AMIDANI, Niccolò
Nacque a Cremona da Bartolomeo all'inizio del secolo XV. Come uditore del cardinale Niccolò Tedeschi, arcivescovo di Palermo, partecipò al concilio di Basilea, ove, prima del 1442, entrò a far parte del circolo di amici che si riuniva intorno ad Enea Silvio Piccolomini, allora primo abbreviatore del concilio, e strinse con lui una intima amicizia che ci è testimoniata da alcune lettere (cfr. Lancetti, pp. 228-229). Quando nel 1443 il Tedeschi, in seguito all'accordo stipulato fra Aifonso d'Aragona ed Eugenio IV, abbandonò il concilio, anche l'A. s'allontanò da Basilea, trasferendosi, con ogni probabilità, a Roma e ottenendo in seguito un canonicato a Mantova. A Roma fu protetto in modo particolare da Eugenio IV, di cui fu cameriere segreto e poi protonotario. Nel 1448 Niccolò V lo fece vescovo di Piacenza, ma non pare che egli sia rimasto in quella città. Nel gennaio del 1453 era vicecamerlengo e governatore di Roma e in tale qualità il 2 gennaio stroncò la congiura di Stefano Porcari, assalendo con una schiera di armati la casa ove questi s'era nascosto, e riuscendo poi a catturarlo nella notte del 5 gennaio. Molto probabilmente, all'influenza che il fratello Vincenzo godeva alla corte di Francesco Sforza, l'A. dovette la nomina ad arcivescovo di Milano, ottenuta il 19 marzo 1453.
Un anno dopo, il 21 marzo 1454, moriva e veniva sepolto nel duomo.
Bibl.: V. Lancetti, Biografia cremonese, I, Milano 1819, pp. 227-229; F. Novati, L'obituario della cattedrale di Cremona, in Arch. stor. lombardo, VII (1880), p. 579; O. Eubel, Rierarchia catholica, II, Monasterii 1914, pp. 188, 216; L. v. Pastor, Storia dei papi, I, Roma 1925, pp. 514-515; E. Cazzani, Vescovi e arcivescovi di Milano, Milano 1955, pp. 225-226; Dict. d'Hist. et de Géogr. Eccles., II, col. 1250.