GHERARDINI, Niccolò
Nacque a Firenze il 4 marzo 1604 da Francesco e Faustina Popoleschi. Di antico patriziato fiorentino, la famiglia Gherardini si era distinta particolarmente nel corso del sec. XIV. Per parte di madre, inoltre, il G. era imparentato ai Barberini: Faustina, infatti, era figlia di Silvestro e di Ginevra di Carlo Barberini, nonno di Maffeo, il futuro Urbano VIII.
Compiuti gli studi e addottoratosi in diritto a Pisa, fu dalla famiglia inviato a Roma per perfezionare la pratica legale. Non si hanno notizie dettagliate di questi anni romani; probabilmente, però, date le sue ascendenze familiari, egli gravitava intorno ai Barberini, il che spiegherebbe l'incontro con Galileo. Secondo quanto egli stesso scrive nella sua Vita di Galileo, infatti, conobbe lo scienziato a Roma nel 1633, in occasione del processo, ed ebbe occasione di fare da tramite tra lui e G. Bentivoglio.
Dopo la condanna di Galileo e la sua partenza per la Toscana, il G., intenzionato anch'egli a fare ritorno a Firenze, ebbe modo di farsi assegnare la chiesa di S. Margherita a Montici, allora di patronato delle famiglie Gherardini e Amidei. I motivi di tale decisione non sono accertabili, benché il G. stesso la riconduca al desiderio di godere della familiarità di Galileo e all'insofferenza per la vita curiale, maturata negli anni romani.
Della sua amicizia con la famiglia dello scienziato si ha prova in alcune lettere della figlia di questo, suor Maria Celeste, al fratello, scritte da Arcetri rispettivamente il 3 e il 15 ottobre e il 12-13 nov. 1633, nelle quali il G. viene ricordato come affezionato amico e tramite tra i due.
Alla morte di Galileo, il G. si dedicò per breve tempo alla pratica legale. Nel 1639 tornò a Roma insieme con il cugino Lorenzo Della Robbia per accompagnare le nipoti di Urbano VIII, che dal monastero di S. Maria degli Angeli in Firenze si trasferivano a Roma. Rientrato in patria, nel 1642 ottenne un canonicato nel duomo. Per privilegio di Urbano VIII conservò inoltre la prioria di S. Margherita a Montici.
È probabilmente intorno al 1653-54 che il G. compose la Vita del signor Galileo Galilei, introdotta da alcune note autobiografiche.
Non deve essere stata estraneo alla composizione della Vita il clima di fervore che in quegli anni animava la scrittura della biografia galileiana di V. Viviani, caldeggiata da Leopoldo de' Medici e per la quale il Viviani raccolse molto materiale preparatorio. Viviani, del resto, si ispirò alla Vita scritta dal G. per quanto riguarda gli anni padovani di Galileo, e la copia a lui appartenuta e da lui postillata, in seguito appartenuta a G.B. Nelli, è oggi tra i Manoscritti Galileiani (Biblioteca nazionale di Firenze, div. II, parte I, vol. I, cc. 3-19).
All'inizio del sec. XVIII l'originale dello scritto del G. apparteneva ancora al nipote canonico Lorenzo, dal quale fu lasciata nell'archivio del capitolo del duomo di Firenze. Altra copia coeva è a Firenze, nel cod. Marucelliano A.LXXI.6. Fu pubblicata per la prima volta da G. Targioni Tozzetti nel 1780 e, criticamente, nel 1907 (G. Targioni Tozzetti, Notizie degli aggrandimenti delle scienze fisiche accaduti in Toscana nel corso di anni LX del secolo XVII, II, Firenze 1780, parte I, pp. 62-76; Edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, XIX, a cura di A. Favaro, Firenze 1907, pp. 633-646).
La Vita del G. si dilunga soprattutto sugli anni giovanili di Galileo e sul magistero a Padova. Non privo di inesattezze, l'intento apologetico dello scritto ne determina l'andamento diseguale, intessuto di aneddoti miranti a provare le virtù umane e cristiane di Galileo; tuttavia esso inaugura la tradizione letteraria del Galileo filosofo speculativo, che nel corso di più di un secolo si contrapporrà all'immagine, riduttiva e conciliatoria, del Galileo "matematico".
Accademico della Crusca e dell'Accademia fiorentina, il G. raccolse inoltre un volume manoscritto di documenti e memorie della famiglia Gherardini, oggi disperso.
Nel 1672 fu auditore ad interim della nunziatura di Toscana. Non ha invece trovato conferma nell'Archivio diocesano di Fiesole la notizia fornita da S. Salvini che il G. fosse nominato vicario generale di questa diocesi.
Morì a Firenze il 5 maggio 1678.
Fonti e Bibl.: Edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, XV, a cura di A. Favaro, Firenze 1904, pp. 292 s., 302 s., 323; Firenze, Arch. del capitolo del duomo, S. Salvini, Vite dei canonici (ms.); S. Salvini, Fasti consolari dell'Accademia fiorentina, Firenze 1717, p. 432; Raccolta di elogi di uomini illustri toscani compilati da vari fiorentini, IV, Lucca 1770, pp. 419-429; Novelle letterarie (Firenze), XXIX (1768), col. 786; S. Salvini, Catalogo cronologico de' canonici della chiesa metropolitana fiorentina…, Firenze 1782, p. 126 n. 770; G.B. Nelli, Vita e commercio letterario di Galileo Galilei…, Losanna 1793, I, pp. 27, 52 s., 269 s.; II, p. 894; D. Moreni, Bibliografia storico-ragionata della Toscana, I, Firenze 1805, p. 423; A. Favaro, Appunti di Vincenzo Viviani alla "Vita di Galileo", scritta da N. G., in Id., Serie decimoquarta di scampoli galileiani, in Atti e memorie della R. Accademia di scienze, lettere ed arti in Padova, n.s., XX (1904), pp. 5-29.