TOPPI, Niccolò
– Nacque a Chieti il 24 maggio 1607 da Giovan Francesco e da Sempronia Fantes.
Compiuti gli studi giuridici tra Napoli e Roma, rientrò a Chieti per esercitare la professione di avvocato e dal 1644 quella di giudice delle cause civili. Questo incarico fu contestato da un altro giureconsulto teatino, Girolamo Nicolino, sulla base di una norma che escludeva dall’accesso alle cariche pubbliche quanti non fossero «Cives antiqui Civitatis praedictae» (Ravizza, 1830, p. 88).
I Toppi erano, infatti, di origini toscane, di fazione guelfa, trapiantati in Abruzzo grazie alla nomina a vescovo di Valva di un antenato di Niccolò, Francesco, nel 1350. Ottenuto il marchesato di Spoltore, la famiglia si era trasferita a Chieti. Nel 1644 lo zio Tommaso aveva svolto la funzione di agente per il duca di Castel di Sangro Ferdinando Caracciolo nella compravendita della città, ottenendo in cambio il titolo di erario. Il rancore della comunità nei confronti del casato esplose nel 1647 quando il palazzo di famiglia fu incendiato e l’annessa biblioteca andò distrutta. Della raccolta di scritture antiche e di epigrafi custodite da Toppi per redigere una memoria dell’Abruzzo non rimase nulla.
Niccolò si trasferì definitivamente a Napoli: riprese l’attività forense e continuò gli studi, spinto anche dall’amicizia con altri eruditi del tempo, come Ascanio Maria Crispo, Francesco Antonio Cappone e i conterranei Carlo De Lellis, Lucio Camarra, Muzio Febonio e il cugino Giuseppe. Nello stesso anno contattò l’abate Ferdinando Ughelli, desideroso di contribuire alla redazione dei capitoli dell’Italia Sacra relativi alla storia delle diocesi abruzzesi. Nel 1651 fu nominato custode dell’Archivio del Tribunale della Regia Camera della Sommaria, incarico che mantenne per tutta la vita, salvo una breve pausa tra il 1654 e il 1659. Nella capitale il libero accesso agli archivi fu agevolato anche dal favore di personalità di spicco, come i cardinali Ottavio Acquaviva e Francesco Maria Brancaccio.
A quel punto la rivalità con il giurista conterraneo Nicolino sfociò sul piano storico-letterario. Impegnato a pubblicare l’Historia della città di Chieti, l’avvocato era il referente di Ughelli per la diocesi teatina sin dal 1639. Toppi lo accusò di essersi impossessato degli scritti di altri due storici locali, la Teatinorum episcoporum chronologia di Sinibaldo Baroncini e alcuni appunti di Lucio Camarra, il quale confermò i giudizi negativi sul giureconsulto. Sebbene Nicolino avesse condotto la sua ricerca con serietà, la notizia del plagio si diffuse; Ughelli rettificò la paternità della cronotassi teatina nel tomo VI dell’Italia Sacra (col. 672) e preferì non prendere parte alla polemica. Con tutta probabilità fu Toppi a scrivere le Punture pietose. Censura del Sign. Tefilago Pasinfoco (1657), cui presto sopraggiunse la replica di Nicolino, con Le sferzate amorose del Dottor Nicolino al signor Niccolò Toppi, 4 aprile 1658, rimaste inedite. Lo scontro con la famiglia Toppi finì tragicamente. Il 15 settembre 1664 Nicolino fu accoltellato a Chieti sulle scale della chiesa di S. Francesco: in fin di vita riconobbe in Alessandro Santillo de Liberatore l’esecutore materiale di un’aggressione ideata da Tommaso Toppi.
Toppi non riuscì a pubblicare alcun contributo sulla storia di Chieti, anche se l’attenzione alla storia abruzzese trapela in tutte le sue opere. Tra il 1655 e il 1666 diede alle stampe i tre volumi del De origine tribunalium nunc in Castro Capuano fidelissimae civitatis Neapolis, con cui celebrò il ruolo del ceto forense nella capitale e nel Regno. Anche il Compendio o vero sommario di tutti li benefici regii fu pubblicato nel 1666. Nel 1681 Antonio Bulifon stampò la prestigiosa edizione della Biblioteca Napoletana, et Apparato a gli Huomini illustri in Lettere di Napoli, e del Regno, modello ineludibile nella fiorente stagione delle biobibliografie.
