NERI di Montegarullo
NERI di Montegarullo. – Figlio di Antonio dei signori di Montegarullo, nacque verso la fine del Trecento in luogo e giorno imprecisati.
Montegarullo (oggi Roccapelago) era nel Frignano, zona di forte opposizione agli Este, e i castellani, che dell’opposizione furono i capi, cercarono la protezione di Firenze. Furono spogliati delle loro terre nel 1406 da Niccolò III d’Este, che sconfisse il nonno del futuro vescovo, Obizzo, ricordato tra i capitani dell’esercito fiorentino nella presa di Pisa e per tale impresa raffigurato in un cassone dipinto con le stesse insegne araldiche usate da Neri. Quindi sono erronee le notizie che dicono il vescovo originario di Pistoia o Lucca. Tuttavia si firmava «de Pistorio» e anche «de Luca» ed è accertato il matrimonio tra la lucchese Canta de’ Bizzarri e il bisnonno, che militò per Firenze e Siena e a Siena morì nel 1346.
Della formazione di Neri è noto che verso il 1435 era studente a Siena, dove il pistoiese Filippo Lazzari, magister di diritto allo Studium, lo raccomandava come notaio delle gabelle. Nel 1437-38 era studente di diritto canonico a Bologna e nel 1438-39 lettore di decreto presso lo Studium bolognese (Dallari, 1924, IV, p. 66; Piana, 1976, I, p. 201; II, p. 827). Nel 1440 fu testimone nella pace di Perugia tra Eugenio IV e Francesco Sforza (Osio, 1872, III, pp. 312-315). Nel 1442 il Comune di Bologna lo condannò per aver agito con violenza eccessiva nell’agosto dell’anno precedente durante un fatto d’armi nel territorio bolognese, mentre era al seguito di Baldaccio d’Anghiari contro Niccolò Piccinino, capitano generale dell’esercito visconteo, a cui i bolognesi si erano rivolti per ribellarsi al legato pontificio. L’anno seguente, sempre nel Bolognese, militava invece con Piccinino, passato al soldo di Eugenio IV. Nel 1444 Eugenio IV lo nominò membro di una commissione per assoldare lo stesso Piccinino nella Marca (Del Giudice, 1702, p. 46). Il 27 novembre dello stesso 1444, divenuto nel frattempo canonico a Bologna e pievano di San Lorenzo in Collina presso Bologna, fu nominato vescovo di Siena su indicazione del cardinale Ludovico Scarampo. Alla promozione giovò la posizione assunta nel 1439 contro Niccolò de’ Raimondi, critico verso il potere temporale della Chiesa (Piana, 1966, p. 233).
I senesi protestarono: «Tutto questo populo ne grida [...] aspettava da sua Santità uno huomo che lo honore e la degnità di questa città se ne conservasse ... misser da Montegarullo o da Pistoia o dovunque si sia [... ] è coll’affectione più che fiorentino» (Archivio di Stato di Siena, Concistoro 1663, cc. 74v, 77v-78r)» . Ma, poiché durante gli anni Trenta tra Siena ed Eugenio IV c’erano stati scontri gravissimi (Pertici, 2012, passim), si rassegnarono alla nomina e il dotto Girolamo Aliotti indirizzò a Neri una gratulatoria.
Il nuovo vescovo non fu mai in sede, sostituito da vicari e rappresentato dal fratello Cortesia. Prima dell’insediamento, si trovava in Puglia pro rebus ad statum Ecclesie pertinentibus, poi a Roma. Nominato commissario dell’esercito pontificio nella Marca Anconetana e di Rocca Trabaria durante la guerra mossa a Francesco Sforza dal papa, teneva informati i senesi del conflitto, avvertendo che ne dipendevano anche le cose di Toscana. Il 29 marzo 1447 comunicò l’accordo tra il papa e Sforza, ma neppure allora tornò a Siena. Niccolò V, infatti, confermandogli il credito riscosso presso Eugenio IV, lo destinò rettore del Patrimonio. Si stabilì allora a Viterbo.
Secondo il cronista Tommaso Fecini, il quale tuttavia non sempre è attendibile, nel 1450 sarebbe stato presente ai festeggiamenti organizzati a Siena per la canonizzazione di s. Bernardino, di cui nel 1445 era stato delegato dal papa a esaminare la vita (Fecini, 1939, p. 860). L’ultimo atto certo è la presenza alla dettatura del testamento di Ranuccio Farnese il Vecchio (2 luglio 1450).
Morì di peste il 20 settembre 1450 a Viterbo e lì fu tumulato nel ‘Paradiso’ dei francescani osservanti. Il fratello Cortesia, dopo la sua morte, consegnò all’episcopato i beni della mensa (Chironi, 2005, p. 163).
