neopopulista
(neo-populista), s. m. e f. e agg. Chi o che ripropone scelte politiche che idealizzano il popolo come depositario di valori etici e sociali.
• lo spettacolo di questi giorni conferma che la legge elettorale voluta dal centrodestra ha ulteriormente frammentato il quadro politico. [Giorgio] Napolitano è sempre più convinto che non si possa votare con questa legge. Tanto più che la prospettiva di un altro Parlamento nominato dalle segreterie anziché scelto dai cittadini è destinata ad alimentare l’assalto dei neopopulisti. (Riformista, 22 settembre 2007, p. 5) • Se ne sia consapevoli o meno, in questi giorni vengono condotte in Sicilia le Prove Tecniche di Vandea. Esperimento neo-populista che mescola una spinta verso l’emancipazione sociale col radical-conservatorismo politico, l’interesse comune con gli egoismi corporativi, la solidarietà verso la protesta col disappunto verso gli stenti che crescono di ora in ora. Tutto un mix d’apparente incoerenza, e d’ancor più precario equilibrio, ma che tuttavia trova il collante per tenersi insieme e alimentarsi, e possiede persino una visione: quella d’essere protagonisti d’una battaglia di riscatto contro il Centro affamatore. (Pippo Russo, Repubblica, 21 gennaio 2012, Palermo, p. I) • L’attuale premier conservatore [Anders Fogh] Rasmussen guida un monocolore di minoranza e non può ignorare il peso di questa formazione (più del 20%), di marca neo-populista. I leader politici di qualità sanno naturalmente rimodellare gli orientamenti delle loro opinioni pubbliche. Evidentemente questo non è il caso delle élites danesi. (Maurizio Ferrera, Corriere della sera, 11 settembre 2015, p. 30, Idee & opinioni).
- Composto dal confisso neo- aggiunto al s. m. e f. e agg. populista.
- Già attestato nella Stampa del 16 febbraio 1978, p. 3 (Livio Zanotti).