NETTEZZA URBANA
. Col nome di nettezza urbana s'intende quel complesso d) servizî pubblici che hanno per scopo l'allontanamento delle spazzature dall'abitato. Tale allontanamento comprende tre operazioni distinte: la raccolta, il convogliamento e lo smaltimento.
La spazzatura è generalmente rappresentata dai residui solidi della vita cittadina, in parte provenienti dalle case (residui di cucina, ceneri di focolai e di stufe, ecc.) in parte provenienti dalle strade (detriti minerali e vegetali). La quantità, la costituzione e la composizione delle spazzature variano molto da città a città, secondo il clima, la stagione e le abitudini delle popolazioni. Nei grandi centri urbani si calcola una spazzatura di 250-600 gr. per persona al giorno (litri 0,5-1). Nei paesi del nord essa contiene, specialmente d'inverno, molta cenere e residui di carbone, mentre in quelli meridionali conta prevalenza di residui vegetali provenienti dalle cucine. A Milano in un quintale di spazzatura si trovano in media (Giannitrapani): cartone, carta e paglia, kg. 7,2; ossa, 1,5; stracci, 2,4; rifiuti vegetali freschi, 20; terra, polvere, rifiuti organici, 64,1; rifiuti metallici, vetri, turaccioli, 3,3; ceneri, polvere di carbone, 1,5. La composizione chimica è, in Italia, per 1000 gr. di sostanza (Pulcher): acqua, 300 g.; sostanze organiche, 200; azoto, 6; anidride fosforica, 3; potassio, 6; calcio, 8. Il resto è materiale vario non chimicamente analizzabile.
La spazzatura non rappresenta direttamente un grave pericolo per la trasmissione delle malattie infettive, perché la parte infetta è un'esigua percentuale rispetto alla massa totale e i germi patogeni eventualmente presenti restano in breve uccisi, sia per la concorrenza vitale dei saprofiti, sia per effetto dell'alta temperatura dovuta ai processi fermentativi. Indirettamente, però, la spazzatura può essere veicolo di infezione, rappresentando una delle sedi principali di riproduzione delle mosche, dei ratti, e delle blatte.
Raccolta e convogliamento delle spazzature. - Affinché il servizio della nettezza urbana si compia secondo le norme igieniche e senza intralciare soverchiamente il traffico cittadino, occorre raccogliere e convogliare le spazzature domestiche quanto più rapidamente e completamente possibile, evitando il sollevamento di polvere e le esalazioni nocive. A questo scopo sono stati consigliati e messi in atto molti sistemi.
Per la raccolta in casa, i sistemi si riducono principalmente a due. L'uno è quello a canne verticali, lasciate nello spessore dei muri maestri prospettanti nel cortile o in quelli della gabbia delle scale. Le canne sono a pareti lisce, possibilmente di gres a sezione circolare e terminano: sul tetto per l'aerazione e in basso, a piano terra o in cantina, in un vano (immondezzaio). In corrispondenza di ogni pianerottolo le canne presentano delle bocche di getto a chiusura perfetta. La raccolta è compiuta dagl'incaricati della nettezza urbana ogni due o tre giorni, nelle prime ore del mattino, con speciali bidoni che vengono riempiti nell'immondezzaio. Tale metodo ha l'inconveniente che se le canne non sono bene aerate e tenute pulite, rappresentano una via facile per le blatte e i ratti e anche per odori nocivi. Secondo il secondo sistema, ogni casa è fornita di un recipiente di lamiera per tenere le immondizie; la raccolta è compiuta giornalmente o con sacchi di tela o con bidoni. Anche questo sistema presenta inconvenienti: anzitutto che la spazzatura deve restare nelle case molto a lungo, e poi che la raccolta deve essere fatta durante le ore del giorno. I bidoni o i sacchi di tela, pieni di spazzature, vengono caricati su autocarri e trasportati direttamente sul luogo di smaltimento. In altri casi i bidoni a chiusura