NEPI (Nepet)
Centro dell'alto Lazio a N del Soratte il cui territorio era tra quello dei Veienti e quello dei Falisci; non si sa se i suoi abitanti fossero falisci o etruschi: furono rinvenuti resti di una vasta necropoli, per lo più formata da tombe a camera con pareti di tufo, cui si accedeva da un dròmos. Le località che hanno restituito più materiale sono denominate La Massa, Gilastro, Sante Grotte (in cui esistevano anche catacombe cristiane). Il materiale restituito è del periodo orientalizzante; abbiamo materiale d'importazione greca, d'imitazione falisca ed infine romana. Grandi tratti di mura etrusche e romane sono visibili dal lato di Porta Romana: come tecnica esse sono paragonabili a quelle dell'aggere esquilino in Roma. Insieme a Sutri, N. (Nepete) fu punto chiave per l'accesso romano in Etruria. Dopo una rivolta fu colonizzata dai Romani (Liv., vi, 21, 4), e dopo la guerra civile divenne municipio. Sotto l'Impero ebbe modesta prosperità e con le invasioni barbariche riprese il suo ruolo strategico (ϕρούριον, Procop., Beh. Goth., 4, 35).
Bibl.: E. Stefani, Nepi. Scoperte di antichità nel territorio nepesino, in Not. scavi, 1910, p. 199; A. Della Seta, Il Museo di Villa Giulia, Roma 1918, p. 106; G. Lugli, La tecnica edilizia romana, Roma 1957, p. 182; M. W. Frederiksen-J. B. Ward Perkins, The Ancient Road Systems of the Central and Northern Ager Faliscus, in Papers British School at Rome, XXV, (n. s. XII), 1957, p. 89.