CONFORTO, Niccolò (Nicolò, Nicola, Nicolás)
Nacque a Napoli, come si desume dall'atto di battesimo conservato presso la parrocchia di S. Anna di Palazzo (Lib. XIX, Batt., f. 9t), il 25 sett. 1718 da Andrea e Domenica Rosa Avitrano, sorella dei violinisti Giuseppe e Francesco. Il C. non deve essere confuso con un chierico, tal "Nicola Conforto napoletano" aggregato come soprano nella cappella musicale di Benevento, citato da R. Casimiri, Musica e musicisti a Benevento sulla fine del sec. XVI, in Note d'arch. per la storia music., XIII (1936), 3-4, p. 84.
Iniziato giovanisssimo agli studi musicali presso il conservatorio di S. Maria di Loreto, ebbe qui modo di perfezionarsi sotto la guida di Francesco Mancini e Giovanni Fischietti.
Il suo esordio in teatro avvenne solo in occasione dei carnevale del 1746, quando si rappresentò l'opera buffa La finta vedova (teatro dei Fiorentini, libr. di P. Trinchera). L'anno seguentefu la volta de L'amor costante (ibid., libretto di Carlo di Palma, autunno) e de La finta tartara (Roma, teatro Valle, carnevale). Nel 1749 il C. sposò la cantante romana Zefferina Anselmi (sorella della cantante Marianna, ch'era stata sua allieva), in quell'anno attiva al teatro Nuovo.
Nel 1750 il successo conseguito con le sue prime opere buffe gli permise di accedere con un'opera seria al teatro S. Carlo dove fu data per la prima volta Antigono (opera in tre atti su libretto di P. Metastasio, dicembre), destinata a rimanere una tappa importante nel corso della attività compositiva del Conforto. L'opera, in cui per assecondare il gusto dei virtuosi abbondavano Passaggi belcantistici, fu imposta dal celebre sopranista Angelo Maria Monticelli tanto che l'impresario D. Tufarelli, intenzionato a far rappresentare nella sera del 19 dic. 1750 il nuovo dramma del Metastasio Attilio Regolo, spinto a ciò anche dalle moltissime richieste giuntegli in tal senso, si lasciò invece convincere dal Monticelli a far posto all'Antigono, inluogo appunto dell'Attilio Regolo. E la scelta fu fortunata, poiché mentre quest'ultimo fu l'unico dei melodrammi metastasiani ad essere rappresentato una sola volta al S. Carlo (nel 1761, con musica della lommelli, per giunta modificato profondamente nel testo e senza il famoso "addio"), l'Antigono ebbe un esito brillantissimo, tanto da essere ripresentato, con la stessa musica del C., sei anni più tardi, nel luglio del 1756, sulle medesime scene, e nel 1757 a Londra dove ebbe ben undici repliche. La fama del C. si andava a mano a mano diffondendo e, nel 1751, l'ambasciatore cesareo presso la corte napoletana gli commissionò la cantata a 4 voci Gli orti esperidi, da eseguirsi nella ricorrenza dei compleanno dell'imperatrice Maria Teresa (13 maggio).
In quello stesso anno egli ricevette da Madrid l'incarico di musicare per l'onomastico dei re Ferdinando VI (30 maggio) il componimento drammatico Lafesta cinese (libretto di P. Metastasio, Madrid, R. Palacio del R. Sito d'Aranjuez). L'invito gli era giunto dall'amico Carlo Broschi detto Farinelli, celebre cantante nonché insuperabile organizzatore di quegli spettacoli teatrali (opere, serenate e intermezzi cantati) che animarono per la corte dei reali di Spagna.
