ALBERTI, Niccolò
Figlio di Iacopo di Alberto. Emulo del padre, divenne, per la sua munifica operosità, molto popolare in Firenze. Nel 1353 fu inviato con una commissione a Volterra per accordarla con i Belforti. Ebbe il priorato per il novembre e il dicembre 1355 e il settembre e l'ottobre 1367. Sei volte "di collegio", fu gonfaloniere di giustizia per il maggio-giugno 1363, anno in cui fu armato cavaliere per i meriti dimostrati nella guerra contro Pisa. Nel 1365, come ambasciatore fiorentino ad Avignone, sollecitò Urbano V, presso il quale si recò poi altre volte, a riportare la sede pontificia a Roma. Nel 1367 scusò la Signoria presso il papa per non essersi unita a lui contro Bernabò Visconti, signore di Milano. Nel giugno 1369 trattò coi Pisani la questione del porto di Talamone e del riattamento del porto pisano, purché si rinnovassero a favore dei Fiorentini le antiche esenzioni. Morì il 7 ag. 1377 e fu sepolto in S. Croce. Fra i suoi atti di liberalità sono da ricordare le opere ordinate in S. Croce; la ricostruzione "ab imis" della chiesa di S. Marcellino a Ripoli nel 1357; il dono, nel 1360, di 500fiorini d'oro al vescovo di Rimini, che li esigeva con minacce di interdetto da quel Comune; la fondazione ad Orbetello, negli anni 1370-1372, di un ospizio per vecchie, arricchito poi di legati da lui disposti con il testamento del 24 sett. 1376. Aveva sposato prima del 1364 una Isabella, nel 1364 Maddalena di Lapo Bombeni e in terze nozze, nel 1365, Adola di Sandro Altoviti (morta il 2 sett. 1394).
Fonti e Bibl.: L. B. Alberti, I primi tre libri della famiglia, a cura di F. C. Pellegrini e R. Spongano, Firenze 1946, p. XLVIII; L. Passerini, Gli Alberti di Firenze,I, Firenze 1870, pp. 74-79; Y. Renouard, Les rélations des Papes d'Avignon et des compagnies comrnerciales et bancaires de 1316 à1378, Paris 1941, pp. 48, 105, 331 e passinz.