NICCOLO di Lorenzo
NICCOLÒ di Lorenzo. – Nacque nella prima metà del XV secolo nella «diocesis Vratislaviensis» (oggi Breslavia, Wroclaw, in Polonia), nella regione della Slesia.
Le prime notizie sulla sua presenza a Firenze, nel popolo di S. Ambrogio, risalgono al 1464, quando entrò al servizio della Mercanzia, di cui fu uno dei sei donzelli fino al gennaio 1475. Mentre è difficile identificarlo con il Niccolò Tedesco presente a Lendinara e a Mantova nel 1471 (come vogliono Ridolfi, 1965, e Maracchi Biagiarelli, 1973, ma si veda Boeninger, 2002, e Fattori, 2005), l’origine della sua attività si deve legare al mondo della produzione libraria manoscritta, probabilmente a Roma già nel 1462 e poi a Firenze nella bottega del cartolaio Domenico di Piero di Giovanni dal 1476 al 1478. Ancora nel 1476 era pagato dal convento di S. Spirito «pro scriptura di quinterni quattordeci di carta pecorina […] ad uso di lectionali da choro» (Boeninger, 2003, p. 228 s.). Non è da confondersi con il cartografo e astrologo Niccolò di Giovanni, indicato nei documenti come Nicolaus Germanus, attivo a Firenze nello stesso periodo.
Le edizioni sottoscritte da Niccolò di Lorenzo o a lui assegnabili sono poco meno di 50 (Rhodes, 1988). La prima con sottoscrizione e data è quella delle Quaestiones super libros Aristotelis de anima di Alfonso da Toledo del 26 luglio 1477 (Indice generale degli incunaboli, I.G.I., n. 407), ma è stata avanzata l’ipotesi che la sua attività fosse iniziata nei primi anni del decennio, se si devono attribuire a lui le tre stampe del cosiddetto «Tipografo del Terentius»: l’editio princeps del Decameron di Giovanni Boccaccio (I.G.I., n. 1772), il Terentius, Comoediae (I.G.I., n. 9406), e le Epistolae et Evangelia (I.G.I., n. 3690), che sono da considerare prodotte a Firenze e non a Napoli, come era stato in origine ipotizzato da Robert Proctor (Scapecchi, 1984; Boeninger, 2003).
Nell’ottobre 1475 entrò in società con Cappone di Bartolomeo Capponi. La compagnia terminò ufficialmente nel febbraio 1481, ma già nel novembre dell’anno precedente Bartolomeo Fonzio aveva costituito a nome di Niccolò una nuova società con fra Domenico da Pistoia, governatore del monastero di Ripoli, e con il cartolaio Bartolomeo del fu Domenico di Guido, con una durata prevista fino al gennaio 1483.
La produzione tipografica di Niccolò è di alto profilo: oltre al De Christiana religione di Marsilio Ficino in volgare del 1474 (I.G.I., n. 3859; la data è in stile fiorentino, come si ricava dalla nota di acquisto manoscritta di Francesco Bartolomeo Nelli nell’esemplare magliabechiano B.7.23) e in latino nel 1476 (I.G.I., n. 3857; la data è impressa a stampa nell’esemplare della Guidhall Library di Londra), in quegli anni uscirono il Dante con illustrazioni (I.G.I., n. 360); Francesco Berlinghieri, Geografia (I.G.I., n. 1492); Leon Battista Alberti, De re aedificatoria (I.G.I., n. 155; cfr. Fiaschi 2001), Antonio Bettini da Siena, Monte Santo di Dio (I.G.I., n. 711). È notevole che Niccolò abbia utilizzato per la illustrazione libraria l’incisione metallica e non xilografica.
La stampa della Commedia (edizione tutta tesa a riaffermare la fiorentinità del sommo poeta rispetto all’edizione milanese di Martino Paolo Nidobeato) ebbe la partecipazione finanziaria della famiglia Medici e l’interessamento di Bernardo Bembo. Se ne conserva un’edizione di dedica alla Signoria impressa in pergamena (senza incisioni, ma la cui decorazione è attribuita al miniatore Attavante degli Attavanti, con legatura in velluto con nielli tradizionalmente attribuiti al Pollaiolo, ma ora ritenuti di Baccio Baldini). La collaborazione tra disegnatore (Sandro Botticelli), incisore (Baldini) e tipografo si interruppe prima della conclusione dell’opera; la classificazione delle illustrazioni eseguita da Hind (1938-48) e da Bartsch (1993) distingue cinque categorie a seconda delle incisioni presenti negli esemplari, che al massimo sono 19, relative alla prima cantica, di cui dalla quarta alla diciannovesima tirate a parte e applicate successivamente sugli spazi lasciati preventivamente sul testo tipografico.
L’ultima impresa tipografica di Niccolò fu la tormentata stampa dei Morali di s. Gregorio Magno (I.G.I., n. 4447), con una tiratura prevista di 1025 copie e iniziata con una compagnia stretta con Antonio di Luca di Berto, speziale che mise 150 ducati necessari per pagare la manodopera, gli inchiostri e le spese, mentre Niccolò fornì la carta, gli arnesi e i caratteri. Per motivi non chiari la realizzazione del libro fu interrotta per la tiratura dell’Alberti nel settembre 1484 e ripresa solo dopo il 5 novembre, quando Niccolò affidò («locavit»; Boeninger, 2002, doc. VII) la stampa al prete Lorenzo di Girolamo Tinghi.
