Musuraca, Nicholas (propr. Nicola)
Direttore della fotografia, naturalizzato statunitense, nato a Ria-ce (Reggio Calabria) il 25 ottobre 1892 e morto a Los Angeles il 3 settembre 1975. Maestro della low-key cinematography, negli anni Quaranta lasciò infatti il visibile marchio di un bianco e nero personalissimo, fatto di luci basse e atmosfere minacciose, nei noir e negli horror prodotti da Val Lewton per la RKO Radio Pictures, alla quale M. rimase legato per gran parte della sua vita professionale. A lungo ignorato dall'Academy of Motion Picture Sciences and Arts, ottenne una candidatura all'Oscar per un mélo poco significativo, I remember mama (1948; Mamma, ti ricordo!) di George Stevens.
Figlio di contadini calabresi, da bambino emigrò negli Stati Uniti al seguito della famiglia. Dopo vari lavori, nel 1913 a New York divenne autista del produttore e regista James Stuart Blackton, fondatore della Vitagraph Company of America. Fu poi suo collaboratore come proiezionista, addetto al montaggio, operatore e dal 1923 direttore della fotografia (firmandosi fino alla metà degli anni Trenta prevalentemente con il nome di Nick Musuraca). Lasciata New York nel 1920 e trasferitosi in California nel 1927, iniziò a lavorare per la Robertson-Cole Pictures Corporation, dal 1928 RKO. Vi rimase fino ai primi anni Cinquanta, collaborando a decine di b-movies, soprattutto noir, horror e western, realizzati con mezzi limitati e in poche settimane di lavorazione. In alcuni di essi il suo talento riuscì a scavalcare i limiti imposti dai bassi costi e a rileggere la lezione dei maestri dell'Espressionismo tedesco. Fu infatti proprio M. a gettare le basi del gusto chiaroscurale del noir, sin da Stranger on the third floor (1940; Lo sconosciuto del terzo piano) di Boris Ingster, dove la fotografia materializza mirabilmente la paranoia del protagonista Peter Lorre, soprattutto nella memorabile sequenza dell'incubo, di chiara derivazione espressionista. Insieme a Robert De Grasse fu il maggior interprete di un gusto figurativo basato sul mistero e sul macabro, destinato a lasciare una vistosa eredità nella storia della fotografia cinematografica. Nella sua filmografia restano soprattutto gli horror di Jacques Tourneur Cat people (1942; Il bacio della pantera), celebre per la sequenza della piscina con i riflessi dell'acqua proiettati sul soffitto, e The leopard man (1943; L'uomo leopardo). Ma bisogna anche ricordare un altro horror dalle cupe minacce demoniache, The seventh victim (1943; La settima vittima) di Mark Robson, e alcuni noir: The fallen sparrow (1943; Il passo del carnefice) di Richard Wallace, film 'politico' che trasmette attraverso le ombre un senso di claustrofobica angoscia; Out of the past (1947; Le catene della colpa o La banda degli implacabili) di Tourneur, con le sue atmosfere provinciali e la memorabile 'coppia diabolica' Robert Mitchum-Jane Greer; e soprattutto il gotico The spiral staircase (1946; La scala a chiocciola) di Robert Siodmak, film psicanalitico basato sulla trasfigurazione chiaroscurale della realtà e su un bianco e nero manierista. M. tentò di portare il gusto delle luci basse anche nel western, con risultati notevoli nel crepuscolare Blood on the Moon (1948; Sangue sulla Luna o Vento di terre selvagge) di Robert Wise, con Robert Mitchum. Dai primi anni Cinquanta lavorò come free lance, con risultati ancora di rilievo nel noir The blue gardenia (1953; Gardenia blu) di Fritz Lang; ma poi si allontanò dallo stile che lo aveva reso celebre, avvicinandosi a quello della produzione corrente. Negli anni Sessanta fu attivo solo in televisione.
G. Turner, Out of the past, in "American cinematographer", 1984, 3, pp. 32-36; M. Walker, Nicholas Musuraca, in "Film dope", 1991, 46, pp. 22-27; G. Turner, Wrap shot, in "American cinematographer", 1997, 10, p. 112.