automatica vengono lasciati nei cortili delle case e in essi le massaie versano le immondizie; ogni due o tre giorni vengono sostituiti con altri vuoti, lavati e se occorre disinfettati (questo è il sistema più igienico), oppure vuotati in autocarri adattati in modo che nel versamento delle spazzature non si sollevi polvere. In alcune città (p. es., Milano e anche Berlino e Colonia) i bidoni sono caricati su autoveicoli di piccole dimensioni a motore elettrico (silenziosi), ciascuno dei quali reca una piattaforma contenente diciotto bidoni. Tali veicoli fanno capo a dei treni formati da trattori a motore a scoppio e da rimorchi a due piani su cui passano automaticamente le piattaforme con i bidoni pieni; i treni portano le spazzature direttamente al luogo di smaltimento. In molte città (p. es., Torino) si adoperano i cosiddetti pozzetti di raccolta (Augias), scavati lungo le strade, contenenti un iecipiente in lamiera e chiusi a livello della strada con un chiusino d'acciaio fuso. Lo spazzino vi butta la spazzatura; nelle ore notturne passano veicoli (elettrici) muniti di un cassone e di una gru, che solleva il recipiente contenuto nel pozzetto e lo scarica nel cassone. Tali pozzetti sono molto utili per raccogliere le immondizie stradali.
La pulizia delle strade si compie generalmente nelle prime ore del mattino e con maggiore o minore frequenza secondo il traffico delle singole strade. Viene fatta a mano con granate, o con macchine spazzatrici, o col lavaggio. Le macchine spazzatrici sono generalmente munite anteriormente di un apparecchio innaffiatore per l'inumidimento delle strade e di una spazzola a cilindro che sposta le spazzature su un lato della strada, donde vengono immediatamente asportate dagli spazzini a mezzo di carri. Col sistema a lavaggio si spazzano bene solo le strade asfaltate o pavimentate in legno: il getto deve essere forte e si compie con le lance attingendo l'acqua dagl'idranti stradali. Oltre la spazzatura completa, nelle strade di maggior traffico occorre una continua vigilanza durante le ore del giorno da parte d'inservienti della nettezza urbana. Al servizio della nettezza urbana appartengono anche l'innaffiamento delle strade, specialmente durante l'estate, compiuto a mezzo di lance oppure di automezzi innaffiatori e, dove occorre, la rimozione della neve e del ghiaccio a cui generalmente sono adibite squadre di spalatori unitamente a macchine spazzaneve.
Smaltimento dei rifiuti solidi di una città. - Il trattamento finale delle spazzature rappresenta, per tutte le città, un problema che va esaminato anzitutto dal punto di vista igienico e poi da quello economico. Igienicamente occorre considerare che la spazzatura, se abbandonata a sé stessa, è dannosa in quanto favorisce lo sviluppo di mosche e ratti e dà origine a esalazioni moleste; se trattata può essere di pericolo alla salute di coloro che stanno a contatto con essa e fonte di molestia per chi abita nelle vicinanze del luogo di trattamento.
Economicamente si deve tener conto del potere di utilizzazione, sia agricola sia industriale, delle spazzature. In base a questi fattori dei varî sistemi di smaltimento si possono distinguere quelli che tendono all'eliminazione delle immondizie senza utilizzarle e quelli, invece, che le utilizzano sia a scopo industriale sia a vantaggio dell'agricoltura. Fra i primi stanno il gettito in mare o sui campi; fra i secondi a vantaggio dell'agricoltura le celle zimotermiche, le torri di fermentazione, la triturazione; fra quelli a utilizzazione industriale la cernita e anche alcuni impianti d'incenerimento. Tutti questi sistemi sono stati applicati fino a oggi, ma alcuni non hanno dato buoni risultati: in particolare gl'impianti d'incenerimento per l'elevato costo di esercizio.
