SPINOLA, Niccolò Gaetano
– Nacque a Madrid nel 1659 da Giovanni Domenico e da Angela Maria Schiattino dei duchi di Vizzini. Quartogenito della coppia, aveva ben dieci tra fratelli e sorelle: Giovanni Agostino, Giovanni Luca, Giacomo Filippo, Francesco, Teresa, Barbara, Maria Caterina, Pellina, Maria Maddalena e Maria Lelia.
Il padre apparteneva all’illustre ramo degli Spinola di San Pietro; mentre gli Schiattino, originari di Santa Margherita in Liguria, erano una facoltosa famiglia di recente nobilitazione. Il nonno materno, da cui Niccolò Gaetano ereditò il primo dei suoi nomi, aveva fatto fortuna commerciando in Sicilia, dove si era assicurato nel 1649 il titolo di duca di Vizzini. L’unione con gli Spinola aveva invece portato in dote l’ascrizione del figlio Angelo Maria al patriziato genovese, nel 1655. Questo Schiattino era peraltro da qualche tempo depositario del S. Uffizio, e la sua visibilità a Roma andava a rafforzare il prestigio degli Spinola, una casata regolarmente presente negli alti ranghi della Chiesa. Del resto a instradare Niccolò Gaetano verso Roma fu lo zio paterno Giovambattista senior, che stava facendo carriera in Curia.
Nel 1669, Niccolò Gaetano entrò nel collegio Clementino, figurando poi nell’Accademia dell’Arcadia sin dal 1691, e cioè poco dopo la sua istituzione. Ma studiò anche diritto civile e canonico alla Sapienza, dove si laureò in utroque iure nel 1687. Grazie alle considerevoli entrature familiari, ebbe in rapida sequenza numerosi incarichi di rilievo. In ragione delle sue competenze giuridiche, fu relatore del tribunale della Segnatura apostolica e membro della congregazione del Buon Governo; successivamente, nel 1693, fu inviato visitatore apostolico a Todi e a Spoleto, dove lasciò traccia di una intensa attività normativa. Tra il 1689 e il 1694 resse anche la carica di governatore della Confraternita genovese di S. Giovanni Battista in Trastevere. Chierico di Camera, e presidente della stessa nel 1695, assunse poco dopo anche la presidenza della congregazione della Grascia, dove si sarebbe avvalso dell’aiuto dei parenti materni, ancora molto attivi sul fronte delle esportazioni granarie dalla Sicilia.
Ma i legami più forti rimanevano quelli con lo zio paterno Giovambattista senior, nominato nel 1664 arcivescovo di Genova, e sin dall’inizio in rapporti tesi con le autorità della Repubblica. Fatto che condizionò probabilmente anche la condotta di Niccolò Gaetano, il cui atteggiamento nei confronti dello Stato genovese fu sempre molto distaccato. L’elezione di Clemente XI nel 1700 fu decisiva nella biografia di Spinola. Nel 1706 prese gli ordini sacri, ottenne la diocesi in partibus di Tebe e fu inviato nunzio presso il granduca di Toscana Cosimo III. Papa Albani doveva averne soppesato le qualità negoziali, e doveva anche confidarvi molto se, soltanto un anno dopo, lo destinò alla ben più delicata nunziatura di Polonia, Paese in quegli anni teatro di guerra tra russi e svedesi.
