PALMA, Niccola
PALMA, Niccola. – Nacque a Campli, nei pressi di Teramo, il 28 giugno del 1777 da Giampalma, dottore in legge e regio economo della diocesi, e da Violante Iannetti.
Iniziò lo studio del latino con lo zio Pasquale Palma, canonico della cattedrale camplese e mostrò un vivo interesse anche per la poesia e la musica, studiando clavicembalo e canto. Tra il 1790 e il 1792 seguì i corsi di filosofia e di matematica elementare presso il seminario della sua città, sotto la guida del pedagogo Michelangelo Cicconi e, successivamente, presso la badia di Corropoli con l’abate Domenico Angeloni. Dal barone Alessio Tulli apprese le prime nozioni di storia, geografia e archeologia. A 21 anni risultava iscritto fra gli Arcadi locali con il nome di Alcano Ladonio.
Dopo la prematura morte del fratello Emanuele, deceduto in seminario l’11 settembre 1787, Niccola venne avviato, per volere del padre, al sacerdozio. Nel 1798 si trasferì a Napoli, per frequentare l’università e nel 1803 conseguì la laurea in diritto civile e canonico; nel frattempo, nel 1801, era stato ordinato sacerdote.
Tornato a Campli dopo la laurea, fu nominato esaminatore e consultore delle diocesi di Ripatransone, di Montalto e della badia nullius di Corropoli. Diventato canonico della cattedrale di Campli, il vescovo lo scelse come maestro di teologia del clero, prefetto delle risoluzioni dei casi morali ed esaminatore pro-sinodale. Nel 1807 recitò un panegirico in onore di Napoleone e l’anno seguente fu inviato a Napoli, come deputato della città presso il nuovo re Gioacchino Murat.
Difficile comprendere la reale posizione di Niccola nei confronti del regime napoleonico del quale sembrò condividere alcune delle riforme, in particolare l’abolizione della feudalità e la riorganizzazione amministrativa; tuttavia, l’adesione al nuovo regime appare essere motivata prevalentemente da una sentita esigenza di ritorno all’ordine e alla legittimità dopo anni di anarchia e di conflitti sociali e politici piuttosto violenti. L’insorgenza e il brigantaggio avevano rappresentato gli aspetti più drammatici di tali conflitti ed erano stati fonte di continua preoccupazione per Palma che ne aveva denunciato la diffusa presenza nel territorio provinciale e la colpevole connivenza di parte della popolazione locale.
Nel 1808 il vescovo di Teramo lo nominò canonico della cattedrale aprutina; trasferitosi a Teramo, divenne insegnante di filosofia e matematica nel seminario, predicatore nel duomo, e assistente spirituale e predicatore nel conservatorio di S. Carlo. Supportò Gaspare del Bufalo durante la sua missione nella diocesi aprutina, subendo il fascino del suo rigorismo spiritualista e misticheggiante, e affiancò il vescovo Alessandro Berrettini durante le visite pastorali.
Fu, spesso, conferenziere in occasione delle maggiori festività religiose e degli avvenimenti civili più importanti, componendo gli elogi funebri per Maria Carolina d’Austria, Pio VII, Leone XII, Francesco I, Maria Cristina di Savoia.
In questi anni, accanto ai prevalenti interessi per l’erudizione antiquaria municipale, si occupò anche di teologia morale e di storia naturale, dando alle stampe diverse opere.
Non è chiara la posizione politica di Palma durante il periodo della Restaurazione, ma con molta probabilità le voci che circolarono sulla sua affiliazione alla carboneria e sulle sue simpatie liberali furono false e riconducibili ai conflitti esplosi tra il clero cittadino durante gli anni del vescovato di Giuseppe Maria Pezzella. Nel 1827, Niccola si dovette difendere dalla calunniosa accusa di aver tentato di avvelenare il vescovo e il canonico Alessandro Forcina, rischiò il carcere, ma fu totalmente scagionato. L’atteggiamento politico di Palma è, forse, riconducibile a un «conservatorismo notabilare cattolico» (Colapietra, 1980, p. 33), all’interno del quale la ricerca dell’ordine, del principio di autorità e della ‘civile concordia’ costituivano i suoi punti di riferimento, rendendo, perciò, possibile al canonico abruzzese tessere, con la stessa sincerità, le lodi di Napoleone, Gioacchino Murat, Francesco I.
Dopo il 1830 Palma si dedicò a tempo pieno alla stesura della sua opera più importante e tra il 1832 e il 1836 diede alle stampe, la Storia ecclesiastica e civile della Regione più Settentrionale del Regno di Napoli. Detta dagli antichi Prætutium, ne’ bassi tempi Aprutium oggi città di Teramo e diocesi aprutina, che gli procurò fama ben oltre i confini regionali.
