I caratteri e le forme assunti dalla dottrina del corporativismo nella seconda metà del 20° sec., in particolare nei sistemi politici di società industriali avanzate. Il n. o corporativismo liberale, detto anche corporatismo, postula un sistema di rappresentanza degli interessi basato su organizzazioni limitate, funzionalmente differenziate, non in competizione fra loro, che lo Stato riconosce e legittima, concedendo loro il monopolio della rappresentanza delle rispettive categorie sociali e produttive in cambio dell’osservanza di alcuni controlli sui membri interni, sulla domanda politica e sul sostegno complessivo al governo. Tale sistema realizza una formula di cogoverno delle decisioni collettive, specialmente in materia di politiche economiche e finanziarie, fondata su strategie di collaborazione e concertazione fra le grandi organizzazioni degli interessi da una parte (in particolare sindacati dei lavoratori e associazioni dei datori di lavoro) e le autorità pubbliche dall’altra.