fratello Giuseppe. Aveva comunque già firmato medaglie per la corte pontificia fin dal tempo di Leone XII (1823-29) e aveva restaurato alcuni coni di medaglie della collezione conservata presso la zecca. Per Pio VIII e Gregorio XVI preparò i coni di numerose monete e medaglie (Martinori, 1922, passim; Lunelli, 1977). Incise in quel periodo anche i coni che venivano inviati alla zecca di Bologna (Martinori, 1922, p. 80). Nel 1829, quale incisore camerale, eseguì numerosi sigilli per il Sacro Palazzo e, l'anno seguente, le medaglie del conclave (Bulgari). Per Gregorio XVI incise l'anello piscatorio (Martinori, 1922, p. 47 nota 4). Nel 1832, in seguito alla morte del Pestrini, il C. fu nominato successore per la prima vacanza degli incisori camerali Giuseppe Cerbara (suo fratello) e G. Girometti nella serie delle medaglie annuali dei ss. Pietro e Paolo; ma non ebbe mai occasione di rivestire tale incarico.
Nell'anno 1849 il C. accettò di lavorare per la Repubblica romana e preparò, fra l'altro, i coni delle monete da 40 e 16 baiocchi e alcune medaglie. Caduta la Repubblica, in un primo tempo seguitò a lavorare per il restaurato governo pontificio, preparando i coni della moneta da 5 baiocchi datata 1849 e di alcune medaglie in argento e in bronzo per il ritorno della S. Sede a Roma. Il 30 sett. 1849 il direttore della zecca G. Mazio autorizzava, con scrittura privata, il C. a incidere i coni per la medaglia di Gaeta (Bartolotti, 1971, p. 89 n. 1). Ma il 19 luglio dell'anno successivo lo stesso Mazio era costretto ad inviargli una lettera in cui gli comunicava che, per superiore decisione del ministero delle Finanze, era destituito dall'impiego presso la zecca (Scerni, 1974). Tale provvedimento era chiaramente determinato da motivi politici. Il 31 dic. 1852 è documentato per l'ultima volta un pagamento in suo favore a saldo dei lavori eseguiti per la formazione dei coni delle medaglie di Gaeta.
La mancanza di ulteriori incarichi obbligò ben presto il C. a cercare lavoro fuori Roma. Dallo Stato delle anime della sua parrocchia apprendiamo infatti che nel 1853 egli era a Firenze; nel 1854 negli stessi registri è detto semplicemente "assente"; dal 1855 il suo nome non compare più assieme a quello della moglie e dei figli, i quali continuarono ad abitare nella casa di piazza Barberini fino al 1861 nel quale anno si trasferirono in via degli Avignonesi, n. 5 (Roma, Arch. stor. del Vicariato, SS. Vincenzo e Anastasio in Trevi, Stato delle anime, 1853-1861). Da altre fonti apprendiamo che il C. si trasferì definitivamente a Montepulciano, dove passò gli ultimi anni della sua vita (Bartolotti, p. 115). Ivi morì il 28 giugno 1869, nella sua casa sita al n. 18 di via Poliziano, e fu sepolto nel cimitero di Montorio a Montepulciano.
Sulla sua tomba fu posta dalla moglie e dai figli una epigrafe, in cui si ricordavano la sua attività di incisore di gemme e di coni per monete e il dono di alcune sue opere al municipio di Montepulciano (Bartolotti, p. 115 note 1-2).
Oltre alla serie delle medaglie pontificie, eseguite per i papi da Leone XII a Pio IXilC. incise nello stesso periodo i coni per le monete emesse dalle zecche di Roma e Bologna. Nel 1841, assieme a P. Girometti, preparò la serie iconografica numismatica dei più famosi italiani. Sono da ricordare inoltre le medaglie di grosso modulo preparate per volere di Pio IX per ricordare i ministri e i diplomatici stranieri che lo avevano seguito a Gaeta, recanti al rovescio una ampia veduta della città e del porto di Gaeta.
La produzione medaglistica del C. è improntata spesso a un aulico manierismo. L'eclettismo che sta alla base della sua cultura e della sua opera lo spinse inoltre a riprodurre opere famose di autori del passato, tra cui Raffaello, Tiziano, Correggio, Michelangelo e Annibale Carracci.
Tra gli intagli in pietra dura e cammei firmati col solo cognome "Cerbara", gli vengono generalmente attribuiti: un cammeo con testa laureata di Eracle, una sardonica con testa di Mercurio, copiata da un marmo rinvenuto, ad Ostia, una calcedonia raffigurante Methe (l'Ebbrezza), una sardonica con Testa femminile (Dalton, 1915). Nelle collezioni del Museo di Roma sono conservate inoltre quindici impronte di suoi lavori (Righetti, 1952). Firmò le sue opere più frequentemente con le indicazioni di "Nic. Cerbara, N. Cerbara, Niccola Cerbara, Nic. C., N. C., Cerbara".
Fonti e Bibl.: Nell'Arch. storico del Vicariato di Roma, oltre alla documentaz. citata nel testo, vedi: S. Maria ad Martyres, Stato delle anime, sa. 1796-1806; S. Lorenzo in Lucina, Stato delle anime, sa. 1807-1808; A. Spigardi, Le medaglie dei congressi degli scienziati italiani, in Rivista italiana di numismatica, XV(1902), p. 254; O. M. Dalton, British Museum catalogue of the engraved gems of the post-classical periods, London 1915, nn. 119, 626, 710, 1139; E. Martinori, Annali della Zecca di Roma, nn. 23-24, Roma 1922, passim; A. Patrignani, Le medaglie di Leone XII (1823-29), Catania 1933, pp. 27,-29 s., 83-91, 93 s.; Id., Le medaglie di Pio VIII (1829-30), Catania 1933, pp. 19, 22, 37; R. Righetti, Incisori di gemme e cammei in Roma dal Rinasc. all'Ottocento, Roma 1952, p. 56; E. Clain Stefanelli, Italian Coin Engravers since 1800. Contrib. from the Museum of Hist. and Techn.,Washington 1965, ad Indicem; J. Fischer, Sculpt. in miniature. The A. S. Chiechanowiecki Coll., Louisville, Ky., 1969, nn. 278, 283; F. Bartolotti, Le medaglie pontif. di massimo modulo da Pio IX a Pio XI, Rimini 1971, ad Indicem; N. Scerni, "...con alternativa fra loro…" Giuseppe Cerbara e G. Girometti incisero le medaglie annuali…, in Soldi, gennaio 1972, pp. 5-10; S. De Caro Balbi, Le med. del Museo centr. del Risorg. ...,in Medaglia, II(1972), 3, pp. 13, 15; N. Scerni, Dati e notizie sulle Zecche di Roma e Bologna durante la Rep. rom. del 1849, in Rivista italiana di numismatica, s. 5, XXII (1974), pp. 303-24; L. Lunelli, Premiogregoriano della Pontificia Accad. dei Virtuosi…,in Medaglia, VII (1977), 13, pp. 52-55; L.-Forrer, Biogr. Dict. of Medallists, I, London 1904, pp. 386-388; VII, Suppl., London 1923, p. 172; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 291; C. G. Bulgari, Argentieri, gemmari e orafi d'Italia, I, Roma, Roma 1958, p. 275.