Nicchia ecologica
La ‘professione’ delle specie animali in un ecosistema
La nicchia ecologica è la funzione che gli individui di una specie svolgono all’interno del loro habitat, come se l’habitat fosse l’indirizzo e la nicchia ecologica la professione svolta. Di un martin pescatore diremo che l’indirizzo (habitat) è la riva e la professione (nicchia) è di predare i pesci e di essere predato dai falchi. Negli ambienti artificiali non ci sono invece vere nicchie
Qualche decina d’anni fa è stata introdotta nei parchi del Piemonte una specie di scoiattolo grigio, proveniente dal Canada. Lo Sciurus carolinensis, questo il suo nome scientifico, è un bell’animaletto con una coda sale e pepe e molto determinato. Più robusto e vorace dello scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris) originario dei nostri boschi, in breve tempo lo ha soppiantato. Forse chi lo ha introdotto non conosceva bene il significato di competizione né quello di nicchia ecologica. È noto che in natura, ma anche in un ambiente artificiale, tra gli esseri viventi si crea una lotta per la sopravvivenza del più adatto. La lotta, da intendere in senso lato, è più estrema quando avviene tra individui della stessa specie (competizione intraspecifica), ma è dura anche tra specie diverse, come nel caso dei nostri scoiattoli (competizione interspecifica) che si sono trovati a occupare la stessa nicchia. Per nicchia ecologica gli scienziati non intendono uno spazio fisico – come il significato della parola in italiano potrebbe indurre a credere – che è invece chiamato habitat, bensì le funzioni, il ruolo, che una specie svolge in un ecosistema, o anche come una specie utilizza le risorse dell’habitat in cui vive.
Gli ecologi ci spiegano che lo spazio in cui vivono gli individui di una specie, il loro habitat, è paragonabile all’indirizzo di una persona, mentre la nicchia ecologica è come se fosse la sua professione. Se leggiamo su un biglietto «Dentista dottor Rossi, viale Liegi 7», sappiamo quali sono la professione e l’indirizzo di questo signore. In che senso diciamo che anche gli altri esseri viventi hanno un indirizzo e una professione come noi uomini?
Il martin pescatore (Alcedo atthis) è un grazioso uccello di 16-17 cm di lunghezza, dalle penne colorate e con un lungo e grande becco, che abita in Europa centro-meridionale, in Asia centrale e in Africa. Vive sui cespugli e sugli alberi situati in riva a laghetti o a corsi d’acqua dei quali spia tutto il giorno la superficie in attesa di veder spuntare qualche pesce, un crostaceo o insetti su cui gettarsi a capofitto.
Parlando in termini ecologici, l’indirizzo del martin pescatore sono le rive degli specchi e dei corsi d’acqua dove vive, mentre la sua professione è quella di essere il predatore di piccoli pesci e di altri animaletti che pesca tuffandosi in acqua, ma anche di essere a sua volta predato da falchi, da volpi o da serpenti.
I prati all’inglese sono belli a vedersi ma sono un assurdo ecologico. Perché? Avete mai visto un prato naturale, spontaneo? Ci sono erbe di tutti i tipi, più o meno alte, con radici superficiali o profonde, alcune hanno le spine, altre strisciano a terra: una babele vegetale!
I curatissimi prati all’inglese, invece, di solito sono costituiti da non più di 445 specie di Graminacee che per rimanere fresche e verdi hanno continuo bisogno di essere innaffiate, rasate, concimate.
In natura tutto questo dispendio non è necessario, perché tra le piante di un prato spontaneo si creano equilibri che sfidano la scarsezza di risorse da cui sono eternamente afflitte.
Ogni specie trova la sua professione, cioè la sua nicchia ecologica. Così ci sono le Leguminose (trifoglio, erba medica) che vivono sui terreni poveri di sali azotati perché esse stesse sono in grado di produrli grazie ai batteri che vivono nelle loro radici; invece la nicchia dell’acetosa (Rumex acetosa) è quella di assorbire ossalati di calcio – particolari sali presenti nel terreno – così come quella della borsa del pastore (Capsella bursapastoris) è di assorbire i sali di zolfo dal suolo per cui le sue foglie hanno un po’ del loro tipico odore. Come diceva Aristotele, «la natura non fa nulla d’inutile».