neopauperista
(neo-pauperista), s. m. e f. e agg. Chi o che ripropone scelte e stili di vita ostentatamente sobri.
• «La crisi – sostiene [Don Roberto] Davanzo – costringe tutti a riflettere sulla necessità di un nuovo modello economico e di diversi stili di vita. Ripartire dalla sobrietà e dalla solidarietà non vuol dire proporre una società neo-pauperista, chiediamo un’economia giusta e libera. Questa può apparire una provocazione, ma le famiglie non possono accontentarsi di quelli che vanno in tv a dire che il peggio è passato e il futuro sarà rosa. La realtà è che il sistema economico è infartuato, non può continuare a funzionare come è accaduto fino a oggi». (Rinaldo Gianola, Unità, 13 novembre 2009, p. 31) • chi è in corsa per raggiungere gli opulenti Paesi occidentali (India e Cina in primis) non ne vogliono sapere di andare a colpire i loro sistemi bancari che finora si sono rivelati solidi, e per di più non sono certo stati i protagonisti della bolla che ha sconvolto la geografia delle istituzioni finanziarie globali. Inoltre questi Paesi non hanno nessuna voglia di rallentare la loro corsa verso il benessere e quindi farsi carico di quella «crescita sostenibile» che oggi, dopo anni d’irrazionale frenesia per bonus, stock options e quant’altro, sembra diventata un concetto buono solo per convegni di neo-pauperisti. (Enrico Cisnetto, Messaggero, 28 giugno 2010, p. 1, Prima pagina) • L’Autore, spietato con l’Europa, si sfoga contro «il clero neopauperista» e contro «il cattochitarrismo»! È rimasto indietro, forse alle sue allergie ‒ libere ovviamente! ‒ dei tempi della giovinezza, e magari anche oltre… (Gianni Gennari, Avvenire, 21 luglio 2016, p. 2, Idee).
- Composto dal confisso neo- aggiunto al s. m. e f. e agg. pauperista.
- Già attestato nella Stampa del 13 gennaio 1993, p. 37, Giorno e Notte (Emanuela Minucci).