Il libretto de La festa cinese altro non era che una nuova versione de Le Cinesi, già eseguito a Vienna nel 1735 con musica del Caldara, e di cui si ricorda in particolare l'edizione rappresentata sempre a Vienna ma nel 1754, con musica di C. W. Gluck. Il componimento in un atto scritto dal Metastasio per tre personaggi (Lisinga, Sirene e Tangia), vide, dietro pressioni del Farinelli, aggiungersene un quarto (Silango) e fu lo stesso Metastasio a metter mano al riadattamento. Il C. inviò la musica da Napoli e fu compensato con 5.000 ducati napoletani. Gli interpreti furono: Anna Peruzzi, Teresa Castellini, Elena Pieri e Juan Manzoli. Da notare che né il Fétis, né il Pougin o il Clement citano quest'opera (cfr. Cotarelo y Mori, p. 156).
Nel 1752, per la stessa circostanza (e a tal proposito v'è da registrare che per alcuni autori, come per esempio il Cotarelo y Mori, la data del 30 maggio coincideva con quella del compleanno dei re Ferdinando, mentre per altri essa è la data del suo onomastico), fu commissionata al C. l'opera Siroe (libretto di P. Metastasio, Madrid, teatro del Buen Retiro, stagione di primavera), tra i cui interpreti ricordiamo: la napoletana Regina Mingotti, Teresa Castellini, Isabel Uttini, Domingo Panzacchi, Francisco Giovannini e Juan Manzoli nel ruolo di Siroe. Le cronache del tempo ci dicono che il C. percepì per questa composizione 9.035 "reales" e 10 "maravedises". Anche quest'opera non è menzionata né dal Fétis, né dal Pougin o dal Clement. Il C. già allora dovette recarsi in Spagna, dal momento che i documenti nelle nostre mani testimoniano di una sua presenza, seppure saltuaria, presso la corte di Madrid. J. Subirá afferma che nel 1752 egli sostituì il compositore G. Battista Mele (o Melle) quando questi fece ritorno a Napoli. E ancora lo troviamo al clavicembalo nell'orchestra dei Siroe o in veste di direttore poco tempo dopo il suo arrivo a Madrid, avvenuto definitivamente il 14 ott. 1755.
Prima del trasferimento a Madrid, che pure gli procurò a corte un contratto di 400 dobloni annui più 100 per il viaggio, il C. aveva vissuto momenti di particolare prolificità artistica.
Il 1754 era stato un anno in cui avevano visto la luce diverse sue nuove composizioni. Le ordinazioni dalla Spagna si susseguivano: fu così che compose l'opera L'eroe cinese (titolo originale El Héroe de la China, libretto di Metastasio, ancora per il compleanno di Ferdinando VI, a Madrid, teatro del Buen Retiro, 23 settembre) dei cui allestimento si ricordano le scene di don Francisco Battaglioli, oltre agli interpreti D. Panzacchi, F. Elisi, M. Parigi, N. Luzzi. Sempre in quell'anno, a Madrid ma al teatro di Aranjuez, troviamo la serenata Las modas (su testo dell'abate Pico della Mirandola) tra i cui interpreti figurava lo stesso Farinelli. L'abate ricevette in paga una "sortija" con un grosso brillante attorniato da brifiantini, mentre, al C. andarono 7.529 "reales" e 94 "maravedises".
