NICCOLO de’ Mirabili
NICCOLÒ de’ Mirabili (Nicolaus de Mirabilibus). – Nacque in data sconosciuta, presumibilmente nel secondo quarto del XV secolo, a Cluj-Napoca (Kolozsvár, Klausenburg, Claudiopoli), oggi Romania, all’epoca Ungheria, probabilmente da genitori italiani.
Entrato fra i domenicani presso il convento della città natale, venne poi trasferito a Košice (Caschau, Cassovia), oggi Slovacchia all’epoca Ungheria, sede di un importante studium theologicum dell’Ordine, dove compì i primi studi di logica, filosofia e teologia, fino al 25 marzo 1476, quando il generale Leandro de Mansuetis lo rimandò a Kolozsvár. Completò gli studi presso il convento di Buda, dove la sua presenza è attestata attorno al 1478, e lì ebbe come maestri Francesco de Neritono, che aveva insegnato all’Università di Padova, e Serafino Bona. Forse grazie all’intercessione di Neritono, agli inizi degli anni Ottanta poté recarsi in Italia, presso il convento di S. Agostino a Padova, per completare la formazione nella locale università.
Il 7 novembre 1481 un atto del generale dell’Ordine Salvo Cassetta gli conferì il permesso di leggere le sentenze in vista del conseguimento del titolo di magister di teologia. Il 1° agosto 1482 è attestata la sua iscrizione all’ateneo patavino per il secondo anno di studi prima del baccalaureato biblico, mentre il 1° marzo dell’anno successivo venne registrato come studente della facoltà di teologia, dove il 20 maggio conseguì il baccalaureato e il conseguente grado di magister, titolo approvato al Capitolo generale nel gennaio 1484. In quella stessa occasione accettò la reggenza dello Studium del convento di Siena e di quello del convento di S. Maria sopra Minerva a Roma, incarico rinnovato per l’anno 1488-89. Verso la fine del 1488 fu nominato reggente dello Studium di Santa Maria Novella a Firenze, dove si impegnò in un’intensa attività spirituale e culturale.
Nel 1489 tenne un’apprezzata predica sulla doctrina de conscientia presso il convento delle suore domenicane di S. Pietro e su richiesta della comunità ne realizzò una pubblicazione in volgare fiorentino (ed. in V. Fraknój - J. Ábel, Irodalomtörténeti Emlékek [Monumenti di storia della letteratura], I, Budapest 1886, pp. 289-350). Nel giugno dello stesso anno fu impegnato in una disputa teologica con il minore conventuale Giorgio Benigni de’ Salviati (Juraj Dragišić) – reggente dello Studium francescano di S. Croce e inquisitore, appartenente alla scuola scotista – il quale aveva affermato che quello di Adamo non fosse il più grave fra i peccati.
La prima parte della disputa si svolse a S. Reparata il 23 giugno 1489, vigilia di s. Giovanni Battista, alla presenza dell’élite intellettuale della città. Niccolò contestò le posizioni di Benigni, giungendo a toccare il tema ancor più delicato dei rapporti fra onnipotenza di Dio e male morale. Il 30 giugno il confronto proseguì in casa di Lorenzo de’ Medici, che vi intervenne personalmente assieme ad altri intellettuali, come Poliziano e Pico della Mirandola. Gli incerti esiti della controversia vennero riassunti da Niccolò nel trattatello Disputatio nuper facta in domo Magnifici Laurentii Medicensis (inter Nicolaum de Mirabilibus et Georgium Benignum de Salviatis de peccato Adam), pubblicato il 27 luglio (ed. in Fraknój - Ábel, cit., pp. 351-426), cui Benigni replicò con durezza pochi giorni dopo con il suo Septem et septuaginta mirabilia reperta in opuscolo magistri Nicolai de Mirabilibus. Georgius Benignius de Salviatis, Ordinis Minorum sacrae theologiae professor, ad magnificum Laurentium Medicen.
