Diplomatico (Roma 1771 - Firenze 1845). Fu incaricato dal governo toscano delle prime trattative con F. Cacault per la ripresa delle relazioni diplomatiche con la Francia repubblicana nel 1794; fu poi inviato in missione a Parigi (1796) e fu direttore della segreteria di stato (1798-99). Occupata la Toscana dai Francesi, visse in disparte e solo nel 1809 fu nominato consigliere di stato a Parigi e conte dell'Impero. Dopo la Restaurazione, fu ministro dell'Interno di Toscana, plenipotenziario al congresso di Vienna (ottenne la restituzione delle opere d'arte rubate dai Francesi e il diritto di reversibilità del ducato di Lucca) e a quelli successivi di Lubiana (1821) e di Verona (1822). Caldo difensore dell'indipendenza toscana contro l'invadenza austriaca, fautore di un assolutismo intelligente e temperato, fu ospitale verso i fuoriusciti politici italiani, benemerito del progresso economico e spirituale della Toscana, protettore dei congressi scientifici. Morto V. Fossombroni (1844), fu presidente del Consiglio e ministro degli Esteri. In suo onore furono coniate due medaglie, una patrocinata da istituzioni private e l'altra dal governo.