neuroteologia
neuroteologìa s. f. – Termine usato dallo scrittore inglese Aldous Huxley in Island (1962) che indica orientamenti di ricerca e movimenti di opinione basati sullo studio della correlazione fra le funzioni di alcune aree del cervello e gli stati mentali identificati con l’esperienza religiosa, quali gli stati di quiete o di estasi mistica. Tali riflessioni sono andate sviluppandosi a partire da scoperte relative allo studio di processi neurologici del lobo temporale destro legati a fenomeni di epilessia (Wilder Penfild negli anni Cinquanta del 20° sec.), all’attivazione, mediante stimolazione elettromagnetica, di alcune zone del lobo temporale (Michael Persinger, 1983) e successivamente sulla base delle ricerche condotte nel campo della biologia della credenza (A. Newberg, E. D’Aquili, V. Rause, Why God won’t go away. Brain science and the biology of belief, 2001). Lo studio delle possibili basi naturali, neuroscientifiche e neurobiologiche della religione ha avviato un dibattito sul senso dell’esperienza religiosa secondo prospettive teologiche (cattoliche, protestanti, ma anche buddiste giapponesi). Nel dibattito sulla n. le possibili basi naturali di sentimenti e di stati religiosi, quali l’esperienza di quiete o di estasi, vengono integrate sia in programmi riduzionisti, in cui il fatto religioso viene ricondotto entro lo sviluppo naturale ed evolutivo del cervello e della mente, sia in nuove forme di apologetica, che, a partire dall’analisi naturalistica, identificano un ambito proprio della religione e del sacro non riducibile a tali processi neurologici (in questo ambito si collocano, per es., le riflessioni del teologo Eugen Drewermann). La necessità di ripensare a partire dalle basi neurologiche le dottrine tradizionali dell’anima e la teologia stessa è al centro di rinnovati esami del rapporto fra teologia e scienza (da Alister E. McGrath a John Haught fino all’ipotesi del ‘neurone sacro’ di John Bowker, The sacred neuron, 2005), da cui emerge la necessità di una tangenza che non sconfini dall’uno all’altro campo. Il dibattito sulla n. anima altresì movimenti di opinione più vaghi e imprecisi, da forme di radicalismo e fondamentalismo religoso a tesi ateistico-materialisitiche su basi neuroscientifiche, soprattutto nei nuovi media e nei social network.