Poco dopo la disputa, nel settembre dello stesso anno, lasciò definitivamente l’Italia per rientrare in Ungheria quale reggente dello Studium di Buda, dove lo si trova il 25 novembre 1489. Il suo ritorno fu accompagnato da una lettera di Marsilio Ficino indirizzata al re Mattia Corvino in cui si lodavano la sua cultura e le sue capacità dialettiche, nonché la sua profonda conoscenza dell’opera di Tommaso d’Aquino. Tenne la reggenza dello Studium di Buda solo per un anno, ma contemporaneamente era entrato a corte quale cappellano col titolo di predicatore apostolico, carica che mantenne almeno fino al 1493. Dal 1490 fu inoltre promosso priore del convento di Buda e il 1° ottobre 1493 fu nominato vicario generale della provincia ungherese e poco dopo priore provinciale. Il 23 giugno 1493 tenne un’orazione sulla provvidenza divina di fronte alla corte del re di Ungheria Uladislao II e dal testo di quell’orazione ricavò un piccolo opuscolo De praedestinatione (Wien, Nat. Bibl., ms. 1566 [XV sec.], ed. in C.J. Jellouschek, Des Nicolaus e Mirabilibus O.P. Abhandlung über die Prädestination, Wien 1918, pp. 15-49) che dedicò al cancelliere Giovanni Schellenberg. Sembra inoltre che per alcuni anni abbia svolto le funzioni di inquisitore, qualifica che egli stesso si attribuisce in una lettera di dedica del De praedestinatione, indirizzata al re nel settembre 1493. Continuò a insegnare presso lo Studium di Buda e progettò di comporre un’opera, De vera felicitate,che tuttavia non realizzò mai. In qualità di provinciale redasse gli statuti per l’ordinamento dello Studium, testo che è andato perduto. Il 24 maggio 1494 fu confermato nelle funzioni di priore del convento di Buda e di provinciale.
Morì nel 1495 – come sembra emergere da una lettera del generale dell’Ordine, Gioacchino Torrianni al nuovo provinciale Giovanni Episcopi –, probabilmente prima del 24 marzo, data in cui è già in discussione l’elezione del successore.
Fonti e Bibl.: Marsilii Ficini opera, Basileae 1561, p. 902; I. Quétif - I. Echard, Scriptores Ordinis Praedicatorum, I, Paris 1719, pp. 878-87; F. Fossi, Novelle letterarie, Firenze 1790, p. 613; Monumenta Ordinis Fratrum Praedicatorum Historica, VIII, Roma 1900, pp. 383 s.; P.O. Kristeller, Supplementum Ficinianum, II, Firenze 1937, p. 347; F. Banfi, Fr. N. de M. O.P. Reggente dello studio di S. Maria Novella di Firenze, in Memorie domenicane, LII (1935), pp. 177-182, 268-275, 305-310; Id., Per la biografia di Fra N. de M. O.P., ibidem, LV (1938), pp. 3-12; Id., Di Fra Andrea di Niccolò d’Ungheria O.P. del codice Ottob. Lat. 26 della Vaticana, in Archivum Fratrum Praedicatorum, IX (1939), pp. 298-310; M.J. Fehér O.P., I Domenicani di Cassovia e l’Italia del Quattrocento, in Corvina. Rassegna italo-ungherese, XI-XII (1943), pp. 545-589; C. Dionisotti, Umanisti dimenticati?, in Italia medioevale e umanistica, IV (1961), pp. 287-321; C. Piana, Ricerche su le Università di Bologna e di Parma nel secolo XV, Firenze 1964, pp. 66, 154 s.; C. Vasoli, Notizie su Giorgio Benigno Salviati (Juraj Dragišić), in Studi in onore di Gabriele Pepe, Bari 1969, pp. 429-498; L. Gargan, Lo studio teologico e la biblioteca dei domenicani a Padova nel Tre e Quattrocento, Padova 1971, p. 147; Z.C. Šojat, De voluntate hominis eiusque praeeminentia et dominatione in anima secundum Georgium Dragišić, Vicenza 1972, pp. 40, 59, 63; C. Piana, La facoltà teologica dell’Università di Firenze nel Quattro e Cinquecento, Grottaferrata 1977, pp. 265-267; Th. Kaeppeli, Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi, III, Roma 1980, pp. 177-179; A. Verde, Lo studio fiorentino 1473-1503. Ricerche e Documenti, Firenze 1985, IV, 2, pp. 822-831, IV,3, pp. 1056-1059; S.I. Camporale, Lo studio fiorentino e la vita universitaria: 1473-1503. Cronache di cultura a Firenze nel ’400, in Memorie Domenicane n.s., XVIII (1987), pp. 347-367; C. Vasoli, Le dottrine teologiche e i primi inizi della crisi religiosa, in Le filosofie del Rinascimento, a cura di Id., Milano 2002, pp. 154-174 (in partic. p. 162).