Intanto continuava ad essere ancora attivo in Italia. A Reggio Emilia, presso il teatro della Fiera si dette l'opera Ezio (libretto di Metastasio, maggio 1754), mentre a Napoli, al teatro dei Fiorentini, si rappresentava La commediante (libretto attribuito ad A. Palomba e rifacimento di D. Macchia; carnevale 1754); fu poi la volta di Roma, dove al teatro delle Dame (o d'Alibert) andò in scena nel 1755 l'opera Livia Claudia Vestale (libretto di A. Guidi, carnevale 1755). Intanto la supremazia indiscussa dell'opera italiana in Spagna faceva sì che una schiera di compositori quali Iommelli, Latilla, Galuppi assumessero una posizione di preminenza nel panorama teatrale del tempo. Il C. pertanto, pur godendo dei favori e della protezione del Farinelli che nel frattempo era stato insignito dei titolo di cavaliere dell'Ordine militare di Calatrava, si trovò a dover sostenere l'arduo confronto con operisti popolarissimi prima di essere chiamato a corte. Ciononostante il suo esordio non avrebbe potuto essere più felice. Nel 1756, infatti, insieme alla serenata La ninfa smarrita (opera in tre atti, libretto del fiorentino Giuseppe Bonecchi o Bonechy, Madrid, teatro Aranjuez, 30 maggio, scene di Battaglioli, interpreti T. Castellini, M. Parigi, A. Raaf, F. Elisi, G. Veroli) e al componimento drammatico a due voci La pesca che egli musicò su libretto anch'esso di G. Bonecchi, il C. fece rappresentare l'opera Nitteti (libretto di P. Metastasio, Madrid, teatro del Buen Retiro, per il compleanno del re il 23 sett. 1756 o nell'ottobre 1755 secondo il Manferrari; interpreti F. Elisi, M. Parigi, T. Castellini, G. Veroli); l'opera, tra le sue più fortunate, gli valse innumerevoli riconoscimenti.
A proposito della Nitteti e della sua genesi esistono opinioni contrastanti. Il Prota-Giurleo afferma che il Metastasio, il quale lavorava allora intorno ad un nuovo melodramma (appunto Nitteti), volle che a musicarlo fosse chiamato il Conforto. L'opera sarebbe stata quindi rappresentata per la prima volta a Vienna nel 1756, e quando il Farinelli richiese al poeta un "nuovo capolavoro" per il teatro di Madrid, questi rispose inviando la sua Nitteti, accompagnata da una dedica e da un sonetto inedito, mantenendo altresì intatta la musica del Conforto. Il grosso successo che ne sarebbe scaturito a Madrid meritò al C. la nomina di maestro della reale cappella.
La versione di J, Subirá ci dice invece che Metastasio scrisse l'opera direttamente ed unicamente su invito dei Farinelli, e non per la corte di Vienna. Ad ogni modo, dopo la rappresentazione della Nitteti, lostipendio del C. fu portato a 700 dobloni d'oro, oltre a 50 per l'alloggio, e 200 per il viaggio da Napoli della moglie.
Nel 1757, presentò l'Adriano in Siria (ancora su libretto del Metastasio, Madrid, teatro del Buen Retiro; Napoli, teatro S. Carlo, 4 nov. 1754, secondo il Manferrari). Di quest'opera si conservano i mss. del primo e del terzo atto (Biblioteca del Palacio Nacional). Da segnalare che il Farinelli ottenne dal Metastasio di accomodare e riadattare il vecchio testo dell'Adriano (del 1731), appositamente per il Buen Retiro. Uno degli ultimi lavori del C. è sicuramente il componimento La forza delgenio, o sia Il pastor guerriero (libretto di G. Bonecchi, teatro Aranjulez, 30 maggio 1758, interpreti A. Raaf, G. Veroli, M. Parigi, D. Cesarini, G. Aprile). Il momento dello splendore dell'opera a corte era destinato comunque a durare per poco tempo. Morta infatti la regina Maria Barbara di Braganza (27 ag. 1758), della quale si dice che fu sua protettrice, e morto l'anno seguente il re Ferdinando VI, con l'ascesa al trono di Carlo III la produzione operistica del C. subì un grave contraccolpo. Tuttavia egli rimase in Spagna, dove continuò a comporre musica per le feste e gli spettacoli dell'aristocrazia spagnola.
Molte sono le composizioni del C. andate perdute. Del resto, scarse e frammentarie sono le notizie di cui disponiamo intorno all'attività legata ai suoi ultimi annidi vita. Sappiamo da alcuni documenti (fra cui un memoriale del 1788) scoperti recentemente dal Subirá, che nel '62 era insegnante di musica dell'infanta Maria Josefa, ed ancora che nel '68 era padre di due figli, Emanuele e Gennaro, all'epoca rispettivamente di 10 e 14 anni. Ignoriamo la data della sua morte, che dovette avvenire presumibilmente in Spagna dopo il 1788.
