CUMNO, Niceforo (Νικηϕόρος ὀ Χοῦμνος)
Umanista bizantino del sec. XIII-XIV. Discepolo e fautore di Gregorio Ciprio, fu dei più influenti personaggi alla corte di Michele VIII e di Andronico II, al cui figlio Giovanni andò sposa la figlia Irene. Dopo l'anno 1320 cercò riposo in un monastero sotto il nome di Natanaele: morì nel 1327. La produzione letteraria del C. comprende trattati di filosofia e teologia (sulla materia, sull'anima, contro Plotino), scritti retorici (Del giudizio ed efficacia dei discorsi, panegirico di Andronico II, orazioni funebri e consolatorie), atti ufficiali, una raccolta di 172 lettere, di cui parecchie sono mero esercizio retorico, improntato a un atticismo pedantesco e stucchevole. In filosofia fu aristotelico; ma si compiacque di mostrare una certa indipendenza di giudizio, preludendo con qualcuno dei suoi scritti a quelle dispute fra platonici e peripatetici, che divennero poi sì ardenti e prepararono lo svolgimento del pensiero moderno.
Ediz.: Le opere sono disseminate in Fr. Boissonade, Anedocta graeca, I (Parigi 1829), pp. 293-312; II (1830), pp. 137-187; III (1831), pp. 256-408; V (1833), pp. 183-350; Anedocta nova, Parigi 1844, pp. 1-201 (epistolario): quelle d'argomento teologico ristampate in Migne, Patrol. graeca, 140,1397-1526. Versi in morte del genero, in E. Martini, Spigolature bizantine, I, in Rendiconti della R. Accademia di archeologia di Napoli, n. s., XIII (1900), pp. 121-134.
Bibl.: K. Krumbcher, Geschichte der byzantinischen Litteratur, 2ª ed., Monaco 1897.