NICCHIA (ζωϑήκη: Supp. Epigr., 2, 847; zotheca: Dessau, Inscr. Latinae Sel., 5449; aedicula: statuam aedicula includere)
Con la designazione di n. si intende un incavo più o meno profondo praticato nel muro o nella parete di un edificio; rigorosamente parlando essa va distinta dall'aedicula che è una piccola costruzione architettonica posta dinanzi alla parete; in tal senso si possono definire aediculae, per esempio, le due nicchie con busti della tomba degli Haterii.
Per la forma primitiva di una n. architettonica ci si può rifare al secondo palazzo di Festo; nelle sue pareti sono praticati numerosi incavi rettangolari incorniciati tutt'attorno da quattro pietre ben squadrate; esse sono le n. più antiche nell'ambito della cultura greca e romana (la pubblicazione su Festo usa il concetto di n. anche per incavi di dimensioni maggiori; si consiglia comunque una delimitazione del concetto). Le semplici n. del palazzo di Festo erano adibite probabilmente ad usi pratici, per esempio per collocarvi vasi o utensili o per depositarvi vestiti. Per deporre le vesti furono praticate nella parete del tepidarium maschile di qualcuna delle terme di Pompei una serie di piccole n. all'altezza di un uomo, le cosiddette n. ad armadio a muro. Le pareti delle antiche biblioteche presentavano una fitta sequenza di n. di questo genere, ma più grandi. Queste n. da biblioteca erano rifinite con scansie di legno o con armadi (armaria). Tutte queste n. adibite ad usi pratici hanno pianta rettangolare. Quando mancano le rifiniture interne in legno le pareti sono ornate, dipinte o stuccate. Nelle costruzioni in pietra accuratamente squadrata e a connessura perfetta si faceva a meno del rivestimento. Trattandosi di costruzioni importanti, come la Sala di Nîmes che difficilmente potrà essere considerata una biblioteca, le n. sono incorniciate da pilastri e sormontate da timpani triangolari o da segmenti di timpano. Esistono altre n. dalla pianta a semicerchio; queste sono chiuse in alto da cupole di un quarto di sfera sostituite talora anche da cupole a forma di conchiglia. Per questo genere di n. il Rodenwaldt ha constatato che la forma a conchiglia è usata in Oriente di preferenza nella parte inferiore ed in Occidente per la vòlta. Esistono inoltre n. costruite interamente a forma di conchiglia (per queste la definizione è da intendere nel senso vero e proprio della parola); queste sono particolarmente diffuse sui sarcofagi romani. Infine si potrebbe ancora citare le n. a muro dalla forma a calotta sferica; queste sono destinate principalmente a contenere dei ritratti e imagines clipeatae.
Una distinzione va fatta tra n. semisfenche ed absidi. Sotto la definizione di abside bisogna comprendere quelle costruzioni spaziose in cui l'intera parete cambia la sua linea strutturale immediatamente a partire dal suolo verso l'alto; come, per esempio, nelle absidi delle chiese paleocristiane o come testimonia il duplice esemplare, costruito dorso a dorso, del tempio di Venere e Roma, in Roma. Come le absidi così anche le esedre vanno distinte dalle n.; le mura perimetrali della spaziosa cella del tempio di Iuppiter a Baalbek presentano grandi esedre o emicicli ed in queste esedre vi sono delle vere e proprie n. disposte in due file una sopra all'altra. Absidi ed esedre sono strutture murarie e non già incavi praticati nella parete. E nemmeno i timpani si dovrebbero definire n. cuspidali.
La n. scavata nel muro è in contrasto con la funzione architettonica della parete, quella cioè di delimitare lateralmente un vano e di reggere il soffitto. Le n. indeboliscono la funzione semplice ed ovvia della compattezza della parete e ne pregiudicano l'estetica, perciò la n. non è conforme ma estranea ai canoni dell'architettura greca. Veramente nell'architettura classica esistono vani che, per struttura, somigliano a n. e che nella storia dell'architettura sono talora anche definiti come tali; non rientrano però nei limiti della definizione data più sopra. Nelle celle dell'Heraion di Olimpia e del tempio di Apollo di Bassae risultano alcuni vani strutturalmente simili a n. e questo perché le colonne situate all'interno della cella allo scopo di dividerla in tre navate, sono o collegate alla parete longitudinale con segmenti di muro per rafforzare la capacità portante o accostate alle pareti longitudinali tanto da rendere ugualmente possibile un collegamento con la parete mediante tramezzi. Anche gli spazi delimitati da siffatte strutture vanno considerati come elementi di vano e non come n. in senso vero e proprio.
