NICCOLO del Preposto da Perugia
NICCOLÒ del Preposto da Perugia (Nicolaus de Perugia, Magister Ser Nicholaus Prepositi de Perugia, Niccolò del Proposto, Ser Nicholo del Proposto). – Nacque probabilmente a Perugia nella prima metà del Trecento. Nei manoscritti musicali il nome di battesimo non è mai accompagnato da un cognome o da un patronimico; la dicitura Nicholaus Prepositi e la città di provenienza fanno però ritenere che fosse figlio di un alto funzionario dell’amministrazione perugina, un 'preposto' (ossia colui che nelle magistrature cittadine teneva il primo posto).
La sua attività è documentata a Firenze nella seconda metà del secolo XIV. Fu tra i collaboratori più stretti di Franco Sacchetti e mise in musica molti suoi componimenti. Su questa base si può ipotizzare che diversi suoi pezzi siano stati composti a Firenze tra il 1354 e il 1373. L’unica informazione biografica certa (D’Accone, 1971, pp. 147-149) è un documento del 1362 che lo segnala assieme a Ser Gherardello (altro importante compositore del Trecento) nel convento fiorentino vallombrosano di S. Trinita. Non è certo che si possa identificare con lui il «Ser Nicolò» cantore di laude a Firenze nel 1393 (D’Accone, 1970, p. 257).
Dovette essere in contatto con Bartolino da Padova: entrambi intonarono il madrigale La fiera testa, che contiene un espresso riferimento polemico alla famiglia Visconti, al loro stemma (la vipera ovvero «La fiera testa che d’uman si ciba») e al loro motto («soffrir m’estoit»). Può darsi che Niccolò abbia composto il madrigale intorno al 1400, al colmo delle ostilità tra Firenze e Milano e durante il breve dominio dei Visconti su Perugia (1400-02).
Ignoti il luogo la data di morte.
Di Niccolò si conservano 41 brani: 23 unica nel codice Squarcialupi (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, 87; facsimile: Il codice Squarcialupi: Ms. Mediceo Palatino 87 …, a cura di F.A. Gallo, Firenze-Lucca 1992); 13 con 5 unica nel ms. Londra, British Library, Add. 29987 (facsimile: The Manuscript London, British Museum, additional 29987 …, a cura di G. Reaney, s.l., 1965); 6 nel ms. Paris, Bibliothèque nationale, fonds italien, 568; 1 nel ms. Firenze, Biblioteca nazionale, Panciatichi 26 (facsimile: Il codice musicale Panciatichi 26 della Biblioteca nazionale di Firenze …, a cura di F.A. Gallo, Firenze 1981); 2, di cui un unicum, nel ms. Archivio di Stato di Lucca, 184 (The Lucca codex: codice Mancini …, a cura di J. Nádas - A. Ziino, Lucca 1990). Di 3 ballate e 2 madrigali citati da Sacchetti non è pervenuta la musica. Alcuni brani sono citati da Simone de’ Prodenzani (Debenedetti, 1913; Prodenzani, 1998), altri sopravvivono come laude contrafacta.
Il suo ritratto tramandato nel codice Squarcialupi (c. 81v) presenta il compositore in abito ecclesiastico, con un libro aperto sorretto dalla sinistra; in calce al foglio una navicella, nei lati otto soli dorati. La decorazione allude al testo del componimento di Niccolò, il madrigale di Sacchetti Nel mezzo già del mar la navicella, che menziona la costellazione dello Scorpione secondo le teorie degli astronomi Bartolomeo Anglico e Guido Bonatti.
La sua produzione musicale si colloca in un momento di transizione stilistica nella musica del Trecento: il periodo in cui la ballata comincia a imporsi sul madrigale. I suoi madrigali e cacce risultano influenzati dai lavori di Giovanni da Cascia e Jacopo da Bologna (musicisti d’una generazione precedente), ma nel madrigale più tardo Povero pellegrin salito al monte le fioriture melodiche risultano ben definite, così come le relazioni imitative tra le due voci. Anche dalle cacce si evince un’abilità contrappuntistica notevole. Sua specialità sono le ballate 'minime' e 'piccole' (componimenti con una sola ripresa descritti nei trattati di Antonio da Tempo nel 1332 e da Gidino da Sommacampagna tra il 1381 e il 1384), brani aforistici, spesso di contenuto moralizzante e ironico (ne La donna mia, per esempio, la «parte femminile» è cantata dalla voce più grave). Alcune ballate (Donna, posso io sperare) sono in forma di dialogo musicale e poetico; altre contengono solo alcuni elementi dialogici (Chiamo, non m’è risposto); altre ancora presentano il dialogo solo nel testo ma non nella musica (I’ son tuo, donna). Il tenor di Megl’è pur tacere è probabilmente un canto di estrazione popolare, trasmesso in forma di cantus prius factus. Queste brevi ballate in forma di dialogo sono espressione d’un gusto fiorentino borghese che trovò particolare risalto nei lavori di Niccolò e di Andrea da Firenze. Niccolò non ha mai portato a tre voci l’organico dei madrigali e delle ballate: caratteristica peculiare, semmai, della generazione coeva a Francesco Landini, compositore sul quale Niccolò deve peraltro aver esercitato una significativa influenza.
