NEREO e ACHILLEO, santi
, La storia di questi martiri romani è narrata da Damaso I in otto esametri, che un tempo ornavano il loro sepolcro. N. e A. erano militari e a servizio di un tiranno infesto ai cristiani. Ma un giorno si convertono, abbandonano le armi, confessano la fede di Cristo, e riportano la palma del martirio. Quando siano stati martirizzati, non si sa; ma non pare lecito risalire al di là delle grandi persecuzioni del sec. III.
La Passio sanctorum Nerei et Achillei, composta nella prima metà del sec. V e più tardi tradotta anche in greco, assegna questi martiri all'impero di Domiziano. Ma l'autore di codesta bizzarra leggenda, il quale, contro la testimonianza esplicita del papa Damaso, fa dei due soldati due eunuchi di Flavia Domitilla battezzati da S. Pietro, non merita nessuna fede. Sicurissimo è il luogo in cui essi ricevettero sepoltura sulla Via Ardeatina, nel cimitero di Domitilla, là dove se ne celebrava la festa il 12 maggio, come c'insegna il Martirologio Geronimiano. Riposavano i sacri corpi sotto l'altare di una basilica eretta colà, secondo ogni apparenza, dal papa Siricio (384-398), immediato successore di Damaso, restaurata nel sec. VI da Giovanni I (523-526).
Tra le rovine di questa basilica, ritrovata da G. B. de Rossi nel 1873, tornarono in luce due frammenti del carme damasiano sopra ricordato, e una delle quattro colonnine che sostennero il ciborio dell'altare. Su tale colonnina una rozza mano del secolo IV-V scolpì il martire Achilleo (ACILLEUS), ferito dal carnefice dinnanzi a una croce laureata. La basilica e la tomba furono molto frequentate nel Medioevo. Quando il papa Paolo I (757-767) trasferì al Vaticano le reliquie di S. Petronilla, sepolta presso N. e A., pare lasciasse questi ultimi nel loro luogo primitivo.
Non si sa donde provenissero le reliquie che nel 1213 furono deposte - come dei due martiri - in S. Adriano al Foro, e che nel 1597 il cardinale Baronio fece trasportare, con pompa trionfale, all'antichissimo titolo de fasciola o sanctorum Nerei et Achillei, in Via Nova, presso le terme di Caracalla.
Bibl.: Acta Sanctorum, Maggio, III, p. 4 segg.; Tillemont, Mémoires pour servir à l'histoire ecclésiastique, II, Venezia 1732, p. 127 seg.; H. Achelis, Acta Ss. Nerei et Achillei, in Texte und Untersuchungen, XI, ii, Lipsia 1893; P. Allard, Histoire des persécutions, I, 2ª ed., Parigi 1892, p. 170 segg.; A. Dufourcq, Étude sur le gesta martyrum romains, I, Parigi 1900, p. 305 segg.; A. Ehrard, Die altchristliche Litteratur und ihre Erforschung, Friburgo in B. 1900, p. 565 segg.; H. Delehaye, Les origines du culte des martyrs, 2ª ed., Bruxelles 1933, p. 287 seg. - Sull'epigramma damasiano, G. B. de Rossi, Bulletino di archeologia cristiana, 1874, p. 20 segg.; K. Weyman, Vier Epigramme des hl. Papstes Damasus I, Monaco 1905, p. 22 segg; P. Franchi de' Cavalieri, I santi N. ed A. nell'epigramma damasiano, Roma 1909 (Note agiografiche, fasc. 3, in Studi e Testi della Bibl. Vat., XXII, p. 43 segg.). - Sulla basilica della Via Ardeatina, G. B. de Rossi, Bull. di arch. crist., 1874, p. 5 segg.; 1875, p. 49 segg.; 1879, p. 91 segg.; O. Marucchi, Roma sotterranea cristiana, n. s., I, Roma 1914, fasc. 2°, p. 107 segg.; H. Leclercq, in Dictionnaire des antiquités chrétiennes, s. v. Domitille (cimitière de), col. 1409 segg. - Sul titolo de fasciola, M. Armellini, Le chiese di Roma, 2ª ed., Roma 1891, p. 591; J. P.Kirsch, Die röm. Titelkirchen im Altertum, Paderborn 1918, p. 90 segg.; F. Lanzoni, I titoli presbiterali di Roma antica, in Rivista di archeol. crist., 2, 1925, p. 254 seg.; Chr. Huelsen, Le chiese di Roma nel Medioevo, Firenze 1927, p. 388 seg.