Un ulteriore documento del luglio 1485 lo dichiara «ad presens captus in carceribus Stincharum comunis Florentiae» (ibid., doc. IX): soffocato dai debiti, si impegnava a consegnare il torchio «cum omnibus suis fulcimentis et libras ducentas litterarum pro imprimendo et formando libros» con il quale si stava stampando il s. Gregorio.
Successivamente a questo documento non si hanno notizie di Niccolò di Lorenzo, che certamente morì poco dopo, con ogni probabilità a Firenze.
Fonti e Bibl.: British Library, Catalogue of books printed in the XVth century now in the British Museum. Part VI, London 1930, pp. XIV-XV, pp. 624- 631; Part XII, ibid. 1985, p. 45; Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d’Italia (I.G.I.),Roma 1943-81, ad ind.; D. Marzi, I tipografi tedeschi in Italia durante il secolo XV, in Festschrift zum fünfhundertjähringern Geburtstage von Johann Gutenberg in Auftrage der Stadt Mainz, Mainz 1900, pp. 496 s.; E. Rostagno, Di un esemplare del De Christiana religione di Marsilio Ficino, in La Bibliofilia, II (1901), pp. 397, 409; A.M. Hind, Early Italian engraving..., New York-London 1938-48, ad ind.; R. Ridolfi, Contributi sopra Niccolò Tedesco, in La Bibliofilia, LVIII (1956), pp. 1-14; L. Donati, Il Botticelli e le prime illustrazioni della Divina Commedia, ibid., LXII (1960), pp. 205-289; Id., Ripensamenti sulle prime illustrazioni della Divina Commedia, ibid., LXIII (1961) pp. 3-72; M. Levi D’Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo..., Firenze 1962, p. 216; R. Ridolfi, Le ultime imprese tipografiche di Niccolò Tedesco, in La Bibliofilia, LXVII (1965), pp. 143-152; L. Donati, Il Manetti e le figure della Divina Commedia, ibid., pp. 273-296; K. Buhler, The first edition of Ficino’s De Christiana Religione: a problem in bibliographical description, in Studies in Bibliography, XVIII (1965), pp. 248-252; B. Maracchi Biagiarelli, Niccolò Tedesco e le carte della Geografia di Francesco Berlinghieri autore-editore, in Studi offerti a Roberto Ridolfi direttore de «La Bibliofilia», Firenze 1973, pp. 377-397; F. Geldner, Die deutschen Inkunabeldrucker, II, Stuttgart 1979, pp. 105-108; P. Veneziani, Vicende tipografiche della Geografia di Francesco Berlinghieri, in La Bibliofilia, LXXXIV (1982), pp. 195-208; S. Gentile, Marsilio Ficino e il ritorno di Platone. Manoscritti, stampe e documenti, Firenze 1984, schede 64, 66; P. Scapecchi, Scava, scava vecchia talpa! L’oscuro lavoro dell’incunabolista,in Biblioteche oggi, II (1984), 6, p. 42; D.E. Rhodes, Gli annali tipografici fiorentini del XV secolo, Firenze 1988, ad ind.; Firenze e la scoperta dell’America: Umanesimo e geografia nel ’400 fiorentino, a cura di S. Gentile, Firenze 1992, scheda 102; The illustrated Bartsch, XXIV, New York 1993, pp. 222-239; M. Conway, The diario of the printing press of San Jacopo di Ripoli 1476-1484. Commentary and transcription, Firenze 1999, p. 39; P. Scapecchi, Cristoforo Landino, N. di L. e la Commedia, in Sandro Botticelli. Pittore della Divina Commedia, a cura di S. Gentile, I, Milano 2000, pp. 44- 47; S. Fiaschi, Una copia di tipografia finora sconosciuta: il Laurenziano Plut. 89 Sup. 113 e l’«editio princeps» de De Re Aedificatoria, in Rinascimento,s. 2, XLI (2001), pp. 267-284; L. Boeninger, Ein deutscher Frühdrucker in Florenz: Nicolaus Laurentii de Alemania, in Gutenberg Jarhbuch, LXXVII (2002), pp. 94-109; Id., Ricerche sugli inizi della stampa fiorentina, in La Bibliofilia, CV (2003), pp. 225-248; D. Fattori, La prima tipografia mantovana, ibid., CVII (2005), pp. 107 s.; L. Boeninger, Die deutsche Einwanderung nach Florenz in Spätmitteralter, Leiden-Boston 2006, pp. 307-311; P. Scapecchi, Una dibattuta questione. Da [Napoli, Tipografo del Terentius] a [Firenze, Niccolò di Lorenzo per Antonio di Guido]. Sull’identificazione e la localizzazione di una ignota tipografia, in Rara volumina, 2007, n. 2, pp. 5-11.