Scarico in mare o sul terreno. - Lo scarico in mare è stato molto usato, per la sua grande semplicità, dalle città litoranee. Attualmente si va abbandonando perché presenta l'inconveniente che spesso le correnti riportano sulla spiaggia parte delle immondizie. Un buon perfezionamento di tale sistema è quello di pressare la spazzatura in "ballotti" aggiungendo dei pesi e buttarli in alto mare.
Anche lo scarico sul terreno è un modo assai semplice di sbarazzarsi delle spazzature; ma esso oltre che essere antigienico, è talora poco economico, occorrendo trasportare le immondizie assai lontano dalla città. Il processo di autodepurazione avviene molto lentamente e quindi si rende inabitabile la zona circostante ai campi di spandimento; inoltre le acque piovane d'infiltrazione possono inquinare le falde acquee sotterranee. Per eliminare in parte il primo inconveniente si alternano strati d'immondizie con strati di terra. Sistemi analoghi sono quelli dell'ammassamento (caratteristico a Lipsia) e della colmata.
Utilizzazione agricola. - Il miglior modo di utilizzarle spazzature, per un paese eminentemente agricolo, come per es. l'Italia, è quello di adoperarle come concimi. Le spazzature, infatti, hanno un buon potere fertilizzante, che però aumenta dopo un certo periodo di maturazione del materiale, dovuto a processi di fermentazione. Dove non esistono impianti speciali, si fa subire alle immondizie, prima di usarle come concime e previa una grossolana cernita dei materiali dannosi all'agricoltura (oggetti di vetro, di metallo, ecc.), un leggiero processo di fermentazione nelle concimaie, tenute dalle singole aziende agricole o dal comune stesso.
Sistemi più razionali, però, tendono a trasformare le spazzature in materia fertilizzante di composizione stabile, facilmente conservabile, secondo le richieste agricole, asettica e inodora. Si possono raggruppare in chimici, biologici, fisici. Di sistemi chimici, ne è stato brevettato uno, la sterilizzazione delle immondizie mediante gassificazione (Lo Monaco), ma esso non ha avuto applicazione pratica. Si fonda sulla proprietà che hanno i corpi solidi contenenti sostanze organiche di trattenere gas alogeni. Il cloro agisce immediatamente da sterilizzatore e deodorante delle immondizie e soprattutto come trasformatore dell'azoto dallo stato insolubile organico a quello nitrico solubile, pronto quindi per l'assorbimento da parte delle piante. Il cloro, inoltre, agirebbe sui sali organici trasformandoli in sali clorurati (solubili), facilitando alla pianta l'assorbimento di tutto il fosforo e del potassio contenuto nella spazzatura.
Dei sistemi biologici vi sono quelli a fermentazione in vaso chiuso con aerazione naturale (brevetto Beccari) e quelli con aerazione forzata (brevetto Boggiano-Pico). Con tali sistemi per l'azione di germi o fermenti in ambiente umido e caldo (la temperatura si eleva fino a 80°), le immondizie si trasformano, dopo un certo periodo di tempo, in un'ottima sostanza fertilizzante non più fermentabile. Le celle zimotermiche del Beccari sono stanzette in muratura alte circa 2,50 m., della capacità interna di 20 mc., generalmente in serie. Le celle hanno due aperture a chiusura perfetta, sono internamente intonacate in cemento con un doppio fondo di cui il superiore a griglia per sostenere le immondizie, l'inferiore in pendenza fino al pozzetto di raccolta dei liquidi di scolo. Dispositivi speciali servono alla ventilazione e a impedire che i gas uscenti diano cattivo odore. Dopa 45 giomi circa il materiale può essere estratto, pronto per l'uso. Le torri Boggiano-Pico sono specie di silo in cemento armato, di m. 5 di altezza e della capacità da 100 a 700 mc. La spazzatura, arricchita di materie fermentabili (verdure e simili) viene chiusa ermeticamente nelle torri e bagnata con liquido di fogna. Dopo alcuni giorni viene iniettata aria compressa a 7 atmosfere, che ne provoca immediatamente la fermentazione. Dopo una ventina di giorni le torri vengono scaricate del materiale che, prima di essere messo in commercio subisce una cernita meccanica (nelle celle zimotermiche del Beccari la cernita è fatta prima della fermentazione).
