NEVERS (A. T., 32-33-34)
Città della Francia centrale, capoluogo del dipartimento della Nièvre, con 31.900 ab. nel 1931 (29.306 nel 1926). È posta sulla riva destra della Loira nel punto di confluenza con la Nièvre a 196 m. s. m. È irregolarmente costruita sui fianchi di una collina, e in specie nella parte vecchia ha strade assai strette. È sede di vescovado, di corte d'assise, di tribunale di prima istanza e commercio, di camera di commercio; ha scuole primarie e secondarie e numerosi seminarî. La sua industria più antica e interessante è quella della porcellana, ivi importata dall'Italia alla fine del sec. XVI; vi sono inoltre alcuni stabilimenti di strumenti agricoli e di concimi chimici; manifatture di scarpe e guanti; distillerie e concerie. Il commercio riguarda specialmente il ferro, l'acciaio, il legname, il vino, il grano e il bestiame. Per le comunicazioni è servita dalla ferrovia P.-L.-M.
Monumenti. - Su un'altura che domina il fiume s'innalzano la cattedrale e il castello. In opposizione alla città, raccolta intorno a quel nucleo, i sobborghi fin dal sec. XIV si estesero verso le abbazie, segnatamente verso quella di S. Stefano, costruite in campagna. Nel sec. XIX una grande strada, partendo dalla stazione, congiunse i due agglomerati. La chiesa abbaziale di S. Stefano, che si vuole consacrata nel 1097, è un esempio assai puro di stile romanico alverniate, con deambulatorio e cappelle a raggiera. L'alta navata maggiore, in vòlte a botte, ha un ordine di finestre al disopra dei matronei: ed è uno dei più antichi esempî di tale disposizione, ricercata dai cluniacensi. La cattedrale ancora rammenta per qualche parte il suo periodo romanico, nella pianta a duplice coro, nel coro antico (sec. XI) sopra una cripta imitata da quella di S. Stefano di Nevers, nella disposizione del transetto. La navata fu ricostruita in piene forme gotiche sulla fine del sec. XIII; il coro con deambulatorio e cappelle a raggiera appartiene ai secoli XIV e XV. All'esterno, i doppî archi rampanti non riescono a dissimulare la scarsa elevazione.
Nel sec. XIV, un architetto locale, Jean Damogne spiegò grande attività; ma del "beffroy" e del mercato da lui costruiti poco rimane. La porta del Croux (1393-98) è tuttora un modello d'architettura militare, sebbene deturpata da un tetto a padiglione. Nel palazzo ducale (1464-91), grande edificio rettangolare, sono notevoli le rilavorate sculture della scala, rappresentanti la storia del Cavaliere dal cigno, leggendario capostipite della famiglia di Clèves. Mirabili sono due chiese del sec. XVII: quella della Visitazione (1620), la cui facciata mescola stranamente gli elementi classici a una straricca decorazione di gusto fiammingo; la chiesa di S. Pietro, il cui pregio consiste nella purezza delle forme messe in evidenza da una bella pianta a croce greca. Architetto di questa chiesa è stato supposto il Martelange. La porta di Parigi è un esempio assai notevole dell'arte della fine del secolo XVIII. Nel vescovado, costruzione in stile della Reggenza, si trovano un museo, nonché una collezione inestimabile di maioliche di Nevers. Alla porta del Croux si trova un Museo lapidario.
Storia. - È la gallica Noviodunum, che servì forse a Giulio Cesare come centro di vettovagliamento nel 52 a. C. Durante il regno di Clodoveo, verso il 505, Nevers sembra aver avuto un proprio vescovo. In quell'epoca, essa venne annessa al regno borgognone ed era detta Neviranum, nome connesso con quello del vicino fiume. Divenuta in seguito capitale della contea di Nevers ossia del Nivernese, la città si arricchì progressivamente; ottenne, certo verso il 1194, franchige da Pierre de Courtenay e nel 1231 una carta di privilegi, in seguito ripetutamente confermati.
Dall'età merovingica aveva una zecca che, trasformata, durò fino al 1355; dal 1416 al 1429 ebbe poi una zecca reale. Nel 1376 vi fu provvisoriamente trasferita l'università d'Orléans. L'antico vescovato fu conservato dalla costituzione civile del clero, soppresso dal concordato del 1801, ripristinato poi da Pio VII nell'anno 1823.
I conti e duchi di Nevers. - Appaiono nei secoli IX-X con Raterio, Séguin, Ottone, Enrico, Otte-Guglielmo e soprattutto, nel 992, con Landry, signore di Metz-le-Comte, marito della figlia di Otte-Guglielmo. Questa prima casa riunì temporaneamente alla contea di Nevers quelle d'Auxerre e di Tonnerre (poi staccate definitivamente nel 1266); di essa fecero parte, dopo i sunnominati, Pietro de Courtenay (1181), marito d'Agnese di Nevers, reso celebre dalla parte che ebbe nelle crociate, ed Enrico de Donzy, marito di Machaut, figlia dei precedenti. Fu sotto questo rude signore feudale che la contea s'estese all'insieme dei territorî che prendono il nome di Nivernese. La prima casa comitale si estinse nel 1272; e mediante il matrimonio di Iolanda di Nevers con Roberto di Dampierre, i territorî passarono alla casa di Fiandra, sostituita poi, nel 1384, dalla casa di Borgogna, per via del matrimonio di Margherita di Fiandra con Filippo l'Ardito, duca di Borgogna. Successero poi, nella contea, eretta in ducato nel 1538, le case di Clèves (1491) e dei Gonzaga di Mantova (1564). Nel 1659, il ducato fu acquistato dal Mazzarino, che, nel 1661, lo lasciò al proprio nipote Filippo Mancini. Anziché ducato di Nevers si diceva allora ducato del Nivernese: e tale fu appunto il titolo portato dall'ultimo signore, Luigi Mancini-Mazzarino, buon generale sotto Luigi XV, ambasciatore a Roma e a Berlino, negoziatore del trattato di Parigi del 1763, autore fecondo e membro dell'Accademia. Egli morì nel 1798, dopo essere stato incarcerato durante il Terrore. La storia interna della contea di Nevers è stata estremamente tranquilla: durante le guerre di religione essa rimase fedele al re, e, se il duca Carlo Gonzaga partecipò nel 1616 all'offensiva dei nobili contro la reggenza di Maria de' Medici, l'ordine tornò ben presto a regnare nella tranquilla regione.
Bibl.: Abbé Bouressé, Les Églises du diocèse de Nevers, Nevers 1844; E. Gillois, Chroniques du Nivernais, les Comtes et les ducs de Nevers, Parigi 1867; L. Mohler, Le vieux Nevers, Nevers 1905; R. de Lespinasse, Le Nivernais et les Comtes de Nevers, Parigi 1909-1915, voll. 3; H. de Flamare, Documents sur l'administration du comté de Nevers au XIIIe siècle, Nevers 9107; G. Guenau, Les conditions de la vie à Nevers à la fin de l'ancien régime, Parigi 1909; I. Locquin, Nevers, Parigi 1913.