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SODERINI, Niccolò di Geri

di Vieri Mazzoni - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 93 (2018)
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SODERINI, Niccolò

Vieri Mazzoni

di Geri. – Nacque non più tardi del secondo decennio del Trecento, se già prima del 1343 aveva svolto funzioni dirigenziali nella compagnia degli Acciaiuoli: cresciuto infatti in una famiglia di mercanti – il padre Geri e gli zii Giovanni e Guccio furono soci dei Peruzzi tra il 1300 e il 1345 –, era stato fattore delle filiali degli Acciaiuoli a Venezia e a Parigi (Sapori, 1967-1982, II, pp. 693 s.; Hoshino, 2001, p. 99).

Si può pensare che in seguito si fosse messo in proprio, mercé l’immatricolazione insieme con il fratello Luca nell’arte della lana – e in questa nell’importante membro del convento di San Pier Scheraggio – avviando una bottega di lanaioli, ma di tale impresa non si hanno ulteriori notizie (Archivio di Stato di Firenze, Manoscritti, 540, cc. n. n.). Analogamente è accertata la sua immatricolazione nell’arte di Calimala nei decenni successivi, poiché ne fu console nel 1371, 1373, 1374 e 1376, e rappresentante tra i Cinque della mercanzia del 1371, ma non si conoscono sue attività commerciali o bancarie (542, cc. n. n.; Carte Strozziane, Seconda serie, 66, cc. n. n.; Mercanzia, 186, cc. n. n., 191, c. 68r). Doveva comunque godere di una condizione economica più che florida, a giudicare dalle poste dell’estimo del 1352 e 1353, e soprattutto dal pagamento delle altissime prestanze impostegli nel 1359 e nel 1369, rispettivamente 90 e 80 fiorini d’oro, seppur questa seconda somma in compartecipazione con il fratello Francesco (ibid., Estimo, 6, c. 22r, 202, c. 107v: Prestanze, 5, c. 32r, 129, c. 134v).

Secondo le fonti fiscali Soderini risiedeva in via del Fondaccio nel popolo di San Frediano, nel gonfalone Drago del quartiere di Santo Spirito; il cronista Marchionne di Coppo Stefani, suo contemporaneo, ne ricorda la casa sita «al canto della piazza del Ponte alla Carraia all’uscire di Gualfonda e andare alla Cuculia» (Cronaca fiorentina..., 1903, p. 319).

Alla condizione economica faceva riscontro un adeguato status politico, testimoniato dai numerosi uffici degli esecutivi cittadini tenuti a partire dal 1360: fu infatti gonfaloniere di Società nel 1360-61, nel 1368 e nel 1372-73; fece parte del collegio dei Dodici buonomini nel 1369; fu priore delle Arti nel 1367 e nel 1376 e infine gonfaloniere di Giustizia nel 1371 (Archivio di Stato di Firenze, Priorista di Palazzo, ad annos; Capitoli Registri, 28, cc. 96r, 104r, 111rv; Tratte, 746, c. 111v, 759, cc. 74r-76r, 760, cc. 54r-55r, 763, cc. 38r-40r, 42r).

Oltre che nelle magistrature comunali, Soderini fu attivo anche tra i ranghi della Parte guelfa: ne divenne infatti uno dei capitani nel 1368 e nel 1369 (Consulte e Pratiche, 10, cc. 44v, 47r, 50r, 55r, 56v, 61v, 11, cc. 22r e 30r). In realtà, la sua influenza all’interno della Parte guelfa era ben superiore a quanto si può desumere da queste scarne attestazioni. Stefani lo considerava fra i primi agitatori – seppure non uno dei veri capi dell’associazione – e lo accusava di aver ospitato s. Caterina da Siena durante il soggiorno fiorentino del 1377, al fine di strumentalizzarne la figura e il carisma per sostenere la politica oligarchica e le pratiche esclusorie della Parte guelfa, in cambio della promessa di far terminare la guerra – cosiddetta degli Otto santi (1375-78) – tra Firenze e la Chiesa.