Accanto alla tradizione familiare della nobiltà di sangue, Toppi difendeva l’origine della vera nobiltà, riconoscibile nelle lettere, nelle armi e nella ricchezza. Con il De origine e la Biblioteca si propose a Napoli come l’apologeta del Regno e tentò di oscurare l’opera del più anziano Bartolomeo Chioccarelli, da lui tacitamente imitato. Il progetto più ambizioso fu un’opera complessa, articolata in dieci volumi, che avrebbe contenuto il catalogo di tutte le città e le terre appartenenti allo Stato napoletano, con la loro storia, la cronologia dei re, dei feudatari, e infine l’elenco dei casati nobili e degli uomini illustri del Regno.
I sei volumi inediti degli Scritti varii, cui l’«archivario» lavorò per quindici anni e oggi conservati presso la Biblioteca della Società napoletana di storia patria, sembrano essere parte di quel progetto incompiuto. Nell’archivio privato Casamarte-Bassino a Loreto Aprutino si conservano due copie manoscritte delle carte dedicate alla diocesi di Penne. Gli inediti Privilegia et monumenta omnia Civitatis Theatinae (1640) andarono perduti nell’incendio del deposito dell’Archivio di Stato di Napoli a villa Montesano, vicino Nola. Presso la Biblioteca nazionale di Bari si conserva la Magni Regiae Camerae Summariae Archivii laconica-historica-legalisque notitia, edita nel 1652. Si tratta di quattordici pagine dedicate alla storia dell’archivio della Camera della Sommaria, confluite nel 1655 nel libro secondo del De origine tribunalium con diverse varianti e integrazioni.
Toppi morì a Napoli nel 1681.
Fonti e Bibl.: F.A. Soria, Memorie storico-critiche degli storici napolitani, II, Napoli 1781, pp. 590-594; G. Ravizza, Notizie biografiche che riguardano gli uomini illustri della città di Chieti, Napoli 1830, pp. 122-126; C. De Laurentiis, Manoscritti di scrittori chietini presso l’Archivio di Stato, le Biblioteche e i privati in Napoli, in Rivista abruzzese, XII (1897), 4-5, pp. 174-179, 199-206; Id., Rassegna analitica delle opere storiche intorno ai Marrucini e alla città di Chieti, scritte dal sec. XV al XVIII, in Rassegna abruzzese di storia e arte, II (1898), 5-6, pp. 272 s.; G. Pansa, Catalogo descrittivo e analitico dei manoscritti riflettenti la storia d’Abruzzo, in Bullettino della Deputazione di storia patria, XLVII-L (1957-1960), pp. 115-118 n. 265; G. Morelli, Lettere inedite di N. T. a Ferdinando Ughelli, da Codici Vaticani, in Rivista abruzzese, XVI (1963), 2-3, pp. 30-43; Id., Lettere inedite di storici abruzzesi a Ferdinando Ughelli, in Abruzzo. Rivista dell’Istituto di studi abruzzesi, XII (1974), pp. 73-102; G. Galasso, Napoli spagnola dopo Masaniello, Napoli 1972, pp. 395-397; R. Aurini, Dizionario bibliografico della gente d’Abruzzo, V, Colledara 2002, pp. 410-416; G.F. De Tiberiis, N. T., in Gente d’Abruzzo. Dizionario biografico, a cura di E. Di Carlo, X, Teramo 2006, pp. 97-100; M. Spadaccini, N. T. e gli Scritti varii: Chieti e Penne, in Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, XC (2010), pp. 225-250; P. Pagano, Per un aggiornamento della Biblioteca napoletana di N. T., in Esperienze letterarie, XXXVII (2012), 1, pp. 47-68; I. Fosi, T., N., in Dizionario biografico dei giuristi italiani, II, Bologna 2013, pp. 1962 s.; C. Ciccarelli, Storie locali nell’Abruzzo di età moderna (1504-1806), L’Aquila 2014, pp. 200-205.