CANNICCI, Niccolò
Pittore, nato a Firenze nell'ottobre 1846, morto ivi il 16 gennaio 1906. Lo misero a studiare dapprima col Marrubini e il Pollastrini; frequentò poi le scuole di nudo di Antonio Ciseri. Dello stile di questi la sua prima maniera risentì nella notazione minuziosa e un po' fredda dei particolari (Gioie materne, 1881; La fidanzata, 1870), ma ne trasse anche una pacatezza e purezza disegnativa, una sobrietà di colorito e una nobiltà del comporre che riecheggiano il quattrocentismo dei puristi (Il ritorno dai campi). Sotto l'influenza dei macchiaioli (particolarmente del Fattori e del Signorini) l'arte del C. si volse verso modi più sintetici e più lirica espressione. Dipinse dapprima quadri di genere (Il chierico violinista; Il filo elettrico, 1872; Il primo assalto, 1879); ma presto predilesse i soggetti campestri cui prestò sentimento idilliaco. Pittoricamente la sua modesta originalità consiste nell'avere diradato il tessuto della "macchia" fino ad una labilità di tocco e ad una sobrietà di colore che conferiscono alla di lui tecnica una fluida evanescenza aderentissima al suo temperamento. Altre opere del C. sono: La sementa del grano (1884), Le Rogazioni (1885), La fiera di San Gimignano (1887), Il riposo dei campi (1891), Il ritorno dalla fiera (1894), Sosta di una verghiera in Maremma (1901), Al sorger del sole ('04). Opere del C. si trovano nelle gallerie di Firenze e Venezia.
Bibl.: G. Rosadi, Di N. C., pittore, Firenze 1906; L. Càllari, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911; F. Sapori, N. C., Torino 1920.