neoluddismo
s. m. – Posizione ideologica secondo la quale l’ingresso della tecnologia nella vita quotidiana è portatore di cambiamenti sociali, politici, economici, culturali e morali tali da minare le basi stesse della società e dell’essere umano. Il prefisso neo- indica che tale ideologia rielabora e aggiorna alcune delle istanze che hanno caratterizzato il movimento luddista (dal nome di Ned Ludd), sviluppatosi all’inizio del 19° sec. come reazione alla diffusione dei telai meccanici e alla conseguente disoccupazione. Il n. contemporaneo esprime una posizione di resistenza alla tecnologia utilizzando per la maggior parte due argomenti chiave: la disumanizzazione e la tecnologia fuori controllo. L’argomento della disumanizzazione sostiene che l’eccesso di tecnologia può condurre all’impoverimento della condizione umana, quest’ultima variamente declinata ora in senso biologico ora in senso culturale. La tecnologia fuori controllo sostiene invece che l’eccesso di tecnologia porta alla conseguenza che essa non è più pienamente controllabile dall’uomo, con conseguenze potenzialmente disastrose e inimmaginabili. Il principale protagonista del ritorno delle posizioni luddiste è Kirkpatrick Sale, autore nel 1996 del molto discusso Rebels against the future. Visioni neoluddiste sono presenti in diversi nuclei attivisti riconducibili all’area dell’ambientalismo radicale (deep ecology). La posizione antitetica al n. è il transumanesimo, che vede il superamento della condizione umana grazie a una sempre maggiore simbiosi tra l’uomo e la tecnologia, dando origine a una nuova tipologia di esseri umani ottimizzati attraverso l’applicazione di diverse tecnologie (intelligenza artificiale, nanotecnologia, biotecnologia, informatica) che modificano profondamente la condizione esistenziale umana. La variante meno radicale al transumanesimo è denominata postumano.