NERONI, Bartolomeo, detto il Riccio
Pittore, scultore, architetto, miniatore. Non si conosce l'anno della sua nascita; morì nel 1571. Seguace del Sodoma, di cui imita la maniera nell'affresco del chiostro di Monteoliveto, raffigurante il congedo dei monaci Mauro e Placido da San Benedetto, spiega le sue tendenze d'architetto nella trama sottile, complessa e leggiera del tempio che sovrasta alla scena, ispirandosi a Bramante e al Peruzzi. La disposizione delle figure, a semicerchio attorno al tempio, è veramente armoniosa, sebbene troppo studiata e fredda; fine il disegno delle figure, piatte, incise come in un commesso marmoreo; calligrafiche le pieghe. La maniera della maturità del Sodoma appare in altre opere del Riccio, esempio nell'Adultera pure a Monteoliveto, dove egli trae dal maestro vercellese tipi leonardeschi e languide movenze, pur accostandosi al Beccafumi in qualche rapido cangiar di colori alla luce e nelle macchiette impressionistiche del fondo. L'influenza del Beccafumi si estende, tra reminiscenze del Sodoma, nella pala d'altare della Natività al Carmine di Siena, composta con senso architettonico. L'ultima maniera del Riccio è una stucchevole imitazione della maniera bronzinesca, come si può vedere nella pala raffigurante la Madonna della Misericordia, nella chiesa di Fontegiusta, notevole soltanto per la vastità e la giustezza dello sfondo prospettico, eseguito con senese eleganza d'intarsio e con architettonica precisione. Nel 1520 disegna, secondo il Mancini, il palazzo Francesconi a Siena, nel 1532 data e firma quattro corali miniati, ora nella biblioteca comunale di Genova; nel 1534, è pagato per una Madonna del Rosario e per una cappella nella Pieve d'Asciano; nel 1534 gli viene allogata la cappella dei Santi Quattro Coronati in duomo (affreschi parte perduti e parte staccati). Nel 1534 e 1536 è pagato per pitture eseguite a Monteoliveto. Nel 1537, disegna la casa di Alessandro Guglielmi. Nel 1538, firma la Madonna fra Santi nell'arcipretura di San Michele Arcangelo a Chiusure. Nel 1540, è pagato per gli affreschi a Monteoliveto Maggiore, dove collaborava col Sodoma; e nel 1541 architetta il monastero delle derelitte in piazza del Carmine, oggi palazzo Sergardi. Nel 1565, manda alla Compagnia di Santa Caterina in Fontebranda due sportelli per il Crocefisso miracoloso, con i Santi Girolamo e Caterina.
Si vedono sue opere nella chiesa di Ancaiano (Siena), nella collegiata di Asciano, nella chiesa della Concezione a San Casciano, nella Galleria Pitti a Firenze, nelle chiese di Lucignano, nel convento di Monteoliveto Maggiore; a Siena, nell'Accademia, nella raccolta Bargagli, nella cancelleria arcivescovile, nella chiesa del Carmine e di Fontegiusta, nel duomo, nel museo dell'Opera, nel museo dell'Osservanza, in palazzo Chigi Saracini e nel palazzo Sergardi da lui architettato; a Sovicille, nella Pieve; a Volterra, nella chiesa di San Francesco.
Bibl.: C. Brandi, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931; A. Venturi, Storia dell'arte ital., IX, vi, Milano 1932.