Realizzata in 5 volumi, più volte ristampata, l’opera è frutto di un lavoro durato quasi un trentennio, durante il quale Niccola portò a termine una capillare ricerca documentaria in diversi archivi privati e pubblici, ecclesiastici e civili, di Teramo e provincia. Nei primi tre volumi erano narrati gli avvenimenti storici dall’età preromana fino al 1833; il IV volume era dedicato agli edifici sacri e alle istituzioni religiose; il V era riservato alle biografie degli uomini illustri. Il testo era frutto di una complessa gestazione ma anche dei numerosi interessi e della variegata cultura del canonico abruzzese, che si muoveva ancora all’interno dell’erudizione settecentesca, pur con significative influenze contemporanee e con una sensibilità romantica che a più riprese traspariva nelle sue pagine. Se da una parte, infatti, l’intento principale dell’autore era quello di riportare alla luce e far conoscere documenti e carte d’archivio, dall’altra c’era l’intenzione di conservare per i posteri le memorie patrie, aderendo a una concezione pedagogica e morale della storia, che doveva «istruire» gli uomini attraverso la ricostruzione veritiera dei «fatti accaduti» [Storia ecclesiastica, rist. 1980, III, p. 538]. Al clero colto spettava un ruolo-guida fondamentale, nell’opera di acculturazione e moralizzazione della società, riconoscendogli un impegno civile e sociale che andava ben oltre la mera erudizione settecentesca. Nel testo, infine, confluivano gli interessi archeologici di Palma, anche se appare con evidenza la dilettantistica approssimazione delle sue ricostruzioni.
Socio di diversi istituti e società (Istituto di corrispondenza archeologica di Roma dal 1831, Società Economica di Teramo dal 1833, Reale istituto di Incoraggiamento di Napoli dal 1835, Società Economica dell’Aquila dal 1836), Niccola possedeva una biblioteca che era tra le più ricche della provincia e allestì anche un museo di antichità e una raccolta di monete e medaglie.
Durante gli ultimi anni di vita, colpito da una grave malattia, si dedicò poco allo studio e all’attività di ricerca.
Morì a Teramo il 20 ottobre 1840.
Opere: Presso la Biblioteca provinciale Melchiorre Delfico di Teramo, è conservato un cospicuo numero di carte, documenti e inediti di Palma su cui cfr. S. Ciarelli Papa - M. Sgattoni, Il Fondo P., Teramo 1980. Oltre alle opere citate nel testo si segnalano le seguenti: Discorsi due recitati nella cattedrale di Campli in due feste patriottiche che sono state celebrate in detta città nel corso del presente anno 1807, s.a.; Discorso eucaristico e coronale del sacro avvento recitato nella cattedrale aprutina la sera del 31 dicembre 1817, ibid.,1818; Ragguaglio delle missioni fatte nella città di Teramo dal Canonico del Bufalo, romano, ibid., 1823; Guida per una confessione generale proposta ai penitenti, ai confessori ed ai catechisti dal canonico aprutino D. N. P., ibid., 1830; L’anima invitata alla contemplazione de’ Misteri del Sangue di Gesù-Cristo in meditazioni per ciascun giorno del mese, Aquila 1830; Orazione panegirico in lode di S. Francesco da Paola, Teramo 1830; Modo pratico per guadagnare le indulgenze della Scala Santa, ibid., 1831; Questioni Abruzzesi risolute da D. N. P., canonico della cattedrale Aprutina, ibid., 1836; Sunto della Storia di Teramo, in Giornale Abruzzese di Scienze, Lettere e Arti, VII [1838], settembre, pp. 129-141; ottobre, pp. 3-16; novembre, pp. 65-81; dicembre, pp. 129-144; Trattato dell’obbligo e del modo di recitare il Divino Uffizio così in privato come in coro. Del dottor di leggi D. N. P. Canonico della cattedrale aprutina, Teramo 1839.
Fonti e Bibl.: P. Palma, Notizie biografiche di D. N. P., Canonico Aprutino, Teramo 1841; O. Delle Carceri, Necrologia de’ soci della Società economica del primo Apruzzo Ulteriore, trapassati nel corso dell’anno accademico da maggio 1840 a maggio 1841, s. l. 1841, pp. 4-10; R. Colapietra, N. P. storico, in Atti del quarto convegno N. P. del II Centenario della Nascita, Teramo 1980, pp. 17-51; R. Ricci, Il giovane N. P., ibid., II, Teramo 1982, pp. 17-22; R. Aurini, Dizionario Bibliografico della Gente di Abruzzo, IV, Colledara 2002, pp. 338-346; N. Farina, P. N., in Gente d’Abruzzo: dizionario biografico, a cura di E. Di Carlo, IV, Castelli 2008, pp. 267-272.