Così si esprime infatti il cronista: «nel detto anno addivenne che in Firenze avea una femmina, la quale avea nome Caterina [...]. Questi, che mestavano alla Parte, molto la vedeano volentieri, ed infra gli altri erano maestri uno Niccolò de’ Soderini, lo quale gli avea fatto a casa sua una camera, e in questa alcuna volta era stata [...]. Fu costei condotta, o per sua voglia, o con malizia introdotta per stimolo di costoro molte volte alla Parte a dire ch’era buono l’ammonire, accioché alla Parte si provvedesse di levare la guerra» (Cronaca fiorentina..., 1903, p. 306; Mazzoni, 2010, pp. 97-126, 203-241).

Il forte legame ideale che univa Soderini alla Parte guelfa emerge anche negli avvenimenti drammatici dell’anno successivo: il 18 giugno 1378, infatti, fu tra i partefici che risposero alla chiamata alle armi dei loro capitani, in conseguenza dell’azione intrapresa dall’esecutivo cittadino per far cessare le pratiche esclusorie, e che dopo una sollevazione popolare furono costretti alla fuga, subendo l’incendio delle case e una condanna decennale al confino (Archivio di Stato di Firenze, Provvisioni Registri, 67, cc. 9r-14r).

Furono queste le sue ultime azioni a Firenze. Condannato nel giugno al confino per una durata non inferiore ai dieci anni e ad almeno 30 miglia di distanza dalla città, in agosto gli venne attribuito come luogo di residenza Treviso (Cronaca fiorentina..., 1903, p. 328). Ma già il 30 ottobre fu condannato a una forte multa per aver violato il confino recandosi a Bologna (Archivio di Stato di Firenze, Esecutore degli Ordinamenti di Giustizia, 817, cc. 19r-20r). Pagò la multa, segno tangibile della volontà di mantenere i rapporti con il nuovo regime al potere senza ribellarsi a esso.

La morte lo colse comunque in esilio, a Lucca, il 20 marzo 1381 (Diario d’Anonimo..., 1876, p. 423).

Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze, Capitoli Registri, 28; Carte Strozziane, Seconda Serie, 66; Consulte e Pratiche, 10 e 11; Esecutore degli Ordinamenti di Giustizia, 817; Estimo, 6, 202; Manoscritti, 540, 542; Mercanzia, 186, 191; Prestanze, 5, 129; Priorista di Palazzo; Provvisioni Registri, 67; Tratte, 746, 759, 760, 763.

Diario d’Anonimo Fiorentino dall’anno 1358 al 1389, a cura di A. Gherardi, Firenze 1876, pp. 359 s., 376; I Ciompi. Cronache e documenti, a cura di G.O. Corazzini, Firenze 1888, pp. 3, 8, 35, 95, 133; I Capitoli del Comune di Firenze. Inventario e regesto, a cura di C. Guasti, II, Firenze 1893, pp. 86, 181; Cronaca fiorentina di Marchionne di Coppo Stefani, a cura di N. Rodolico, in RIS, XXX, 1, Città di Castello 1903, pp. 306, 317, 319, 321; Il Tumulto dei Ciompi. Cronache e memorie, a cura di G. Scaramella, ibid., XVIII, Bologna 1917-1934, parte 3, pp. 15 s., 29, 37, 57, 78, 129, 144, 153; A. Sapori, Studi di storia economica. Secoli XIII-XIV-XV, II, Firenze 1982, pp. 693 s.; H. Hoshino, Industria tessile e commercio internazionale nella Firenze del tardo medioevo, a cura di F. Franceschi - S. Tognetti, Firenze 2001, p. 99; V. Mazzoni, Accusare e proscrivere il nemico politico. Legislazione antighibellina e persecuzione giudiziaria a Firenze (1347-1378), Pisa 2010, pp. 97-126, 203-241.

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nìccolo
niccolo nìccolo s. m. [alteraz. del lat. onychĭnus agg. «di onice»]. – Termine presente in vecchi cataloghi di collezioni di gemme: non ha sign. univoco, e spesso è stato usato come sinon. pop. di onice.
niccolite
niccolite s. f. [der. di Niccolum, nome lat. scient. del nichel (di cui ha lo stesso etimo)]. – Minerale esagonale, arseniuro di nichel, importante per l’estrazione di questo metallo: si trova di solito in masse compatte di colore roseo...
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