AMENTA, Niccolò
Nato a Napoli nel 1659 ed ivi morto nel 1719. Dal padre Francesco "eccellente giureconsulto e soprammodo fornito d'ogni bella letteratura", ereditò l'inclinazione alla giurisprudenza e alle lettere, e dall'ambiente intellettuale e culturale dove fu educato e istruito, fu assecondata e favorita tale inclinazione. Si laureò in legge, esercitò l'avvocatura, ma nella pratica del fòro non ebbe fortuna, sia per certa difficoltà di parola, sia per la cagionevole salute. Cercò sollievo e svago negli studi, aderendo a quel movimento di idee che fu rappresentato in Napoli specialmente dalla famosa Accademia degli Investiganti (antiaristotelica), di cui subì fortemente l'influsso e scrisse la storia nella Vita di Leonardo Di Capua, che ne fu il fondatore insieme con Tommaso Cornelio. Prese parte attiva alla fervida vita letteraria che si svolgeva in modo particolare nei molti circoli intellettuali che allora pullularono in Napoli. Ebbe una particolare predilezione per i trattenimenti teatrali, molto in voga allora colà; si dilettò della lettura di autori drammatici italiani e stranieri, e seguendo le orme dell'abate Andrea Belvedere (1645 circa -1732), il quale s'era dato a combattere le stravaganze e le goffaggini delle commedie italo-spagnuole, s'applicò alla riforma del teatro comico, e all'uopo formò una compagnia di filodrammatici e compose sette commedie, nelle quali cercò tradurre in atto i suoi criterî rinnovatori, senza però rinnegare la tradizione classica. Esse sono: la Gostanza (1699), il Forca (1700), la Fante (1701), le Somiglianze (170), la Carlotta (1708), la Giertrude (1717) e le Gemelle (1718). L'Amenta fu anche autore di molte rime varie in opposizione al gusto barocco del Seicento, e di capitoli. Oltre la biografia del Di Capua compose i Rapporti di Parnaso, una lettera in difesa del Muratori, Il torto e il diritto del non si può contro il Bartoli, Della lingua nobile d'Italia e del modo di leggiadramente scrivere ecc.
Bibl.: R. Zagaria, Vita e opere di N. A., Bari 1913, e dello stesso, Varietà su N. A., in Rass. critica della letter. ital., XXII (1917), pp. 35-43.