NESTORE di Laranda
Poeta, nato a Laranda (Licia); visse sotto Settimio Severo (sec. III d. C.) e fu padre di un poeta Pisandro.
Compose un'Iliade detta λειπογράμματος ("mancante di una lettera") perché in ciascun libro del poema non ricorreva mai la lettera corrispondente alla numerazione di quel libro; cioè, nel I libro non ricorreva mai l'α, nel II il β, ecc. Egli riprese, così, in modo molto più complicato, l'artifizio di Laso di Ermione, e trovò anche un imitatore in Trifiodoro, che rifece alla stessa maniera l'Odissea. Nulla ci resta del poema di Nestore; e perdute sono pure le sue Metamorfosi delle piante e degli uccelli (Μωταμορϕώσεις ϕυτῶν καὶ ὄρνεων), composte forse sul modello dell'opera di Partenio di Nicea. Si è supposto, però, che dalle Metamorfosi siano tratti alcuni epigrammi a noi giunti (Antol. Palat., IX, 129; 364; 537: quest'ultimo ha come lemma: Νέστορος Νικαέως). È dubbio che al nostro N. si riferisca un altro epigramma (Anth. Palat., App., I, 299): in caso affermativo, risulterebbe che egli fu altamente onorato a Cizico per la sua vita, la liberalità verso gli ospiti, la poesia e la sapienza. N. compose anche altre opere, un 'Αλεξίκηπος, una Πανάκεια e probabilmente una 'Αλεξίκηπος in più libri; e fu pure sofista.
Bibl.: Needham, Prolegomena ad Geopon., p. lxii; A. Meineke, Analecta Alexandrina, Berlino 1846, p. 270; Croiset, Hist. de la litt. gr., V, 2ª ed., p. 804.