PARRA, Nicanor
Poeta e matematico cileno, nato a San Fabián de Alico (Nuble) il 5 settembre 1914. Tra le correnti poetiche più recenti rientra in quella che, soprattutto in paesi come Chile e Perù, si è caratterizzata per nuove forme espressive fondate sul rifiuto della tradizione. P. inaugura una poesia da lui stesso definita "antipoesia": una lirica paradossale, pervasa d'ironia, scabrosa e volutamente scandalistica nei suoi contenuti erotici. Le prime composizioni sono di matrice surrealista, come prova la prima raccolta, Cancionero sin nombre (1937), composta da 29 poesie in cui è evidente l'influenza del Romancero gitano di García Lorca. Ma già in Poemas e antipoemas (1954; trad. it., Antipoesie, 1974), P. si definisce come un poeta nemico della retorica, disposto a muoversi controcorrente utilizzando un linguaggio giornalistico, privo di raffinatezze stilistiche, attraverso il quale il poeta perde il carattere di salvatore profeta per diventare "un muratore/un costruttore di porte e finestre".
Obra gruesa (1971) raccoglie, oltre alle citate, sei altre opere: La cueca larga (1958), Versos de salón (1962), Canciones rusas (1967), La camisa de fuerza (1962-68), Otros poemas (1950-68) e Tres poemas (1969). In ciascuna delle raccolte i postulati dell'antipoesia enunciati polemicamente contro maestri rinnegati (V. Huidobro e P. Neruda) si condensano fino a diventare una sorta di manifesto in Camisa de fuerza, nel quale, appunto, si afferma una nuova lirica contemporanea da opporre ai precedenti sistemi poetici. In questo processo lo stesso libro sembra non rispondere più alle esigenze del poeta, che ha bisogno di spazi e mezzi non utilizzati fino a quel momento per la poesia, come, per es., i messaggi in bottiglia.
L'inadeguatezza della parola poetica annuncia il silenzio al quale si costringerà il poeta dal 1972 − anno di pubblicazione de Los artefactos- fino al 1977, in cui dà alle stampe Los sermones y prédicas del Cristo de Elqui, riscrittura dell'opera La promesa y la vida, di D. Zárate Vega, il Cristo de Elqui, personaggio realmente esistito negli anni Quaranta, che si considerava destinato a predicare la parola di Dio. Dopo due anni P. pubblica Nuevos sermones y prédicas del Cristo de Elqui, mentre Chistes para desorientar a la poesía ed Ecopoemas sono entrambi del 1983. In queste ultime opere, in cui sono ancora presenti gli elementi dell'antipoesia, compaiono procedimenti come l'inclusione di forme folcloristiche e di un linguaggio ambiguo, quasi cifrato, che indicano un'evoluzione nella produzione del poeta, il quale, proprio grazie a quell'ambiguità di linguaggio, si può permettere d'indagare i problemi sociali del suo tempo, senza correre il rischio di essere censurato. Nel 1985 pubblica Hojas de Parra.
Bibl.: E. Lihn, Introducción a la poesía de N. Parra, Santiago 1953; I.G. Araya Grandon, La poesía de N. Parra, Conceptión 1962; AA.VV., N. Parra y la poesía de lo cotidiano, Santiago 1974; E. Grossman, The antipoetry of Parra, New York 1975; A.S. Jofré, Para una lectura de N. Parra, Siviglia 1976; M. Gottlieb, No se termina nunca de nacer: la poesía de Parra, Valencia 1985; E. Szmulewicz, N. Parra, biografía emotiva, Santiago 1988; L. Morales, Conversaciones con N. Parra, ivi 1991; A. Flores, D. Medina, Aproximaciones a la poesía de N. Parra, Guadalajara (Messico) 1991.