neuroprotesi
s. f. inv. Dispositivo artificiale capace di sostituire o migliorare determinate funzioni del sistema nervoso.
• [tit.] A Roma una neuroprotesi per sostituire un tessuto nervoso danneggiato [testo] [...] Il lavoro è consistito nella progettazione di una neuroprotesi, cioè di un dispositivo in grado di sostituire la funzione di un circuito nervoso danneggiato. In particolare il chip, progettato presso i laboratori dell’ISS [Istituto Superiore di Sanità] da Simeon Bamford e testato in collaborazione con il laboratorio di Matti Mintz dell’università di Tel Aviv, realizza un modello di plasticità sinaptica che si pensa associata ad alcune forme di apprendimento. (Gloria Saccani Jotti, Giornale, 30 dicembre 2015, p. 27, Medicina) • nel 2020 o nel 2024 potrebbero debuttare alle Paralimpiadi protesi guidate dagli impulsi provenienti dal cervello attraverso minuscoli elettrodi impiantati nella struttura muscolare. Le neuroprotesi sono da tempo al centro della ricerca e vantano già alcune applicazioni, ma al momento, non hanno cittadinanza nello sport paralimpico. Ma è solo una questione di tempo, perché possono vantare il migliore dei compagni di squadra: il progresso. (Lorenzo Longhi, Avvenire, 17 settembre 2016, p. 26, Sport) • l’interfaccia cervello-macchina potrebbe avere anche applicazioni militari. Per ora restano molto lontane, anche se negli Stati Uniti la Darpa (Defense Advanced Research Project Agency) lavora ufficialmente a «neuroprotesi» per rimediare la perdita di memoria di 270 mila veterani con ferite da trauma al cervello. (Federico Fubini, Corriere della sera, 6 gennaio 2018, p. 1, Prima pagina).
- Composto dal confisso neuro- aggiunto al s. f. protesi.
- Già attestato nella Stampa del 29 gennaio 1992, Tuttoscienze, p. 3 (Massimiliano Visocchi).