PEROTTO, Niccolò
Umanista, nato a Fano nel 1429, morto a Sassoferrato il 14 dicembre 1480. Nel 1443-45 studiò sotto Vittorino a Mantova, nel 1445-46 con Guarino a Ferrara, dove trovò un protettore in W. Grey, poi procuratore di Enrico VI presso la Curia romana e vescovo di Ely (1454), raccoglitore di manoscritti e fautore dell'umanesimo, morto nel 1478. Trasferitosi nel 1447 a Roma, entrò al servizio di Bessarione, a cui si accompagnò nella legazione bolognese (1450-55). Nel 1455 fu fatto segretario apostolico, nel 1458 arcivescovo di Siponto. Esercitò uffici di amministrazione ecclesiastica a Viterbo (1464-69), a Spoleto (1471), a Perugia (1474-77). Sostenne acri polemiche con Poggio Bracciolini a favore di L. Valla, con D. Calderini per il testo di Marziale, col Trapezunzio in difesa di Platone.
La sua produzione fu molteplice e varia. Tradusse dal greco un'omelia di Basilio, lo Iuramentum Hippocratis, tre opuscoli di Plutarco, Epitteto, Simplicio e, opera di maggior lena, Polibio. Scrisse due trattatelli metrici e uno De componendis epistolis, inoltre la grammatica latina (Rudimenta grammatices), che va tra le migliori uscite nel periodo umanistico. Il suo capolavoro è la Cornucopia, sive commentaria linguae latinae, voluminoso commento di Marziale, dove non è chi anche oggi non resti stupito della stragrande erudizione. Ma alla filologia classica giova soprattutto l'Epitome, nella quale il P. fra poesie sue giovanili trascrisse favole di Ariano e di Fedro: di Fedro trentadue che mancano nei codici.
Bibl.: G. Mercati, Per la cronologia della vita e degli scritti di N. P. (Studi e Testi), XLIV, Roma 1925; R. Sabbadini, in Giorn. stor. d. lett. ital., L (1907), pp. 52-54; LXXXVII (1926), pp. 370-76; id., Saggi e testi umanistici, Milano 1933, pp. 54-65; R. Cessi, Tra N. P. e Poggio Bracciolini, in Giorn. stor. d. lett. it., LIX (1912), pp. 312-46; LX (1912), pp. 73-111; L. Frati, ibidem, LIV (1909), pp. 389-406; E. Nasalli Rocca, Documenti sul card. Bessarione, in Atti e mem. Deputaz. stor. patr. per la Romagna, XX (1930), pp. 17-80.