LINDSAY, Nicholas Vachel
Poeta americano, nato nel 1879 a Springfield, Ill., dove morì il 6 dicembre 1931. Dopo avere studiato a Hiram College, Ohio (1897-1900), all'Art Institute di Chicago (1900-03) e alla School of Art di New York (1904-05), intraprese giri di conferenze e lunghi viaggi a piedi (A Handy Guide for Beggars, 1916). Nell'estate del 1912 percorse a piedi i territorî dall'Illinois al Nuovo Messico, distribuendo copie delle sue poesie e predicando il "Vangelo della Bellezza" (Adventures While Preacting the Gospel of Beauty, 1914).
Le leggende del passato, le grandi figure militari e politiche della storia, l'esotismo, la spicciola realtà quotidiana che lo circondava, tutto fu materia di canto per il L. Che riproducesse le voci della vita d'ogni giorno, che componesse poesie per ragazzi immergendo i temi della favolistica tradizionale in un bagno di magia, che rappresentasse in liriche gli animali, egli dimostrò un vivo fermento ideale, un bisogno inesauribile di bellezza. Nei suoi versi, di cui varie raccolte egli illustrò con fantasiosi disegni proprî, il L. cerca di conciliare la recitazione e il canto, componendo ogni verso in modo che il lettore possa, secondo il proprio istinto, parlarne due terzi e cantarne un terzo, secondo una specie di recitativo che il L. riteneva fosse il modo degli antichi aedi greci.
Opere: Poesie: General William Booth Enters into Heaven (1913); The Congo (1914); The Chinese Nightingale (1917); The Daniel Jazz (1920); The Golden Whales of Califorma (1920); Collected Poems (1923; ed. riveduta, 1925); Going-to-the-Sun (1923); Going-to-the-Stars (1926); The Candle in the Cabin (1926); Johnny Appleseed (1928). Saggi, schizzi e studî: The Art of the Moving Picture (1915; ed. riv. 1922); The Golden Book of Springfield (1920); The Litany of Washington Street (1929), ecc.
Bibl.: E. Davison, Some Modern Poets, New York 1928.