L'unico sistema fisico usato è quello della triturazione ed è applicato in molte città inglesi e in Italia a Genova, a Bologna, ecc. Il lavoro è compiuto da una macchina consistente in una carcassa di ghisa dove ruota un albero munito di martelli: questi colpendo violentemente il materiale, che ha subito previamente una cernita, lo riducono in una massa polverulenta omogenea, uniforme, che non emana più nessun odore, probabilmente per il potere di assorbimento delle minutissime particelle derivanti dalla triturazione, e che rappresenta un ottimo concime. La diminuzione volumetrica è del 40% e in peso del 10-12°. Le macchine trituratrici più in uso sono del tipo Gannow, Rex e Lighting.
Utilizzazione industriale. - Una forma di utilizzazione industriale che generalmente rappresenta una operazione preliminare ad alcuni trattamenti delle immondizie è la cernita. Ha lo scopo di ricavare dalla massa delle spazzature, la carta e gli stracci, che vengono adoperati nell'industria cartacea, le ossa da cui si estrae il grasso, gli oggetti di vetro e di metallo, i tappi di sughero, gli oggetti di gomma, ecc. La percentuale dei prodotti utilizzabili ricavati dalle spazzature di Genova (1932) è la seguente: vetro 14,6; vasetti 0,27; bottiglie 1,98; corda e metalli 0,90; scarpe 3,35; ossa 13; stracci 13,43; carta 38,66; scatolame di metallo 13,81. Tale raccolta è quasi sempre compiuta in modo assolutamente antigienico dai cenciaioli e solo recentemente si è provveduto, in alcune grandi città (anche Milano) a rendere meno insalubre il lavoro con disposizioni di aspira-polvere e con una cernita meccanica preventiva. In alcune città dell'America Settentrionale, della Svezia e anche della Germania si applica la cernita preventiva nelle famiglie stesse, che buttano le immondizie in tre recipienti diversi secondo la qualità. È evidente, però, che tale sistema implica, fra gli altri inconvenienti, una maggiore difficoltà nella raccolta delle immondizie. A Monaco (Puchheim) esiste, dal 1898, uno speciale impianto per l'esclusiva cernita delle immondizie: il materiale più fino si usa per riempimento; il resto del materiale cernito o si lavora sul posto o si vende alle singole industrie.
Altra forma di utilizzazione industriale è l'incenerimento. Esso risponde pienamente alle necessità igieniche ed è stato accolto favorevolmente prima in Inghilterra, poi in America e successivamente in Germania, in Francia e nel Belgio. In Italia esso ha avuto poco successo, soprattutto per ragioni economiche. Infatti, perché tale sistema abbia buon successo occorre che le spazzature siano autocombustibili o per lo meno che esse brucino completamente con l'aggiunta di una piccola percentuale di carbone; ché, se tale percentuale dovesse elevarsi molto, allora il sistema non converrebbe più. E poiché l'autocombustione delle spazzatura dipende dalla loro costituzione e particolarmente dalla quantità di alimenti vegetali freschi in esse contenuti, oltre che dalla cenere e da altre materie incombustibili, è evidente che in Inghilterra essa può risultare completa, in Germania e in Francia deve essere aiutata dall'aggiunta di una piccola quantità di carbone, mentre nei paesi meridionali, come in Italia, dove il consumo dei vegetali è notevole, dovrebbe essere aiutata da quantità notevoli di carbone.