Opere: per le ed. delle opere di Niccolò cfr. Der Squarcialupi-Codex Pal. 87 der Biblioteca Medicea Laurenziana zu Florenz, a cura di J. Wolf, Lippstadt 1955 [d'ora in poi W, con l'indicazione della pagina iniziale] e Italian secular music, a cura di W.T. Marrocco, in Polyphonic music of the fourteenth century, VIII, Monaco 1972 [d'ora in poi M, idem]. Ballate: Benché partir da te, 2 voci [W: 146, M: 101] (lauda contrafactum: Benedetto colui); Ben di fortuna (Niccolò Soldanieri), 2 voci [W: 139, M: 103]; Chiamo, non m’è risposto, 2 voci [W: 120, M: 105]; Chi ’l ben sofrir (Sacchetti), 2 voci [W: 138, M: 106]; Chi vide più bel nero (perduta, citata da Sacchetti); Ciascun faccia per sé (Soldanieri o Antonio Pucci), 2 voci [W: 141, M: 107]; Deh, come ben mi sta, 2 v. [W: 146, M: 126]; Di diavol vecchia (perduta, citata da Sacchetti); Dio mi guardi, 2 voci [W: 136, M: 127] (lauda contrafactum: Signor, merzé ti chieggio); Donna, posso io sperare, 2 voci [M: 128]; Egli è mal far, 2 voci [W: 121, M: 130]; Il megli’ è pur tacere, 2 voci [W: 120, M: 131]; Io vegio in gran dolo, 2 voci [M: 132]; I’ son tuo, donna, 2 voci [M: 136]; La donna mia, 2 voci [W: 149, M: 139] (Prodenzani, n. 40); Lasso, s’io fu’ già preso (perduta, citata dal Sacchetti); Mentre che ’l vago viso, 2 voci [W: 138, M: 145]; Molto mi piace, 2 voci [W: 125, M: 147] (Prodenzani, n. 26); Non più dirò, 2 voci [M: 153]; Non si conosce ’l bene, 2 voci [W: 129, M: 154]; Non so che di me fia, 1 voci [W: 133, M: 155]; Sempre con umiltà, 2 voci [W: 140, M: 183]; Stato nessun ferm’ à, 2 voci [W: 140, M: 191]; Tal sotto l’acqua, 2 voci [W: 133, M: 194]. Madrigali: Cogliendo per un prato, 2 voci [W: 148, M: 109]; Come la gru (Sacchetti), 2 voci [W: 144, M: 112]; Come selvagia fera (Sacchetti), 2 voci [W: 141, M: 114]; Corendo giù del monte (perduto, citato da Sacchetti); I’ son ch’a seguitar, 2 voci [W: 155, M: 133]; It’ a veder ciascun, 2 voci [W: 145, M: 137]; La fiera testa, 3 voci [W: 152, M: 141]; Nel meço già del mar (Sacchetti), 2 voci [W: 119, M: 148] (lauda contrafactum: Nel meço a due ladron); Non dispregiar virtù (Stefano di Cino), 2 voci [W: 134, M: 151]; O giustitia regina (Giovanni Boccaccio?), 2 voci [W: 128, M: 156]; O sommo specchio, 3 voci [W: 150, M: 159]; Povero pellegrin (Sacchetti), 2 voci [W: 127, M: 172] (Prodenzani, n. 25?); Qual perseguita, 2 voci [W: 125, M: 174] (senhal: Isabella); Quando gli raggi, 2 voci [W: 137, M: 177]; Rott’è la vela, 2 voci [W: 135, M: 179]; Tal mi fa guerra (Soldanieri?), 2 voci [W: 142, M: 192]; Una angelletta (perduto, citato da Sacchetti); Vidi com’à [A]mor, 2 voci [W: 147, M: 196]; Virtù, loco non ci à (Soldanieri), 2 voci [W: 154, M: 198]. Cacce: Da poi che ’l sole, 3 voci [W: 121, M: 117]; Passando con pensier (Sacchetti), 3 voci [W 129, M 165]; State sù, donne (Sacchetti), 3 voci [M 184].
