SPLANCNICI, NERVI
. Rappresentano le branche efferenti inferiori del simpatico toracico (v. nervoso, sistema, XXIV, p. 645 e segg.) emergenti dai 7-8 ganglî inferiori. Queste branche si riuniscono per formare due tronchi nervosi: il grande splancnico (n. splanchnicus major) e il piccolo splancnico (n. splanchnicus minor). Strettamente connessi a questi nervi sono i ganglî semilunari, a concavità superiore situati davanti ai pilastri del diaframma, all'interno delle capsule surrenali, poco al di sopra del pancreas. Il grande splancnico nasce con 4-5 branche dai ganglî toracici medî, perfora il diaframma e termina nell'angolo esterno del ganglio semilunare. Il piccolo splancnico ha le sue branche di origine dagli ultimi ganglî toracici, entra nella cavità addominale e termina con un ramo nel ganglio semilunare o nel grande splancnico. All'estremità interna del ganglio semilunare destro termina il nervo pneumogastrico destro il quale con detto ganglio e il grande splancnico destro forma la cosiddetta ansa memorabile di Wrisberg. Le branche efferenti dei ganglî semilunari formano al davanti dell'aorta e del tronco celiaco il plesso solare, vasto plesso da cui partono numerose branche per i visceri addomino-pelvici e che costituiscono plessi secondarî (diaframmatico inferiore, coronario stomachico, splenico, epatico, mesenterico superiore, surrenale, renale, spermatico), con numerosi rami in rapporto alle diverse ramificazioni arteriose.
Chirurgia. - La resezione del nervo splancnico di sinistra, più ricco a quanto pare che non il destro di fibre destinate ai surreni dei due lati, è stata proposta da N. Pende nel 1924 per il trattamento dell'ipertensione arteriosa grave, e più precisamente di quella apparentemente primaria, cosiddetta essenziale. Lo scopo dell'intervento sarebbe di limitare la secrezione adrenalinica (ipertensiva) e d'indurre direttamente una vasodilatazione del vasto territorio addominale.
L'operazione fu eseguita da G. Pieri (1930), W. M. Craig e G. E. Brown, M. Donati (1933) e altri con efficacia immediata, che in talune osservazioni s'è protratta anche per parecchi mesi. È probabile che l'intervento abbia indicazione particolarmente negl'individui ancora giovani, ad abito pletorico-atletico (tipo surrenale), ipertesi permanenti, con alti valori di pressione diastolica e soggetti a episodî angiospastici (M. Donati ed E. Greppi). La via chirurgica d'accesso allo splancnico può variare. Sono state proposte o usate la via inframediastinica posteriore (F. Rossi), la via mediastinica posteriore (G. Pieri), la via infradiaframmatica posteriore con resezione dei processi trasversi della XIIª D. e della Iª L. (M. Craig e Brown), la via lomboaddominale extraperitoneale con resezione della XIIª costa (M. Donati, L. Durante). Un abbassamento temporaneo della pressione arteriosa può anche essere ottenuto col blocco anestetico o con l'alcoolizzazione dello splancnico (C. Ciceri e S. Gabrielli), in grazia di un'inibizione dell'attività funzionale della midollare surrenale. Con lo stesso metodo Ciceri e Gabrielli hanno anche ottenuto una modificazione in senso normale della curva della glicoregolazione in alcuni malati di diabete, particolarmente in casi di diabete associato a turbe circolatorie a carattere ipertensivo. La resezione del nervo splancnico sinistro è stata anche usata da L. Durante (1931) per il trattamento della cancrena giovanile da endoarterite obliterante e della sindrome di Raynaud, in luogo dell'enervazione surrenale di M. Donati o della surrenalectomia di W. Oppel; e da G. Pieri (1927) nell'atonia gastrica grave, tentativo che però non ebbe seguito. In chirurgia è stata inoltre molto usata l'anestesia dello splancnico per via posteriore paravertebrale (M. Kappis) o anteriore attraverso l'epiploon gastro-epatico (H. Braun) per interventi sui visceri addominali, in particolare su quelli dell'addome superiore (stomaco, vie biliari).
Bibl.: N. Pende, Relaz. al 30° Congr. di med. interna, Milano 1924; G. Pieri, Ann. it. chir. 1927. Rif. med., n. 31, 1932; M. Donati e E. Greppi, Atti e mem. Soc. lomb. chir., I (1933), n. 14; L. Durante, Accad. medica, 1932, n. 3; C. Ciceri e S. Gabrielli, Arch. it. chir., XXXVI (1934).