Niccolo V Papa
Papa (Sarzana 1397-Roma 1455). Tommaso Parentucelli, vescovo di Bologna (1444) e cardinale (1446), successe a Eugenio IV nel 1447, dopo una intensa carriera curiale che lo vide anche protagonista di importanti ambascerie in Inghilterra, in varie regioni italiane, a Basilea, ove si svolgeva il Concilio e che definì «sinagoga di Satana», e poi ancora in Germania e in Borgogna. Nel 1448 stipulò il Concordato di Vienna con cui Roma perdeva il diritto alla nomina di vescovi e abati in area imperiale, ma otteneva dall’imperatore una dichiarazione anticonciliarista. Compose il piccolo scisma d’Occidente, ottenendo la rinuncia al seggio pontificio (1449) di Felice V (Amedeo VII di Savoia). Si impegnò vanamente a respingere l’attacco turco che nel 1453 avrebbe portato alla caduta di Costantinopoli, e sovvenne i poteri cristiani iberici nella reconquista dei territori controllati dai musulmani. Nel 1450 gestì il giubileo, che fu l’avvenimento religioso più importante del suo pontificato e che vide una enorme affluenza di pellegrini nell’Urbe. Nel 1452 N. incoronò in Roma, e fu l’ultima volta che tale cerimonia si svolse in questa città, l’imperatore Federico III. Nel 1453 represse con decisione la congiura promossa da Stefano Porcari che prevedeva la cattura del papa e dei cardinali. L’episodio lo spinse a interventi significativi nel complesso vaticano. Il progetto fu realizzato solo in parte e prevedeva la fortificazione del Borgo, che sarebbe divenuto una vera e propria città curiale, così come quella della basilica e del palazzo apostolico, che fu da lui significativamente ampliato. Promosse, con la Pace di Lodi e la Lega italica (1454), la politica d’equilibrio che avrebbe a lungo caratterizzato la penisola. Dotto umanista, fondò il primo nucleo della Biblioteca vaticana.