NEVROSI (dal gr. νεῦρον "nervo")
Locuzione destinata, nel linguaggio corrente, a designare quelle affezioni del sistema nervoso o di qualunque altro sistema od organo, nelle quali non è possibile mettere in evidenza alterazioni anatomiche, e che sarebbero perciò soltanto malattie puramente funzionali, non lesionali. Secondo questi concetti, al gruppo delle nevrosi appartengono l'isteria, la neurastenia, la psicastenia e il grande gruppo delle nevrosi del sistema nervoso vegetativo (secretorie, vasomotorie, trofiche), oltre alle sindromi viscerali dovute ad alterata funzione dell'innervazione vegetativa dei diversi organi (nevrosi cardiaca, gastrica, respiratoria, ecc.). Quest'interpretazione corrente del concetto di nevrosi pecca però d'inesattezza. Basta pensare, intanto, che fino a qualche anno fa erano considerate come nevrosi alcune malattie che attualmente sono ben classificate come organiche, essendone ormai noto il substrato anatomico, prima ignorato. Il morbo di Parkinson, le varie forme di corea, alcune forme tossinfettive del nevrasse, molte affezioni dell'apparato endocrino, appartengono a questa categoria. Si era trattato perciò, per tali malattie, d'insufficienza di metodi di ricerca. Nella stessa epilessia cosiddetta essenziale (v. epilessia), il cui concetto va sempre più restringendosi e che viene ancora classificata fra le nevrosi, si va riconoscendo la presenza di finissime alterazioni anatomiche; per non parlare di quelle forme di questa affezione dipendenti da nevrosi vasomotorie cerebrali. Il concetto di nevrosi è perciò attualmente in via di evoluzione ed è legato, almeno in buona parte, ai progressi che potranno fare le indagini biochimiche e istochimiche. È certo che per molte sindromi neurotiche del sistema nervoso vegetativo si va dimostrando l'esistenza di finissime lesioni anatomiche del sistema stesso, sia nei ganglî sia nelle fibre, alle quali si possono con una certa sicurezza ricondurre i sintomi osservati durante il decorso della malattia. Oltre a ciò, per quello che riguarda le nevrosi viscerali, si deve tener presente (come affermano i moderni correlazionisti) che i disturbi della funzione di un organo possono trovare la loro causa in lesioni non situate nell'organo stesso, ma in organi e sistemi lontani da esso. Quanto alle nevrosi nelle quali il fattore psichico entra in modo indubbio e in misura ingente (le psiconevrosi: isteria, psicastenia, nevrosi d'ansia) le modernissime vedute degli autori odierni, sostenute in Italia soprattutto dagli allievi della scuola morfologicocostituzionalistica di A. De Giovanni, vedono in esse le conseguenze di un difetto nell'evoluzione della morfologia del sistema nervoso e nei rapporti di esso con gli altri sistemi e organi, e di alterazioni sia nella composizione del sangue sia nella misura con cui questo giunge ai varî organi (N. Pende). La stessa isteria, secondo questi autori, è legata a squilibrì biochimici di alcune zone del sistema nervoso che vengono identificate nelle regioni extracorticali (corpo striato e mesencefalo): questo soprattutto per l'analogia con disturbi simili osservati nelle encefaliti non purulente. Di opinione perfettamente opposta, per quanto riguarda l'origine delle psiconevrosi, sono i psicogenisti, che sostengono una genesi puramente psichica: scuola di J.-M. Charcot; psicoanalisti (v. psicoanalisi). Vi è poi chi sostiene, fra questi due estremi, che nelle psiconevrosi, i due fattori, biochimico-umorale-neurologico e psicologico, agiscono insieme, sia per proprio conto sia reciprocamente, formandosi così una concatenazione circolare (S. De Sanctis) fra le due serie di sintomi, i quali reagiscono a metodi curativi rispettivamente medicamentosi e psicoterapici.
Nevrosi traumatica. - Sindrome morbosa del sistema nervoso che insorge in seguito a un trauma, o come eonseguenza di lesioni fisiche esterne, o di violente emozioni. Due sono le interpretazioni patogenetiche: la prima, sostenuta soprattutto da H. Oppenheim, fa risalire la genesi della sindrome alla presenza di particolari lesioni del sistema nervoso centrale, consecutive al trauma; la seconda, affermata principalmente da J.-M. Charcot, considera il meccanismo genetico della nevrosi traumatica come esclusivamente psichico. Probabilmente tutte e due queste opinioni peccano per troppo assolutismo: la multiformità delle manifestazioni di questa forma morbosa, che è dimostrata dal gran numero di denominazioni che essa ha avuto (nevrosi dei traumatizzati, nevrosi d'indennizzo, istero-nevrosi traumatica, ecc.) fan pensare che se è vero che la sintomatologia ricorda molto quella della neurastenia, dell'isteria, dell'ipocondria (con speciali caratteristiche: preoccupazioni per il disturbo in sé, per le sue conseguenze fisiche, finanziarie e morali, per il timore di un indennizzo insufficiente: sinistrosi di E. Brissaud), è però certo che il trauma ha grande importanza nello scatenamento della sindrome morbosa (spesso in soggetti che fino allora non si erano mai dimostrati dei neurosici), anche se il suo modo d'agire si esplica attraverso fattori più emozionali che meccanici e se le conseguenze morbose sono spesso sproporzionate all'entità talora minima del trauma stesso.