NICETA di Smirne
Fu l'innovatore della nuova sofistica asiatica del sec. I d. C., e ottenne ai suoi tempi grande rinomanza sia nell'oratoria forense, sia in quella sofistica. Senza possedere una profonda preparazione filosofica, sapeva trascinare all'entusiasmo per la sua espressione non molto pura, ma enfatica e sonora, piena di passione e di calore. Noncurante del favore popolare, s'inimicò col console Rufo, il quale lo accusò presso Nerva; l'imperatore dispose che N. venisse giudicato in Gallia dallo stesso Rufo, e questi, dopo la splendida difesa di N., non solo lo mandò assolto, ma lo tenne fra i cittadini più illustri di Smirne. I suoi discorsi, oggi perduti, furono emendati e pubblicati, circa un secolo dopo, da Eraclide. Quasi certamente il nostro N. è quel N. sacerdote, che fu maestro di Plinio il Giovane ed è ricordato anche nel dialogo su gli oratori di Tacito (XV, 3); ma non può essere identificato col N. di cui Seneca il retore riferisce alcuni frammenti. Per le medesime doti del nostro N. si rese famoso anche il suo scolaro Scopeliano.
Bibl.: E. Rohde, Kleine Schriften, II, p. 89 seg.; W. Schmid, Atticism., I, Stoccarda 1889, p. 45 seg.; Christ-Stählin-Schmid, Gesch. d. griech. Lit., II, i, 6ª ed., p. 457; ii, 5ª ed., p. 533.