DELLI, Niccolo (Nicolá Florentino)
Figlio di Niccolò, farsettaio, e di madonna Orsa, nacque a Firenze nel 1413; fratello di Daniele detto Dello e di Sansone. Dai documenti del Catasto fiorentino si desume che il D. nel 1430 frequentava la bottega di un pittore e che nel 1433 si trovava ancora a Firenze; dopo questa data presumibilmente accompagnò il fratello Dello in Spagna, poiché risulta dalla portata al catasto del 1442 che egli in quell'anno non faceva più parte del nucleo familiare. Nel 1445 il D. si trovava a Salamanca, dove il 15 dicembre gli venne affidato l'incarico di affrescare le pareti laterali e la calotta dell'abside nella cattedrale vecchia, al disopra del grande retablo in onore della Vergine che, come recita il contratto, era stato appena posto insitu. Sebbene nel documento non venga citato l'autore del retablo, la critica è concorde nel ritenerlo opera di Dello (Salmi, 1934), esempio della versione italiana del gotico internazionale (Yarza, 1980, p. 393); è quindi verosimile che il D. abbia precedentemente collaborato alla esecuzione dei cinquantatré pannelli, piccole tempere su fondo oro, con le Storie della Vergine e di Cristo. Infatti, dopo la partenza del prestigioso fratello, presente in Italia nel 1446, al D. restò il compito di completare la decorazione pittorica della cappella maggiore con l'affresco del Giudizio finale, che degnamente corona il grande retablo. Il D., non più umile collaboratore del fratello maggiore, poté liberamente esprimere la sua personalità, già permeata di elementi innovatori, che preludono al Rinascimento, assorbiti nel suo apprendistato fiorentino. Rispetto al sottostante retablo, uno spirito nuovo aleggia nell'affresco dove il Cristo giudicante, dalle forme espanse, solleva il braccio nell'atteggiamento che sarà poi adottato da Michelangelo per il Cristo giudice della cappella Sistina.
Non è rimasta traccia a Salamanca di altre opere del D., sebbene nel 1466 avesse a Cantalapiedra, in terra salamantina, una bottega di vasta risonanza, con apprendisti che giungevano da altre province (Gomez-Moreno, 1928, p. 14).
In Spagna i contemporanei lo consideravano "pictorem egregiuni in pictura dieta vulgariter sobre lo fresch" (Sanchis y Sivera, 1909, p. 147), al punto che i canonici della cattedrale di Valenza decisero di affidare a lui l'impegnativo compito di riaffrescare la cappella maggiore, andata distrutta in un incendio. Il 15 sett. 1469, secondo la consuetudine, gli allogarono un affresco di prova con l'Adorazione dei magi, tuttora conservato nella sala capitolare della cattedrale. Purtroppo il D., subito dopo il suo arrivo a Valenza, si ammalò gravemente e fra stenti e sofferenze, ripetutamente sollecitato dai canonici irati e delusi, con estrema fatica portò a termine l'affresco, aiutato da un mediocrissimo pittore valenzano di nome Barò.
Dai documenti della cattedrale di Valenza risulta che il D. dipinse anche due immagini di S. Bartolomeo ed altre opere di minore importanza, oggi scomparse.
Morì poverissimo e nella più squallida solitudine, nell'ospedale di En Sorell a Valenza, certamente dopo il novembre del 1470 o nei primi mesi del 1471 (ibid., p. 239).
Bibl.: M. Gomez Moreno, Maestro Nicolao Florentino y sus obras en Salamanca, in Boletin de la Sociedad castellana de excursiones, II (1905), pp. 13-138;Id., Elretablo de la catedral vieja de Salamanca, in Archivo español de arte y arqueologia, IV (1928), 10, pp. 5-16; J. Sanchis y Sivera, La catedral de Valencia, Valencia 1909, pp. 147 nn. 2 s., 238 s.; M. Salmi, Aggiunte al Tre e al Quattrocento fiorentino, in Rivista d'arte, XVI (1934), pp. 180-186; A. Condorelli, Precisazioni su Dello Delli e Nicola Fiorentino, in Commentari, XIX (1968), pp. 197-211 (con documenti e bibliografia); Y. Yarza, Historia del arte hispánico, II, La Edad Media, Madrid 1980, p. 393; B. Borngässer, Die Apsisdekoration der Alten Kathedrale zu Salamanca und die Gebrüder Delli aus Florenz, in Mitteilungen des Kunsthist. Institutes in Florenz, XXXI (1987), pp. 237-90; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXV, pp. 432s. (s.v. NiccolòFiorentino; lo identifica con Dello [Daniele]).