Moscoli, Nerio
Rimatore (prima metà sec. XIV). in testa alla sezione del codice Barberiniano Latino 4036, che contiene tutte le sue rime, è scritto che " olim fuit de civitate Castelli "; egli dunque sarebbe nato a Città di Castello. Tuttavia dalla materia dei suoi sonetti, dai corrispondenti con i quali tenzonò, dalle notizie e relazioni umane che emergono dai suoi versi, si può desumere, con buon margine di sicurezza, che egli trascorresse la sua vita a Perugia. Infatti il M. e un suo figlio Niccolò compaiono, in un documento del 1333, in un elenco di nobili e magnati perugini del quartiere di Porta Borgne.
Di lui ci rimangono centodieci sonetti, due canzoni e due ballate in gran parte di argomento amoroso. Il M. opera in una temperie stilistica che, ormai obliterato Guittone, risale particolarmente al D. lirico e alla scuola del Dolce Stil nuovo; egli può anzi esserne considerato un epigono, anche se talune sue tenzoni e alcuni altri componimenti giustificano l'accostamento che di lui si fa alla poetica dei giocosi. In particolare vanno sottolineati numerosi riecheggiamenti dalle rime della Vita Nuova e da quelle del Cavalcanti, che talora è citato alla lettera, e forse anche - per le ballate - orecchiamenti da Lapo Gianni. Ma il momento più vistoso, sotto il profilo dell'imitazione dantesca, è raggiunto nella corona di sette sonetti, che egli compose ispirandosi alle petrose e specialmente a Rime CIII. In questi sonetti sono costantemente ripetute le parole-rima (fra le quali petra-impetra-s'aretra-tetra) dal primo all'ultimo verso, con una tecnica che, se non per la rotazione ciclica, assente nel M., può ricordare, almeno per l'obbligo della replica in un'immutabile gabbia fonetica, la sestina arnaldesca usata da Dante. Testimonianza dell'ammirazione del M. per il poeta fiorentino e non insignificante episodio della fortuna delle petrose.
Bibl. - I testi in Poeti giocosi del tempo di D., a c. di M. Marti, Milano 1956, 539-654, con introduzione e commento. Studi più importanti: P. Tommasini-Mattiucci, N.M. da Città di Castello, Perugia 1897; I. Baldelli, Lingua e letteratura di un centro trecentesco: Perugia, in " Rass. Lett. Ital. " LXVI (1962) 3-21, ora in Medioevo volgare da Montecassino all'Umbria, Bari 1971; M. Marti, D. e i poeti perugini del Trecento, in Con D. fra i poeti del suo tempo, Lecce 1966, 95-126.