Tra i suoi lavori si ricordano ancora l'opera Alcide al bivio (libretto di Metastasio, ridotta in un atto, Madrid, presso il palazzo del duca di Bejar per festeggiare le nozze del principe delle Asturie, 1765). Il C. compose inoltre la cantata Il nido degli amori (libretto di Metastasio?), per soprano con strumenti (ms. al Conserv. di Napoli, 6.3.9); la serenata Endimione sul cui frontespizio leggiamo: "Da cantarsi in casa del E.xmo Signore conte de Rosenberg, ambasciatore cesareo. In occasione dei reali sponsali tra il seren. arciduca d'Austria e la reale infanta di Spagna donna M. Luisa - 1763". L'Eitner registra inoltre il componimento drammatico La Danza. Nice e Tirsi (libretto di Metastasio, 1756, alla Nationalbibl. di Vienna, 17.558) e l'opera La finta contessina (alla Bibl. dei conservatorio di Parigi). Oltre ai mss. del C. segnalati dall'Eitner e dal Subirà, alla Bibl. del Palacio Nacional di Madrid si conservano la partitura dell'opera Achille in Sciro, mentre nell'archivio troviamo una sinfonia in re per archi, ben cinquanta arie, vari duetti e terzetti su testo italiano e nove Lamentazioni della settimana santa;inoltre, tra le musiche nella Biblioteca del conservatorio di Napoli, è conservato un'aria per la Semiramide (segnatura 34.3.5).
Fonti e Bibl.: F. Florimo, La scuola music. di Napoli e i suoi conservatori, IV, Napoli 1882, pp. 54, 59, 245; C. Dassori, Opere e operisti (1441-1902), Genova 1903, p. 119; E. Cotarelo y Mori, Origines y establecimiento de la opera en España hasta 1800, Madrid 1917, pp. 127, 154, 156 s., 163, 165 s., 171 s., 174 ss., 179 s., 183, 190, 195;A. Della Corte, I primi musicisti di Metastasio, Torino 1922, pp. 311 s., 342 n., Catal. della Bibl. del R. Cons. di musica di S. Pietro a Maiella, a cura di G. Gasperini-F. Gallo, Parma 1934, pp. 222, 346, 414, 415, 436, 660; J. Garcia Marcellan, Catal. del Archivo de musica del Palacio Nacional, Madrid 1938, pp. 37 ss.; H. Anglés-J. Subirá, Catalogo Musical de la Bibl. Nacional de Madrid, II, Barcellona 1949, p. 201; J. Subirá, El Teatro dei Real Palacio, Madrid 1950, pp. 41, 43 s., 50 s., 63; U. Prota-Giurleo, N. C., in Napoli, maggio-giugno 1950, pp. 25 s.; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodr., I, Firenze 1954, pp. 266 s.; A. Loewenberg, Annals of Opera, I, Genève 1955, col. 234; Catal. d. Bibl. d. Istituto musicale "N. Paganini", a cura di S. Pintacuda, IV, Milano 1966, p. 165, H. C. Wolff, L'opera ital. dal 1700 al 1750 (L'opera in Spagna), in Storia della musica Feltrinelli, V, Milano 1978, p. 193; F-J. Fétis, Biographie univ. des musiciens, II, pp. 346 s.;Suppl. I, p. 195; R. Eitner, Quellen-Lex. der Musiker, III, p. 28; Grove's Dictionary of Music and Musicians, II, pp. 406 s.; Encicl. dello Spett., III, coll. 1315 s.; Encyclopédie de la Musique Fasquelle, I, p. 579; La Musica, Diz., I, p. 429;M. Honegger, Dict. de la musique, I, p. 226; The New Grove Dict. of Music and Musicians, IV, pp. 657 s.