BARONE, Nicola
Appartenente a nobile famiglia, il B. nacque, nella terra di Gragnano (Napoli), da Stefano, nella prima metà del sec. XV.
Nel gennaio del 1455 entrò come razionale nella regia Camera della Sommaria, della quale fu presidente dal 1483 al 1495. Oltre a quest'attività, il B., diventato consigliere e familiare di re Ferrante I, esercitò anche per qualche tempo l'uffìcio di maestro portolano in Puglia e di custode delle marine di Capitanata e defia Terra di Bari, nella quale carica viene menzionato nel 1495.
Durante la guerra contro Venezia, nel 1483, fu incaricato, insieme con Antonio d'Alessandro, di sequestrare e vendere, come commissario regio, i beni dei Veneziani esistenti nel Regno. Ricevette un altro incarico simile tre anni dopo, quando dovette occuparsi, insieme con Gaspare de Ziza, della confisca del patrimonio di Francesco Coppola, conte di Sarno, partecipe della faWta congiura dei baroni.
Il B. godette di parecchi privilegi ed esenzioni: gli furono concessi successivamente gli uffici di guardiano dei porti e misuratore delle vettovaglie uscenti dal Regno, con le rispettive entrate, che dovette però dividere con altre cinque persone (prima del 1460), la bagliva defia terra di Mottola (nel 1460), l'esenzione dal pagamento dei diritti fiscali (1473) e l'immunità da corette, dogane, fondachi, pedaggi e altre gabelle (nel 1475 e nel 1490). Pare avesse posseduto anche alcune navi, come risulta dal fatto che nel 1486 e nel 1489 re Ferrante I mandò a Genova ambasciatori incaricati di intervenire presso il govenIo della Repubblica per liberare una nave, appartenente al B. e a suo fratello Tommaso, che era stata catturata da un genovese a Tunisi. Il dìritto dell'acqua di Gragnano, che il B. tenne in feudo, fu regalato da lui ai contadini e ai monasteri del distretto, che gli eressero un monumento in riconoscimento di questa donazione.
Il B. morì prima del 1498, anno in cui viene qualificato in un atto come "quondam", lasciando la moglie Lucia de Napoda e un figlio di nome Vincenzo.
Altra tipica, anche se minore, figura di funzionario regio fu suo fratello Tommaso, che dedicò tutta la vita al servizio di Ferrante I. Nominato consigliere del re, ottenne, tra il 1475 e il 1479, l'ufficio di misuratore dei sali nelle province di Capitanata e della Terra di Bari e fu nello stesso periodo maestro portolano della Terra di Otranto e di Basilicata. Più tardi, tra il 1486 e il 1493, il B., che possedeva lui stesso alcune navi (nel 1479 il re gli dette una licenza per una di esse), esercitò varie volte l'uflìcio di maestro portolano e di "secreto" nelle province marittime orientali del Regno.
Nel 1481 o nel 1482, come risulta dai conti presentati alla Camera regia, il B. svolse funzioni non meglio precisate in Terra di Otranto e in Basilicata, ma la Camera non accettò i suoi conti. Furono ratificati solo con l'intervento del re, che li accettò il 15 apr. 1483, proibendo in più alla Camera di molestare ulterioremente il B. in questa faccenda. Proprio in questo periodo il re gli era debitore per una somma di 9108 ducati.
Nel 1482 il B. costruì e armò una galea che partecipò sotto il suo comando, ma a spese del re, alla guerra contro i Veneziani. Durante lo stesso conflftto, il 10 apr. 1484, si recò da Napoli a Bari e poi a Otranto con l'incarico di riattivare l'artigheria turca caduta nelle mani dei Napoletani durante l'assedio di Otranto, e partecipò anche agli scontri con la flotta veneziana nel golfo di Taranto.
Il B. possedeva i feudi di Pozzcigrande' Celle e la metà di Vermigliano detta Santa Elia. Morì prima del 16 febbr. 1494, data in cui re Ferrante concesse l'ufficio di portolano di Puglia, "vacante per la morte di Tommaso Barone", a Geronimo Miquel.
Fonti: Codice Aragonese,a cura di F. Trinchera, I, Napoli 1866, p. 487;11, ibid. 1870, p. 57; III, ibid. 1874, pp. 213, 324;N. Barone, Le cedole di tesoreria dell'Archivio di Napoli dal 1400 al 1504, in Arch. stor. per le prov. napol., IX (1884),p. 602;Id., Notizie storiche raccolte dai Registri Curiae della cancelleria aragonese, ibid., XIII (1888), pp. 769 s.; Regis Ferdinandi primi Instructionum liber (10 maggio 1486 - 10 maggio 1488), a cura di L. Volpicella, Napoli 1916, ad indicem; Regesto della cancelleria aragonese di Napoli,a cura di J. Mazzoleni, Napoli 1951,pp. 37, 58, 76, 98, 99.