neoespressivo
(neo-espressivo), agg. Capace di dare vita a nuove forme di espressione.
• Alcune opinioni diffuse nei riguardi dell’italiano: è una lingua in via di colonizzazione da parte dell’inglese; è una lingua che ha colonizzato i dialetti; è una lingua che viene rovinata, soprattutto dagli sms: la gente non sa più parlarlo e scriverlo; è una lingua che sta perdendo il modo verbale congiuntivo; è una lingua che sta diventando «di plastica» (espressione che viene compresa senza bisogno di altre spiegazioni e che forse è un po’ di plastica essa stessa). Ognuna di queste affermazioni è indipendente sia dalla realtà della lingua, così come la descrive la linguistica, la storia della lingua e la storia tout court, sia, molto spesso, dall’uso stesso dei parlanti, che contemporaneamente denunciano gli anglismi e dicono «ok» e «no problem», deprecano la lingua «di plastica» e ribadiscono i tormentoni della pubblicità in ogni occasione. Accedono, cioè, a quell’italiano «neo-espressivo» fatto di pronunce dialettali parodistiche, neologismi umoristici, «tormentoni», esclamazioni e usi informali, fino alla diffusione del turpiloquio. (Stefano Bartezzaghi, Repubblica, 12 novembre 2009, p. 48, Cultura) • Dal tormento della punteggiatura enfatica al tormento dei linguaggi dei social network il passo è breve, perché secondo [Stefano] Bartezzaghi «chi vuole sapere qual è lo stato della lingua, delle scritture neoespressive, delle mentalità condivise, delle trasgressioni di massa in Italia non ha che da scaricare, per esempio, liste di nomi di gruppi-facebook». Insomma, la Rete e i motori di ricerca sono a loro volta macchine che producono e propagano tormentoni. (Valeria Della Valle, Manifesto, 18 gennaio 2011, p. 11, Cultura & Visioni).
- Composto dal confisso neo- aggiunto all’agg. espressivo.
- Già attestato nella Stampa del 12 gennaio 1979, p. 29, Spettacoli (Michelangelo Zurletti).