L'incenerimento delle spazzature avviene in forni speciali chiamati distruttori. I forni possono essere a regime lento, ossia a tiraggio naturale o poco forzato e la cenere è utilizzabile come concime (in Italia a Chieri, Pinerolo, Torino, ecc.); oppure a regime di combustione molto spinto (tiraggio forzato) e il calore sviluppato (in Germania circa 1000-2300 calorie per kg. di spazzatura) è utilizzato per la produzione di energia elettrica (Nizza, Glasgow, Parigi, ecc.) e le scorie pure vengono utilizzate. I principali tipi di distruttori sono quelli Fryer, Horsfall, Carpersohn, Dörr, Herberta, Heenan, Meldrun, e Humboldt. La differenza di questi forni dai comuni sta nel fatto che hanno i canali per l'arrivo dell'aria e per il tiraggio del gas della combustione più larghi e una superficie di griglia maggiore, dovendo le immondizie bruciare in strati sottili.
Uno dei più moderni impianti, costruito a Issy-les-Moulineaux (Parigi) per la distruzione della spazzatura di Parigi, è costituito dalle seguenti parti principali: una lunga fossa per ricevere le spazzature; dispositivi per la ripresa delle spazzature dalla fossa, loro cernita, essiccamento e distribuzione ai forni; una batteria di sei forni; apparecchi di estinzione e triturazione delle scorie; un impianto per fabbricazione di mattonelle; una centrale elettrica. La fossa lunga 150 metri permette in brevissimo tempo lo scarico di 200-250 autocarri. Nell'inverno, le spazzature, prima di essere introdotte nei forni, subiscono una cernita in cilindri (trommels), per ricavarne la parte più fine (45%; nell'estate 10-15%) che è venduta come concime. In estate, invece, essendo generalmente le spazzature molto umide (50% di umidità; in inverno 25%), subiscono un essiccamento in essiccatoi alimentati dal gas della combustione alla uscita dalle caldaie (250-275°), con il quale le spazzature restano a contatto per 30 minuti circa. Ciascun essiccatoio può essiccare fino a 40 tonn. per ora di spazzature. Ogni forno è costituito da due gruppi di 4 celle posti ai lati delle caldaie, e può fornire circa 12-13.000 kg. di vapore per ora alla pressione di 18 kg. per cmq. alla temperatura di 300°. Le scorie (mâchefers), la cui produzione sale nell'inverno a 200 tonn. al giorno, ritirate incandescenti dai forni, subiscono diverse operazioni (raffreddamento, triturazione e cernita), alla fine delle quali restano divise in 3 parti secondo la loro grossezza: scorie fini (0-15 mm.), semigrosse (15-40 mm.) e grosse (oltre 40 mm.; in queste ultime si trovano le scatole di conserva e gli altri rifiuti metallici). Le scorie fini, con l'aggiunta del 5-7% di calce, sono compresse in mattonelle per costruzioni. Le semigrosse convengono alla formazione del calcestruzzo; le grosse come materiale di riempimento. La centrale elettrica contiene 3 gruppi turboalternatori da 6000 kW, con tre trasformatori da 7500 kVA, che portano la tensione a 10.000 volt. Due trasformatori di 1000 kVA forniscono l'energia elettrica consumata, sotto tensione di 380 volt, dai numerosi motori istallati nell'officina.
Bibl.: Giannitrapani, Lo smaltimento delle immondizie cittadine, Palermo 1927; Mazzitelli, Il problema delle immondizie, Napoli 1930; V. De Giaxa, Igiene delle città, in Trattato italiano d'igiene, VII, Torino 1930; P.L. Fiorani Gallotta, L'igiene della casa, Padova 1932; G. Rodella, Raccolta, allontanamento e smaltimento della spazzatura cittadina, Genova 1927; Pulcher, in Igiene moderna, novembre 1927; L'usine de traitement des ordures ménagères de Paris, in Génie Civil, agosto 1929; articoli in Engineering, luglio 1930, luglio e agosto 1931; in Chaleur et Industrie, sett. 1932; in L'igiene moderna, sett. 1932.