neuromaniaco
s. m. e agg. Chi o che fa un ricorso smodato ai risultati delle ricerche condotte dalle neuroscienze per spiegare e accreditare le dinamiche comportamentali.
• [tit.] Attenti ai neuromaniaci! / Arte, economia, etica, medicina: tutto sembra dover passare per una definizione biologistica. Ma la vita non è riducibile a geni e sinapsi (Sole 24 Ore, 15 marzo 2009, p. 32, Scienza e Filosofia) • [tit.] I «neuromaniaci» iniziano a delirare / Design, etica, estetica e teologia: la scienza dei fenomeni mentali vuole spiegare tutto. Ma non sa cos’è un sorriso (Libero, 11 aprile 2009, p. 35) • Ci sono scienziati neuromaniaci, ma sono stati filosofi e letterati a dar loro man forte, creando il gusto per le definizioni alle quali è stato come cavato il cuore. E tuttavia è troppo facile fermarsi qui, sorridere di fronte all’ingenuità di ricerche rese possibili dalla risonanza magnetica. Lo stesso Robert Musil alludeva con ironia al preconcetto volto a ricondurre i nostri stati d’animo alle condizioni del corpo. E Rex Stout vuol divertirci quando il suo investigatore dichiara che l’uomo non è altro che una tra le tante specie animali in lotta. È troppo facile dileggiare i tentativi di concentrare nel cervello l’origine di fenomeni apparentemente non riducibili ai segnali del flusso sanguigno. Finisce così che non ci accorgiamo che l’antico sogno dei naturalisti ha preso oggi nuova forza perché questa «concentrazione» della mente nel cervello si alimenta sempre più della materializzazione della mente all’esterno del corpo. (Paolo Legrenzi, Repubblica, 9 giugno 2013, p. 42).
- Composto dal confisso neuro- aggiunto al s. m. e agg. maniaco.