NEP (Novaja Ekonomiceskaja Politika, «nuova politica economica»)
NEP (Novaja Ekonomičeskaja Politika, «nuova politica economica») Politica avviata da W.I. Lenin nella primavera del 1921 dopo la fine del cosiddetto comunismo di guerra e della SEP (la politica economica socialista). Gli atti principali che diedero inizio alla NEP furono il decreto del 17 aprile 1921, che mise fine al regime delle confische illimitate, e quello dell’8 agosto dello stesso anno, che fissò il principio della ‘denazionalizzazione’, la restituzione cioè di alcuni beni nazionalizzati ai vecchi proprietari. Si trattò di un’economia mista, in cui le piccole attività e l’agricoltura venivano affidate a una gestione privata, mentre allo Stato spettava il monopolio delle banche, del commercio estero e dei grandi complessi industriali, organizzati in trust. La NEP significò un parziale ritorno al mercato, soprattutto con la ripresa della circolazione della moneta, del pagamento delle imposte e del libero commercio (all’interno del Paese). L’applicazione della nuova politica, voluta da Lenin, fu capace di generare una buona ripresa dell’economia russa, ma fu anche causa di discordie all’interno del partito. Dopo la morte di Lenin, tale approccio venne accantonato, con l’opzione di J.V. Stalin di abbandono del mercato e l’instaurazione di una pianificazione centralizzata (➔).