Il 21 settembre i senesi inviarono a Roma l’umanista Francesco Patrizi per chiedere quale nuovo vescovo Conte de’ Cacciaconti, ma due giorni dopo Niccolò V designò Enea Silvio Piccolomini, il futuro papa Pio II.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Bologna, Curia del Podestà, Giudici «ad maleficia», Libri inquisitionum et testium 348, n. 2, cc. 69r-70v; Arch. di Stato di Siena, Particolari. Famiglie forestiere 9; Concistoro 1663, cc. 39r, 39v, 41v, 69r, 69r-v, 74v, 77v; 1957, nn. 1, 7, 29, 57, 96; 1958, nn. 1, 3, 7, 10, 18, 27, 34, 66; 1959, nn. 23, 50, 56, 57, 61, 62, 81; 1960, nn. 1, 36, 39, 41, 44; 1961, n. 40; 1962, nn. 74, 84, 87; 1963, nn. 3, 42, 52; 1964, nn. 4, 81, 92, 93, 98; 1965, n. 7; 1966, n. 15; 1967, n. 67; 2414, cc. 33v-34v, 41v-42v, 45r-v; 2415, cc. 96v-97r; Siena, Arch. Arcivescovile, Sante visite 15; Fondo del Capitolo 349, II, nn. 5, 6, 9. M. Del Giudice, Descrizione del real tempio e monastero di Santa Maria Nuova di Morreale, Palermo 1702, p. 46; F. Ughelli, Italia sacra sive de episcopis Italiae, III, Venezia 1718, coll. 573 s.; G.A. Pecci, Storia del vescovado della città di Siena, Lucca 1748, ad ind.; Hieronymi Aliotti Arretini Epistolae et opuscula, Arezzo 1769, pp. 105 s.; L. Osio, Documenti diplomatici tratti dagli Archivi milanesi, III, Milano 1872, pp. 312-315; M. Rosi, Della signoria di Francesco Sforza nella Marca secondo le memorie dell’archivio recanatese, Recanati 1895, ad ind.; V. Lusini, La cronaca di Bindino da Travale (1315-1416), Firenze 1903, p. 151; B. Ricci, Note inedite di cronica medievale in due antichi messali delle chiese di Sestola e di Miceno, in Lo Scoltenna. Atti e memorie, s. 2, III-IV (1916), pp. 96-106; A. Mercati, Un illustre di Montegarullo. N. vescovo di Siena, ibid., s. 2, V-VII (1920), pp. 71-87; U. Dallari, I rotuli dei lettori legisti e artisti nello Studio bolognese, IV, Bologna 1924, p. 66; G. Calamari, Obizzo da Montegarullo e N. vescovo di Siena, Bologna 1931; A. Mercati, Paralipomeni montegarulliani, in Lo Scoltenna. Atti e memorie, s. 3, I (1933), pp. 27-30; B. Bughetti, Documenta inedita de S. Bernardino senensi 1430-1445, inArchivum Franciscanum Historicum, XXIX (1936), pp. 497-499; A. Liberati, Le vicende della canonizzazione di S. Bernardino, in Bullettino di studi bernardiniani, II (1936), p. 106; Id., N. da Montegarullovescovo di Siena (1444-1450), in Bullettino senese di storia patria, XLV (1938), 3, pp. 253-259; G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, III,1, Viterbo 1938, pp. 115 s., 426; T. Fecini, Cronaca (1431-1479), in Rerum Italicarum Scriptores, 2a ed., XV, 6, Cronache senesi, a cura di A. Lisini - F. Iacometti, Bologna 1939, pp. 856, 860-862; R.L. Mode, San Bernardino in Glory, in Art Bulletin, LV (1973), 1, pp. 58-77; L. Tongiorgi Tomasi, Osservazioni su una tavola poco nota rappresentante «la presa di Pisa», in Antichità pisane, II (1975), pp. 11-18; C. Piana, Nuove ricerche su le Università di Bologna e di Parma, Firenze 1966, p. 233; Id., Nuovi documenti sull’università di Bolognae sul Collegio di Spagna, Bologna 1976, I, p. 201; II, p. 827; R. Lefevre, Il testamento di Ranuccio Farnese il Vecchio (1450), in Archivio della società romana di storia patria, CIII (1980), pp. 197-207; P. Mucci - A. Mordini, L’epoca di Obizzo da Montegarullo. Apogeo e tramonto di una signoria frignanese, Roccapelago 1999, pp. 172 s.; G. Chironi, La mitra e il calamo. Il sistema documentario della Chiesa senese in età pretridentina (secoli XIV-XVI), Siena 2005, ad ind.; P. Pertici, Siena quattrocentesca. Gli anni del Pellegrinaio nell’Ospedale di Santa Maria della Scala, Colle di Val d’Elsa 2012, passim.