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nequizia

di Domenico Consoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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nequizia

Domenico Consoli

Propriamente " dappocaggine ", " neghittosità trista ", e quindi " malvagità ", " pravità "; nel contesto di Pd VI 123 Quindi addolcisce la viva giustizia / in noi l'affetto sì, che non si puote / torcer già mai ad alcuna nequizia, è però specificamente " sentimento perverso ", quale risulterebbe quello di un'anima del Paradiso che si riconoscesse scontenta della propria condizione: " non potest appetitus in nobis esse perversus " (Buti).

L'eretica nequizia di Pd IV 69, talora intesa come " malizia che induce a eresia ", è da interpretare forse meglio come " eresia " che è in sé stessa pravità (v. l'opposizione con fede del medesimo verso): il Torraca fa notare a questo proposito che in latino nequitia può significare " infedeltà ".

In modo analogo la nequizia / di quella legge il cui popolo, per colpa dei pontefici, usurpa il giusto diritto dei cristiani a possedere il sepolcro di Cristo (Pd XV 142), è la " pravità " della religione musulmana.

Vocabolario
nequìzia
nequizia nequìzia s. f. [dal lat. nequitia, der. di nequam, agg. indecl., «dappoco, tristo, dissoluto»], letter. – Malvagità, iniquità: n. d’animo; dare prova di n.; poniamo ora che veramente ella sia esposta, per la n. della madre e di...
erètico
eretico erètico agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. tardo haeretĭcus, gr. αἱρετικός, propr. «che sceglie»; v. eresia] (pl. m. -ci). – 1. Chi, pur facendo parte di una chiesa o confessione religiosa, si fa promotore, sostenitore o seguace di...
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