ANGELI (Angelius, Angelio, degli Angeli), Niccolò
Nacque a Bucine, in Toscana, nel 1448 da ser Baldassarre e monna Agnese. Studiò a Siena, dove ebbe per maestro Agostino Dati e rimase sicuramente fino al 1472. Poi passò a Firenze, e nel 1492, per opera di Giacomo Salviati, fu accolto nel celebre Studio fiorentino che fioriva a quell'epoca sotto gli auspici di casa Medici. Qui insegnò lettere greche e latine, e spese la sua opera assidua nell'emendare e corredare di dotte prefazioni le edizioni degli scrittori classici che venivano stampate nella tipografia dei Giunta.
Di questa sua attività abbiamo parecchi attestati: egli stesso ne fa menzione nella lettera dedicatoria a Lorenzo de' Medici della famosa edizione da lui curata delle Commedie di Plauto del 1514; anche Filippo Giunta, nella prefazione al Quintiliano stampato nel 1515, rivolgendosi a Roberto Acciaioli, loda la perizia dell'A. nel recensire ed emendare i testi dei classici che la sua tipografia dava alle stampe.
Per i tipi dei Giunta, l'A. curò la stampa, apportandovi notevoli emendamenti, di quasi tutte le opere di Cicerone, e anche di questo ci fanno testimonianza lo stesso A. nella lettera di dedica a Bernardo Dovizi da Bibbiena, premessa alle Opere filosofiche (1516), nonché Filippo e Bernardo Giunta, rispettivamente nelle epistole premesse alle Orazioni di Cicerone contro Verre e contro Marco Antonio (1515).
A. Renouard elenca le seguenti opere edite a cura dell'A. per la stamperia di Filippo: le già ricordate Commedie di Plauto dell'agosto 1514 e un'altra edizione del 1522; i Libri de re rustica, del 1515, nella cui prefazione Filippo scrive di una "accuratissima castigatio" dell'A., e inoltre, sempre dello stesso anno: Macrobio, Interpretatio in somnium Scipionis di Cicerone; Quintiliano, Institutiones oratoriae; Cicerone, Philippicae, Verrinae, Libri Rhetorici, Orationes:del 1516 sono invece le Opere filosofiche.
Morto Filippo Giunta nel 1517, abbiamo scarse notizie dell'attività dell'A. Ritroviamo una sua edizione del 1522 per i tipi degli eredi di Filippo: Titus Livius cum Polybio et Floro; e ancora l'operetta in versi elegiaci di Girolamo Angeriano Napolitano intitolata: De miseria Principum, Florentiae, per haeredes Philippi Iuntae, 1522. È interessante notare come nella lettera dedicatoria l'A., ormai avanti negli anni, scrivesse di aver deciso di sospendere la sua attività. Sappiamo però che nel 1529, unitamente ad Antonio Francini, curò ancora l'edizione degli ultimi due libri di Prisciano, De syntaxi.
T. Accurti cita anche come opera dell'A. De complexu partium orationis e attribuisce l'edizione descritta al sec. XVI, senza poterne specificare l'anno (cfr. anche M. Pellechet).
Oltre all'attività filologica, l'A. si dedicò a raccogliere motti arguti e proverbi. Dopo un'annosa questione sono state infatti a lui attribuite alcune facezie di una Raccolta miscellanea,conservatanella Biblioteca nazionale di Firenze (Cod. Magliab.VI, 196),che vennero edite per la prima volta in Facezie e motti dei secoli XV e XVI, a cura di G. Papanti, Bologna 1874.
Tra le opere che vanno sotto il nome dell'A. esistono anche, nella Biblioteca Riccardiana di Firenze, una Raccolta di proverbi (Cod. Ricc. 702) e un volgarizzamento delle Epistole di Bruto (Cod. Ricc. 2692).
Nel catalogo manoscritto delle opere a stampa della Biblioteca Corsiniana in Roma sono ricordati dei Consilia dell'A. in un volume ora non reperibile.
Bibl.: M. Poccianti, Catalogus scriptorum Florentinorum...Florentiae 1589, pp. 136-137; G. Negri, Istorie degli scrittori fiorentini, Ferrara 1722, p. 420; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, p. 738; A. M. Bandini, De florentina Iuntarum typographia eiusque censoribus....Lucae 1791, pp. 50-55; G. Prezziner, Storia del pubblico Studio e delle Società scientifiche e letterarie di Firenze, I, Firenze 1810, pp. 180, 190; A. A. Renouard, Notice sur la famille des Junte et liste sommaire de leurs éditions jusqu'en 1550, in Annales de l'imprimerie des Aldes, Paris 1834, p. XI e passim; M. Pellechet, Catalogue général des Incunables des Bibliothèques publiques de France,Paris 1897, n. 757; G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae…, Florence 1905, p. 134; G. Mazzatinti, Inventari dei manoscritti delle Bibl. d'Italia, XII, p. 160; G. Fabris, Per la storia della facezia, in Raccolta di studi dedicati a F. Flamini, Pisa 1918, pp. 93-138, poi ristampato come prefazione a L. Domenichi, Facezie, Roma 1923, pp. VII-XXXII; L. Di Francia, Novellistica, Milano 1924, I, pp. 366-378; II, pp. 202 ss.; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, II, Leipzig 1926, coll. 268 s.; T. Accurti, Editiones saeculi XV pleraeque bibliographis ignotae, Florentiae 1930, p. 126, n. 1905; R. Proctor, An index to the earty printed books in the British Museum, Part II, (1501-1520), Section II, Italy...[by Frank Isaac], London 1938, n. 13376; G. Folena, Sulla tradizione dei "Detti piacevoli" attribuiti al Poliziano, in Studi di filologia italiana, XI(1953), pp. 431-448.