NICANORE di Alessandria (Νικάνωρ ὁ 'Αλεξανδρεύς)
Erudito greco, figlio di Ermia, visse nell'età di Adriano. Grammatico d'acuto ingegno, studiò le opere dei classici sotto un nuovo aspetto, l'interpunzione. Fu perciò soprannominato στιγματίας. Mentre Dionisio Trace aveva distinto tre forme d'interpunzione (punto fermo, virgola e punto in alto), egli invece ne fissò otto per poter contrassegnare non soltanto i rapporti delle proposizioni fra loro, ma anche tutte le sfumature dei varî membri della stessa frase.
Espose la sua dottrina in una voluminosa opera in 6 libri: Sull'interpunzione in generale (Περὶ στιγμης τῆς καϑόλου), della quale diede anche un'Epitome in un libro. Nello scritto Sull'interpunzione in Omero, diviso in due parti, l'una dedicata all'Iliade, l'altra all'Odissea, pervenne a esatte interpretazioni di varî luoghi dei due poemi. Oltre ad un'opera analoga, Sull'interpunzione in Callimaco, compose anche altri trattati, sul catalogo omerico delle navi (Περὶ τοῦ ναυστάϑμου), sui poeti comici (Κωμῳδούμενα), sulla locuzione ὦναξ (Περὶ τοῦ ὦναξ), su Alessandria, e infine uno scritto diretto ad Adriano, del quale ignoriamo il titolo. Tutte queste opere sono perdute.
Diverso dal nostro sembra sia stato Nicanore Cirenaico, anch'egli grammatico.
Edizioni parziali dei frammenti di N.: F. Friedländer, Nicanoris Περὶ 'Ιλιακῆς στιγμῆς reliquiae, Königsberg 1850, O. Carnuth, Nicanoris Περὶ 'Οδυσσειακῆς στιγμῆς reliquiae emendatiores, Berlino 1875; C. Müller, Fragm. Hist. Graec., III, 632 segg.
Bibl.: Hiller, Quaestiones Herodianeae, diss., Bonn 1866, p. 8 seg.; J. Wackernangel, in Rh. Mus., XXXI (1876), p. 432 segg.; J. Steinhausen, Κωμῳδουμενοι, diss., Bonn 1910, p. 50 seg.; Croiset, Hist. de la litt. gr., V, 2ª ed., p. 637 seg.; Christ, Stählin e Schmid, Gesch. d. gr. Lit., II, ii, 5ª ed., Monaco 1913, p. 690; Schmid e Stählin, Gesch. d. gr. Lit., I, Monaco 1929, pagg. 167, 169, 632.