Fonti e Bibl.: S. Debenedetti, Il «Sollazzo» e il «Saporetto» con altre rime di Simone Prudenzani d’Orvieto, in Giornale storico della letteratura italiana, XV (1913), suppl., pp. 104, 110, 117; N. Pirrotta, Il codice di Lucca, III: Il repertorio musicale, in Musica Disciplina, V (1951), pp. 116, 118; K. von Fischer, Studien zur italienischen Musik des Trecento und frühen Quattrocento, Bern 1956, pp. 18 s., 22-37, 46-51, 54-63, 70 s., 77 s., 80, 86 s., 89-91, 94, 101; G. Corsi, Poesie musicali del Trecento, Bologna 1970, pp. XLIII, 95-116; G. Thibault, Emblèmes et devises des Visconti dans les œuvres musicales du Trecento, in L’Ars Nova italiana del Trecento, III, Certaldo 1970, p. 152; F.A. D’Accone, Le compagnie dei Laudesi in Firenze durante l’Ars Nova, ibid., p. 257; Id., Music and musicians at the Florentine monastery of Santa Trinita, 1360-1363, in Quadrivium, XII (1971), pp. 147-149; S.K. Kelly, The works of Niccolò da Perugia, diss., Ohio State University, Columbus, Ohio, 1974; M.T. Brasolin, Proposta per una classificazione metrica delle cacce trecentesche, in L’Ars Nova italiana del Trecento, IV, Certaldo 1978, pp. 86, 89, 97 s., 103; G. Capovilla, Materiali per la morfologia e la storia del madrigale ‘antico’, dal ms. Vaticano Rossi 215 al Novecento, in Metrica, III (1982), pp. 193-195, 235-237, 240 s., 243; F.A. Gallo, The musical and literary tradition of fourteenth-century poetry set to music, in Musik und Text in der Mehrstimmigkeit des 14. und 15. Jahrhunderts, Wolfenbüttel 1984, pp. 60-64, 66, 68-73; A. Mazzantini, Le ballate di Niccolò da Perugia, in L’Ars Nova italiana del Trecento, V, a cura di A. Ziino, Palermo 1985, pp. 179-195; F. Sacchetti, Il libro delle rime, a cura di F. Brambilla Ageno, Firenze-Perth 1990, pp. 42, 46, 54, 66, 69, 121, 142, 160, 192 s.; G. Di Bacco, Nuove osservazioni sul codice di Londra (British Library, MS Additional 29987), in Studi musicali, XX (1991), pp. 187, 198-200; K. von Fischer, Le biografie, in Il codice Squarcialupi, a cura di F.A. Gallo, I, Firenze-Lucca 1992, pp. 127-144; N. Pirrotta, Le musiche del codice Squarcialupi, ibid., pp. 193-222; G. Ciliberti, «La bella stella»: il sogno, l’immaginario, il meraviglioso nella musica italiana del Trecento, in Musica Disciplina, LI (1997), pp. 151-154, 163, 176; B. McD. Wilson, Madrigal, lauda, and local style in Trecento Florence, in Journal of Musicology, XV (1997), pp. 145 s., 153; Simone de’ Prodenzani, Sollazzo e Saporetto, a cura di L.M. Reale, Perugia 1998, pp. 137 n. 17, 146 n. 26, 160 n. 40; G. D’Agostino, La tradizione letteraria dei testi poetico-musicali del Trecento, in «Col dolce suon che da te piove»: Studi su Francesco Landini e la musica del suo tempo in memoria di Nino Pirrotta, a cura di M.T.R. Barezzani - A. Delfino, Firenze 1999, pp. 397, 399, 402, 408 s., 411, 413-417, 419, 423; F. Della Seta, in Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. Le biografie, V, pp. 370 s., s.v. Nicolò del Preposto; K. von Fischer - G. D’Agostino, Niccolò da Perugia, in The new Grove dictionary of music and musicians (ed. 2001), XVII, pp. 861 s.; Id., Nicolaus da Perugia, in Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XII, 2004, coll. 1060-1062.