Nell'architettura antica le n. sono adibite non soltanto ad usi pratici, come negli esempi citati più sopra, ma principalmente a fini artistici, cultuali o ideali. Nei lessici la n. è definita come un incavo praticato nella parete che serve a collocarvi statue, busti e vasi, soprattutto urne cinerarie. Manca purtroppo un lessico dei termini tecnici dell'architettura greca; in una parte di un lessico di questo genere, in F. Ebert, Fachausdrücke des griechisches Bauhandwerks, i. Der Tempel, Würzburg 1910, non esiste alcuna definizione della n. (la parola sopra citata ζωϑήκη è assolutamente insufficiente perché compare isolata). Pare che una n. usata per collocarvi una statua cultuale sia documentata per l'architettura greca solamente in un luogo molto distante: nel santuario di Demetra Malophòros alla Gaggera presso Selinunte, nella parete di fondo della cella, c'è una n. con vòlta a botte; per il tipo di muratura questo elemento architettonico va datato appena al periodo ellenistico.
Nell'ambito dell'architettura romana e del periodo imperiale sono molto diffuse le n. adibite ad usi cultuali. Fra gli esemplari originarî di queste n. vanno citate senz'altro quelle degli antenati, di cui si è scoperto un esempio suggestivo nella Casa del Menandro a Pompei. Tra i varî tipi di n. dell'architettura imperiale sono di un'importanza unica nel loro genere quelle destinate alle statue degli imperatori. Nella biografia di Tiberio (26), Svetonio dice che nel tempio della Gens Iulia di Cerveteri, le statue della famiglia imperiale sarebbero state collocate inter ornamenta aedium. Sebbene qui non si parli di n. nelle costruzioni del periodo imperiale romano esistono purtuttavia sufficienti esempî di vani ornati da n. con statue. Come esempio va citata la biblioteca dell'Asklepieion di Pergamo, che a metà della parete di fondo ha una n. semicircolare nella quale venne collocata una statua idealizzata del divo Adriano dedicata da Flavia Melitine nel 123 d. C. È da presumere che la maggior parte delle statue imperiali abbiano avuto una simile collocazione. Nell'ambito militare la statua del sovrano viene posta ufficialmente nel sacrario dei vessilli dell'accampamento. Durante le accurate ricerche fatte negli accampamenti delle legioni del lîmes nord-germanico-retico è stato ritrovato un numero considerevole di tali n. con statue nel sacello, per esempio a Cannstadt, Köngen, Osterburken, Niederbieber e Feldberg; del Nord-Africa si citi Lambesi. La n. con statua fa la sua comparsa negli accampamenti delle truppe ausiliarie renane all'epoca traianea al più tardi; negli accampamenti ancora in uso ma di costruzione antecedente, la n. con statua viene talora aggiunta in seguito.
Un carattere meno ufficiale di quello dato alla collocazione di statue di imperatori nei templi dedicati al culto imperiale e nei santuari dei vessilli, è conferito alla collocazione di statue nelle n. del monumento funebre che gli Ateniesi eressero sul Mouseion tra il 114 ed il 116 d. C. al principe Philopappos di Commagene, vissuto ad Atene in qualità di cittadino; le rovine costituiscono ancor oggi un classico esempio di n. con statue dell'epoca imperiale, sia di quelle semicircolari che di quelle rettangolari. Delle innumerevoli n. con statue dell'architettura imperiale sia occidentale che orientale vanno messi in rilievo soltanto alcuni esempi caratteristici: il Pantheon presenta varî tipi di n. con statue, n. vere e proprie praticate nella parete e distribuite su due piani e strutture architettoniche al livello del suolo, intramezzate da colonne che parimenti si possono definire n. poiché costituite da rientranze della parete cilindrica che delimita il vano.
Nelle Terme di Faustina a Mileto esiste una sala nelle cui pareti sono scavate delle n. a semicerchio e rettangolari, sopra la zoccolatura, destinate ad accogliere statue di Muse. Incalcolabile è il numero delle n. con statue nelle sfarzose facciate dei teatri imperiali. La n. monumentale con statua esercita la sua influenza sulla struttura architettonica dei sarcofagi a n. pagani e cristiani. Nei grandi musei, soprattutto nei musei romani, sono conservate numerose pietre sepolcrali ed altari funebri con statue e busti in nicchie.
Nell'ambito romano è molto diffusa l'usanza di mettere nelle n. le urne contenenti le ceneri dei defunti. Il maggior numero possibile di piccole n. senza pretesa sono accumulate nel columbarium romano. L'urna cineraria rotonda o quadrangolare può essere collocata in queste n. oppure una o più urne possono essere sotterrate sotto il pavimento della n., ciò che si è constatato più volte nelle tombe della necropoli di Ostia. A queste n. da urna corrispondono più tardi gli arcosolia per la tumulazione in sarcofagi: le n. da sarcofagi.
I predecessori di queste n. per urne - e rispettivamente da sarcofagi - sono le n. costituite da caverne naturali o appositamente scavate nella roccia delle tombe italiche od etrusche del periodo italico più antico.
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