Questi ultimi avevano spodestato il re Augusto II di Sassonia, per portare sul trono polacco Stanislao Leszczyński, che aveva avuto anche il sostegno del papa ed era stato incoronato nel 1705. Per ritorsione, lo zar Pietro il Grande, che s’era invece schierato dalla parte di Augusto II, si era abbandonato a feroci persecuzioni nei confronti del clero cattolico. Costretto a cambiare la propria linea politica, dopo la firma di una tregua, nel 1707 Clemente XI rimosse il nunzio in Polonia Giulio Piazza per sostituirlo con Spinola. Nella convulsa situazione polacca, quest’ultimo dovette impegnarsi soprattutto per riaffermare l’autorità pontificia, riportando disciplina nel clero cattolico, che mostrava segnali di disobbedienza alle direttive di Roma. Si stabilì in un convento francescano in Slesia, e da lì inviò istruzioni, celebrò processi contro i presuli più riottosi e sospettati di cedimenti al rito ortodosso. Riuscì a salvaguardare i benefici ecclesiastici di cui godeva Roma nei territori polacchi. Nel 1711, con la restaurazione di Augusto II, fu richiamato a Roma, dove lo attendeva l’uditorato generale della Camera apostolica, che assunse nel 1712
Prestigio e ricchezze familiari, doti amministrative e diplomatiche, un cursus honorum di tutto rispetto: Spinola non poteva mancare il traguardo del cardinalato, cui giunse nel 1715. Da porporato, avrebbe preso parte ai conclavi del 1721, del 1724 e del 1730, figurando in molte congregazioni, tra le quali quella dei Vescovi e regolari, di Propaganda Fide, dell’Immunità e della S. Consulta. Pochi giorni dopo la conclusione del conclave del 1721 che vide eletto Innocenzo XIII, partecipò alle fasi iniziali del processo contro il cardinale Giulio Alberoni. Due anni più tardi, assunse la presidenza della congregazione dei Confini che mantenne fino alla morte. Camerlengo tra il 1724 e il 1725, protettore della Congregazione dei benedettini olivetani, «de’ monaci libanesi e di Terra santa, dell’ospizio apostolico di s. Michele, dell’arciconfraternite de’ ss. Angeli custodi, della Pietà dei carcerati e altre» (Moroni, 1854), Spinola difese e promosse l’operato dei missionari cappuccini in Tibet, incoraggiando l’evangelizzazione in Cina con una sovvenzione familiare di ben 112.000 scudi.
Per questo suo impegno, quando morì a Roma il 12 aprile 1735, il suo corpo fu tumulato nei pressi della porta d’ingresso del Pontificio Collegio Urbano retto dalla congregazione di Propaganda Fide.
A conferma del suo zelo nel diffondere e difendere la fede cattolica, lasciò un ingente patrimonio monetario a quella stessa congregazione, circa 100.000 scudi. Dieci anni più tardi, al piano nobile del palazzo di Propaganda Fide, fu collocato come sovrapporta un busto raffigurante Spinola, opera dello scultore Carlo Marchionni.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Genova, ms. 525; Archivio segreto Vaticano, Segr. Stato, Vescovi e Prelati, 106; Segr. Stato, Firenze, 202A; Segr. Stato, Polonia, 132-137; Fondo Albani, 194-196; Arch. Nunz. Varsavia, 183; Misc. Arm. II, 83; Sec. Brev., Reg., 1922, 1937, 2194, 2198, 2491, 2216, 2323, 2532; Acta nuntiaturae Polonae, XLII, Nicolaus Spinola (1707-1712), a cura di I. Kopiec, I, Romae 2002, II, Cracoviae 2007.
O. Paltrinieri, Elogio del nobile e pontificio Collegio clementino di Roma, Roma 1795, Notizie dei convittori illustri del Clementino di Roma, pp. XVII s.; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da s. Pietro sino ai giorni nostri, LXVII, Venezia 1854, p. 297; M. Nicora, La nobiltà genovese dal 1528 al 1700, in Miscellanea storica ligure, II (1961), pp. 300 s.; J. Metzler, Die Kongregation im Zeitalter der Aufklärung. Struktur, Missionspläne und Massnahmen allgemeiner Art (1700-1795), in Sacrae Congregationis de Propaganda Fide Memoria rerum 1622-1972. 350 anni a servizio delle missioni, II, Rom 1972, pp. 23-83, 966; Genealogia degli Spinola, duchi di San Pietro, a cura di F. Amalberti - A. Lercari - R. Santamaria, in Palazzo Doria Spinola: architettura e arredi di una dimora aristocratica genovese da un inventario del 1727, a cura di R. Santamaria, Genova 2011, pp. 25-31.